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FERMI TUTTI, ABBIAMO SCHERZATO? L'INCHIESTA SULL'URBANISTICA DI MILANO RISCHIA DI ESSERE L'ENNESIMO BUCO NELL'ACQUA - IL RIESAME SMONTA IL TEOREMA DEI PM PARLANDO DI "ARGOMENTAZIONI SVILENTI" E "CORRUZIONE NON PROVATA" - DAL QUADRO PROBATORIO "CONFUSO" AL CONCETTO DI "CONFLITTI DI INTERESSI ESTESO IMPROPRIAMENTE", LE MOTIVAZIONI CON CUI E' STATO ANNULLATO L'ARRESTO DI ALESSANDRO SCANDURRA SONO UN DURISSIMO COLPO PER LE TESI DELLA PROCURA - LE INTERLOCUZIONI CON L'ARCHITETTO BOERI SONO STATE DEFINITE DALLO STESSO GIP "AMICALI" E NON E' STATO RINTRACCIATO ALCUN CONTATTO TRA SCANDURRA E COIMA DI MANFREDI CATELLA - LA VICENDA GIUDIZIARIA PROSEGUE MA L'IMPIANTO ACCUSATORIO NE ESCE FORTEMENTE RIDIMENSIONATO

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Alessandro Scandurra

Da tgcom24.mediaset.it - Estratti
 
La decisione del Riesame e le motivazioni depositate Il collegio del Riesame, presieduto dai giudici Pendino, Ghezzi e Papagno, ha stabilito che non sussistono gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati.
 
In particolare, ha annullato l'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per Scandurra e quella in carcere per Bezziccheri, restituendo libertà anche a Catella.
 
(...)
 
Corruzione non accertata e quadro probatorio confuso
 
Al centro dell'inchiesta vi era l'ipotesi che gli incarichi di progettazione affidati a Scandurra fossero legati alla sua posizione all'interno della Commissione Paesaggio. Il Riesame ha sottolineato che non vi è prova che tali affidamenti siano avvenuti per ottenere pareri favorevoli, piuttosto che per le competenze dell'architetto, riconosciuto a livello internazionale per la sua attività professionale.
 
I giudici parlano di un "quadro fattuale confuso", che non consente di stabilire se Scandurra avesse effettivamente costruito attorno a sé una rete di imprenditori intenzionati a corromperlo.

stefano boeri beppe sala

 
La fattura contestata: per i giudici è legittima
Un elemento centrale delle accuse era una fattura da circa 22mila euro, che la Procura riteneva fittizia e funzionale al presunto patto corruttivo. Secondo i giudici del Riesame, invece, quel documento è riconducibile a prestazioni realmente effettuate.
 
La ricostruzione difensiva è stata ritenuta credibile, anche alla luce di un errore materiale tra le versioni cartacee e digitali del contratto.
 
L'analisi contabile ha confermato che non vi sono anomalie tali da giustificare l'ipotesi di un pagamento corruttivo mascherato. Negli atti di indagine, sottolinea ancora il Riesame, "non vi è traccia di sovrafatturazioni o di fatture false" ma soltanto di "compensi, peraltro, in linea o addirittura inferiori alle tariffe professionali dell'Ordine degli Architetti", che proprio per questo "non possono di certo definirsi 'lucrosi' o 'assai remunerativi' nell'accezione negativa attribuita dal gip".
 
Perciò "non si comprende sulla scorta di quali evidenze il gip abbia ritenuto che gli incarichi di progettazione siano stati affidati a Scandurra in ragione della sua funzione pubblica e non dell'attività di libero professionista".
 
Il nodo del regolamento edilizio e del conflitto di interessi
Il tribunale ha anche affrontato la questione del regolamento edilizio del Comune di Milano, che fino al giugno 2023 prevedeva l'obbligo di astensione solo nei casi in cui l'architetto avesse presentato direttamente un progetto, e non anche per lavori commissionati da clienti con cui avesse rapporti professionali paralleli. Secondo i giudici, l'interpretazione adottata dal gip ha esteso impropriamente il concetto di conflitto di interessi, senza considerare le modifiche normative intervenute di recente.

