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L’EUROPA TRACCHEGGIA NEL SOSTEGNO A KIEV, E PUTIN AVANZA PERICOLOSAMENTE – LA POSSIBILE CADUTA DI POKROVSK, DOPO UN ANNO D’ASSEDIO, SAREBBE CRUCIALE PER MOSCA, PERCHÉ AVREBBE ACCESSO AL RESTO DEL DONBASS - L’AMBASCIATORE STEFANINI: “LA TENACE DIFESA DI POKROVSK, QUAND'ANCHE FOSSE PERSA, DIMOSTRA CHE SUL TERRENO L'UCRAINA SA RESISTERE E CONCEDE ALLA RUSSIA SOLO AVANZATE COSTOSE E LENTE. ENTRO LA FINE DELL'ANNO SI VEDRÀ SE L'EUROPA SIA IN GRADO DI FARE LA SUA PARTE. QUANDO È IN DIFFICOLTÀ BRUXELLES AMA RINVIARE. MA IL TEMPO È UN LUSSO CHE KIEV NON PUÒ PERMETTERSI…”

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Estratto dell’articolo di Stefano Stefanini per “La Stampa”

 

guerra a Pokrovsk

Pokrovsk è caduta? Sarebbe sicuramente una forte vittoria militare russa - a caro prezzo di perdite ma la Russia non sembra curarsene - ma non un punto di svolta della guerra.

 

Il giro di boa a favore di Mosca richiede che a Kiev venga meno la capacità militare, economica e politica di resistere. Che dipende tanto dalla tenuta delle forze ucraine sul terreno quanto, se non di più, dal sostegno che Kiev riceve, a questo punto soprattutto dall'Europa. Sulle divagazioni ondivaghe di Washington sa ormai di non poter fare molto affidamento.

 

La tenace difesa di Pokrovsk, quand'anche fosse persa, dimostra che sul terreno l'Ucraina sa resistere e concede alla Russia solo avanzate costose, lente e misurate in relativamente pochi chilometri. Entro la fine dell'anno si vedrà se l'Europa se sia in grado di fare la sua parte. Quando è in difficoltà Bruxelles ama rinviare. Ma il tempo è un lusso che Kiev non può permettersi.

 

vladimir putin in mimetica alle esercitazioni militari zapad

Ieri Kiev è andata vicina ad ammettere di star perdendo Pokrovsk. Da un paio di settimane i russi la danno per presa. Gli analisti militari sono divisi sul fato della città […]

 

Sta di fatto che fonti ucraine hanno riconosciuto che, con la copertura della nebbia che accecava i loro droni, circa 300 soldati russi erano riusciti a penetrare in una Pokrovsk strenuamente difesa. Non parlano di ritirata ma solo di combattimenti nel Nord della città. Negano che sia accerchiata. […]

 

La nebbia meteorologica su Pokrovsk si diraderà. Sulla vera situazione sul terreno continuerà a gravare quella militare generata dalle rispettive versioni - le guerre si combattono anche in propaganda e psicologia. Sembra abbastanza chiaro che l'offensiva russa sulla città stia guadagnando terreno e la difesa ucraina, sotto pressione, sia in difficoltà. Fermiamoci qui.

 

VERTICE ALLA CASA BIANCA CON DONALD TRUMP VOLODYMYR ZELENSKY E I VOLENTEROSI

Non sarebbe un successo travolgente. Pokrovsk è sotto attacco russo dal luglio del 2024 - esattamente un anno e 114 giorni, non proprio una blitzkrieg. Sarebbe, tuttavia, un risultato tatticamente importante, il maggior guadagno sul terreno ottenuto da Mosca dal 2023.

 

Quanto conta il controllo di Pokrovsk? Agli esperti militari la risposta. La città, cuore di risorse minerarie carbonifere, è uno snodo stradale e ferroviario in due direzioni: a Est, verso Donetsk e Kostyantynivka; a Ovest, verso Dnipro e Zaporizhzhia. In teoria, dà accesso al resto del Donbass che Vladimir Putin vuole incamerare.

 

STEFANO STEFANINI

[…] Prima che cominciasse, si riteneva che la Russia attendesse il terreno gelato invernale per attaccare; adesso si sostiene che l'inverno porterà a una pausa. Sorvoliamo sulla sopravvalutazione delle capacità militari di Mosca.

 

Come racconta Giorgio Starace, ex ambasciatore a Mosca, nel bel libro La pace difficile, il generale Roberto Vannacci, allora consigliere militare dell'ambasciata, riteneva che le forze russe sarebbero penetrate in Ucraina «come un coltello nel burro». O il burro era gelato o il coltello aveva bisogno di un arrotino, o tutt'e due.

 

Dalle incognite militari a quelle politiche. La guerra dura da quattro anni. Ci sono buoni motivi per ritenere che l'aspra e sanguinosa partita si stia avvicinando al 90esimo minuto: un negoziato fra nemici per porvi termine.

 

vladimir putin in mimetica alle esercitazioni militari zapad

La diplomazia russo-ucraina di Donald Trump lascia spesso perplessi ma la direzione di marcia è verso il far finire la guerra, in un modo o nell'altro; l'Ucraina, esausta, e i suoi sostenitori europei non chiedono di meglio alla sola condizione di non concedere alla Russia più di quanto abbia guadagnato sul terreno - che non è poco. Questo significa mettere Kiev nelle migliori condizioni negoziali possibili nelle presenti circostanze. Da cosa dipendono queste condizioni?

 

Con o senza Pokrovsk, gli ucraini devono essere in grado di continuare a resistere alla Russia negandogli significativi guadagni di territorio e frustrandone l'obiettivo principale di sottomissione geopolitica di Kiev.

 

vladimir putin donald trump anchorage, alaska foto lapresse

I fattori determinanti sono quattro. Uno solo nelle mani ucraine: la resistenza militare. Dall'esterno, tre elementi possono fare la differenza, uno dipendente dagli Usa, due dall'Europa. Da parte americana, la fornitura dei Tomahawk: malgrado i ripetuti tentativi, Volodymyr Zelensky deve metterci una pietra sopra, almeno per ora. Non è nelle intenzioni di Trump; non rientra nel suo disegno volto a trovare un accordo con Putin entro cui inserire anche la pace in Ucraina.

 

L'Europa, su cui ormai ricade il peso del sostegno all'Ucraina - e perché no, è una questione di sicurezza europea - ha due importanti frecce al suo arco. L'una, lo scongelamento dei fondi russi che darebbe a Kiev le risorse finanziarie per resistere ad altri due anni di guerra; l'altra, la corsia preferenziale, assieme alla Moldova, per un'adesione rapida, pur a contenuti limitati, all'Unione europea.

 

VERTICE ALLA CASA BIANCA CON DONALD TRUMP VOLODYMYR ZELENSKY E I VOLENTEROSI

A Bruxelles e nelle capitali si sta discutendo di entrambe. La prima è bloccata dal Belgio, la seconda dall'Ungheria. Se al Consiglio di dicembre l'Ue continuerà ad essere paralizzata su entrambi i fronti, Kiev subirà perdite molto più gravi di Pokrovsk. E noi europei scadremo sempre più nell'irrilevanza geopolitica.

guerra a Pokrovskla stretta di mano tra putin e trump ad anchorage, alaska. foto lapresse