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“LE CARNI SINTETICHE? L’ESECUTIVO FA BENE A VIETARLE E A DIFENDERE L’AGRICOLTURA” – L’EX MINISTRO DEL PD, PAOLO DE CASTRO, SI SCHIERA CONTRO LA CARNE PRODOTTA IN LABORATORIO: “L’INTRODUZIONE DI QUESTO PRODOTTO METTE IN DISCUSSIONE UN SISTEMA DI PRODUZIONE MA ANCHE IL PAESAGGIO RURALE, GLI ASPETTI LEGATI AL TURISMO E ALLA SOCIALITÀ. È LA SOSTITUZIONE DELLA NATURA CON IL LABORATORIO E C’È POI ANCHE UN PROBLEMA DI CONCENTRAZIONE NELLE MANI DI POCHI DI QUESTA TECNOLOGIA COME DIMOSTRANO GLI INVESTIMENTI MILIARDARI…”
Estratto dell’articolo di Francesca Basso per il “Corriere della Sera”
«L’Ue ha una direttiva che risale al 1996 che vieta il consumo di carne prodotta utilizzando ormoni. Quindi non vedo come sia possibile ipotizzare che il legislatore europeo autorizzi il consumo umano di carni prodotte in laboratorio». Paolo De Castro, ex ministro delle Politiche agricole ed eurodeputato del Partito Democratico, punto di riferimento a Bruxelles delle imprese agroalimentari italiane, interviene sul dibattito che si è acceso in seguito al disegno di legge del governo italiano che vieta la produzione, commercializzazione, importazione di cibi sintetici (in particolare carne, pesce, latte e mangimi artificiali per animali).
È d’accordo con il provvedimento del governo?
«[…] Al di là dei divieti e del resto, che saranno questioni da affrontare a livello europeo, stante l’attuale divieto Ue di consumo di carne con ormoni, come insegna la disputa commerciale con gli Usa, non vedo come sia possibile che ne sia autorizzato il consumo».
Così non si blocca la scienza?
«Non bisogna mai fermare la scienza […] Tuttavia è necessario fare una riflessione sulla frattura tra il cibo da una parte e la natura dall’altra che crea questa idea dell’introduzione di prodotti coltivati in laboratorio, dalla carne al latte o altro».
Che cosa cambia?
«[…] mette in discussione un sistema di produzione che non solo caratterizza il cibo che noi consumiamo, ma anche il paesaggio rurale, gli aspetti legati al turismo e alla socialità».
[…] «[…] siamo di fronte alla negazione dell’agricoltura e dell’allevamento. È la sostituzione della natura con il laboratorio, si tratta di una pericolosa deriva che non ha nulla a che vedere con l’utilizzo degli insetti che sono comunque prodotti naturali. […]». […] «[…] C’è poi anche un problema di concentrazione nelle mani di pochi di questa tecnologia come dimostrano gli investimenti miliardari». […]
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