CIE SEI O CIE FAI? - L’IMMIGRATO, DIVENUTO ICONA DELLA RIVOLTA MIGRANTI PER ESSERSI CUCITO LA BOCCA, APPENA USCITO HA SFASCIATO SCOOTER, AUTO E MOTORINI. E HA PICCHIATO I CARABINIERI

Jacopo Granzotto per "il Giornale"

Domani mattina il senatore del Pd Luigi Manconi si recherà al Cie di Ponte Galeria per ricevere una lettera indirizzata a Napolitano. Nella missiva i migranti fanno sapere di voler essere ascoltati, di stare meno tempo dentro, di avere maggiori diritti e di non essere trattati come dei criminali.

Dal momento, fa sapere il senatore, che «criminali non lo sono in alcun modo». Ebbene, sarebbe il caso di aggiornare i dati in possesso di Manconi, poiché una delle bocche cucite al Cie, una delle icone progressiste, ha dimostrato di essere una minaccia per la società una volta uscito di lì. Ha distrutto auto, motorini e cassonetti. Poi ha picchiato anche i carabinieri. Può bastare?

Si tratta di Youssef Adna El Rabh, 31 anni, sedicente palestinese con numerosi precedenti penali per rissa, furto e stalking, ma in realtà secondo le autorità di altra nazionalità araba, probabilmente tunisino. El Rabh era gravato da un procedimento di espulsione, ma il magistrato non aveva concesso il nullaosta perché c'erano dei procedimenti penali ancora pendenti a suo carico. Per questo, una volta identificato, era stato liberato dal Cie prima di Natale dopo un mese di permanenza, mentre la protesta dei suoi compagni con le labbra cucite proseguiva.

Dunque, questo «palestinese» di 31 anni l'altra sera, in preda all'alcol, ha seminato il panico nel quartiere Marconi a Roma. Uno «che non è in alcun modo un criminale » a suon di calci ha scaraventato a terra 19 motocicli, cinque moto e una quindicina di scooteroni, ribaltato 16 bidoni dei rifiuti in ghisa e danneggiato in più parti alcune centraline della rete elettrica, causando anche un black-out di venti minuti. E quando sono arrivati i carabinieri dapprima ha tentato di fuggire e poi si è avventato come una furia. Arrestato per danneggiamento continuato, violenza e resistenza a pubblico ufficiale sarà processato per direttissima.

Naturalmente ora la sinistra progressista dirà che aveva bevuto, che era triste e che non era in lui e che comunque quelli con la bocca cucita erano tutti nordafricani. Oppure non dirà nulla. Sul suo profilo Facebook il sindaco di Roma, Ignazio Marino si appella per «riaprire il dibattito nazionale su questi luoghi disumani e su una legge, la Bossi-Fini, che equipara a criminali chi fugge da guerre, violenze e povertà».

Peccato che quel 31enne alticcio la guerra la stava scatenando a casa nostra. Nel frattempo i deputati di Sinistra Ecologia e Libertà Ileana Piazzoni, Filiberto Zaratti e Nazzareno Pilozzi, dopo la visita al Cie di Ponte Galeria dello scorso 25 dicembre, hanno inviato anche loro una lettera al presidente Napolitano per chiedere, «come fatto per la situazione in cui versano le carceri italiane, un intervento forte del Capo dello Stato sui Cie».

Per la cronaca le proteste contro i Cie si moltiplicano. A Napoli una cinquantina di manifestanti ha occupato per alcune ore la sede del comitato campano della Croce rossa italiana, chiedendo di chiudere subito i centri. A Bari, invece, la procura ha disposto accertamenti su alcuni ospiti del Cie dopo i disordini della vigilia di Natale provocati da una trentina di migranti. Protestavano per la scarsa qualità dei pasti.

E a proposito di centri di identificazione ed espulsione, illuminante l'opinine sul Cei di Modena data recentemente da Daniele Giovanardi, medico ed ex gestore. «Ho accumulato abbastanza esperienza per poter dire che il problema è che non si possono mescolare clandestini normali- ad esempio povera gente arrivata in condizioni di fortuna per sfuggire a guerre o miseria - con delinquenti professionisti. Bisogna dirlo. Nei nostri Cie i delinquenti esercitavano il potere spadroneggiando sui clandestini normali ». Delinquenti?

 

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