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Estratto dell’articolo di Adriana Logroscino per il “Corriere della Sera”
domenico arcuri - commissione di inchiesta bicamerale sul Covid
Domenico Arcuri parla di una vicenda raccontata come «una spy story» rispetto alla quale «ho dato mandato ai miei avvocati di tutelarmi». FdI e Lega denunciano lo «scandalo mascheropoli» e la «gestione opaca», sulla quale «faremo luce nonostante l’evasività delle risposte». Pd e M5S lamentano un clima da «circo complottista e diffamatorio».
I lavori della commissione di inchiesta bicamerale sul Covid entrano nel vivo, con l’audizione dell’allora commissario straordinario, nominato da Giuseppe Conte, che parla «dopo 4 anni in cui mi sono autocondannato al silenzio», rivendica Arcuri stesso, e del fondatore e amministratore di Jc-Electronics Italia, la società laziale incaricata di fornire le mascherine e con la quale poi il contratto venne rescisso, Dario Bianchi. […]
Bianchi, ascoltato per primo, sostiene che Arcuri avrebbe rescisso il contratto per favorire aziende cinesi a scapito della Jc. L’ex commissario interviene per secondo con una lunga relazione. «Ho ascoltato — dice Arcuri — una spy story infarcita da non documentate informazioni».
Il tribunale di Roma, in primo grado, ha condannato lo Stato a risarcire con oltre 203 milioni di euro la Jc Electronics, per l’annullamento ritenuto illegittimo di una consistente commessa di mascherine. «Qualcuno ha sostenuto — replica Arcuri — che la struttura commissariale ha stracciato un contratto con un’azienda per stipulare il giorno dopo un contratto con un’altra azienda poi oggetto di indagine penale. Ma la risoluzione per inadempienza del contratto con la Jc, relativa alla fornitura di un milione di mascherine non conformi, è successiva alla conclusione delle forniture con le società cinesi».
DOMENICO ARCURI GIUSEPPE CONTE
Poi si diffonde in dati: «I produttori cinesi hanno fornito 800 milioni di dispositivi, il 7,6% del totale acquistato dal commissario, un’evidenza taciuta. Nessun monopolio. La struttura commissariale sottoscrisse contratti con 40 aziende, 34 italiane, per 9 miliardi di mascherine. Quale congiura contro JC Electronics?».
Quindi Arcuri chiarisce che il suo ruolo rispetto all’approvvigionamento di mascherine era «del tutto marginale rispetto all’imponente e a tratti drammatico lavoro svolto» dalla struttura che guidava per far fronte all’emergenza.
Per niente convinti i componenti della commissione di FdI, tra cui il capogruppo in Senato Lucio Malan: «Arcuri doveva chiarire la sua posizione, invece minimizza, denigra altri auditi, sindaca sull’operato di società private. È stato evasivo, ma dovrà rispondere alle nostre domande». La fase, infatti, di interrogazione da parte dei commissari sarà successiva. «Ciò che emerge è inquietante» per Galeazzo Bignami, numero uno alla Camera dei meloniani. […]
Fanno quadrato intorno all’ex commissario, invece, Pd e M5S. «Abbiamo partecipato ai lavori per verificare credibilità e rigore scientifico nelle attività di indagine — dice il dem Francesco Boccia che nel governo Conte era ministro — ma se la commissione è strumentale, se lo scopo è fare processi politici sommari o discutere di contratti che riguardano interessi di singole imprese vicine alla maggioranza, sganciati da una discussione complessiva che ha riguardato la vita del Paese, allora l’orizzonte dei nostri lavori sarà molto limitato e saremo conseguenti». […]
DOMENICO ARCURI DOMENICO ARCURI GIUSEPPE CONTEdomenico arcuri
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