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Questo aspetto ha contribuito a indebolire ulteriormente la tesi accusatoria.
 
Scarcerazioni e conseguenze processuali
La decisione del Riesame ha portato alla scarcerazione immediata di Scandurra e Bezziccheri, oltre alla revoca delle misure cautelari nei confronti di Catella. Per il tribunale, la mancanza di un patto corruttivo accertato e l'assenza di riscontri solidi rendono infondate le accuse mosse dalla Procura di Milano.
 
La vicenda giudiziaria prosegue, ma con un impianto accusatorio fortemente ridimensionato, che ora dovrà essere riconsiderato nelle fasi successive dell'inchiesta.

 

 

beppe sala

RIESAME SU URBANISTICA, da gip e pm argomentazioni svilenti  

(ANSA) "Sarebbe sufficiente, per il Gip, l'esistenza di un pagamento e lo svolgimento della funzione pubblica in presunto conflitto di interessi per poter ritenere sussistente un accordo corruttivo" e questa "semplificazione argomentativa è svilente".

 

Lo scrive il Tribunale del Riesame di Milano nel motivare il provvedimento con cui ha annullato l'arresto di Alessandro Scandurra, ex componente della Commissione paesaggio e uno degli indagati nell'inchiesta sull'urbanistica. I giudici parlano di "un quadro fattuale confuso" nelle indagini dei pm e non hanno riconosciuto a carico di Scandurra gravi indizi di colpevolezza.  

 

I giudici Pendino-Ghezzi-Papagno hanno ritenuto che non ci siano agli atti indizi gravi, precisi e concordanti di colpevolezza di Scandurra sulla corruzione contestata. E che non c'è prova, in pratica, che gli incarichi che riceveva come architetto dalle imprese, tra cui la Coima di Manfredi Catella, fossero legati (manca il cosiddetto "rapporto sinallagmatico") al suo ruolo di componente della Commissione paesaggio e ai pareri favorevoli ai progetti immobiliari al centro dell'indagine.

manfredi catella

 

"Non si evince da alcuna delle evidenze investigative che Scandurra fosse consapevole di un dovere di astensione di portata più ampia rispetto a quello previsto dal Regolamento Edilizio", scrive il Riesame, che ha revocato i domiciliari a Scandurra, difeso dagli avvocati Giacomo Lunghini e Luciano Paris.

 

"Neppure può inferirsi alcuna consapevole violazione dell'obbligo di astensione da parte di Scandurra - si legge ancora - dal contenuto, piuttosto disadorno, delle conversazioni intrattenute con altri componenti della CdP o con gli imprenditori". In "nessuno dei messaggi rinvenuti e trascritti scambiati tra l'indagato e gli altri soggetti coinvolti si coglie alcun riferimento a tale circostanza, né si palesa alcuna sollecitazione da parte dei privati affinché Scandurra si adoperasse positivamente coltivando adeguatamente il loro interesse".

 

II gip Mattia Fiorentini "nelle sue valutazioni, rimandando alla richiesta cautelare del pm, omette di considerare le risultanze probatorie nella loro dimensione dinamica riproponendole acriticamente e connotandole di autoevidenza come dimostrano le chiose finali, comuni a tutti gli indagati ed ai rispettivi capi di incolpazione". Sempre il gip, a detta del Riesame, parla di "remunerazioni ricevute da Scandurra che si assume essere indebite senza, tuttavia, chiarirne le ragioni se non attraverso il ricorso a congetture".

 

manfredi catella

II gip, si legge ancora, "omette di considerare che Scandurra è un professionista di alto livello, destinatario di riconoscimenti internazionali.

 

Ha svolto i suoi incarichi per i quali ha ricevuto il giusto compenso - si legge nell'ordinanza -. Non vi è traccia di sovrafatturazioni o di fatture false". I compensi "non possono di certo definirsi 'lucrosi'". E il "quadro fattuale confuso" non "permette di apprezzare se Scandurra avesse concretamente polarizzato attorno a sé una cerchia di imprenditori risoluti a pagarlo per ottenere l'aggiudicazione di pareri favorevoli dalla Commissione per il Paesaggio".  

 

alessandro scandurra

RIESAME SU URBANISTICA, NON PUO' VALERE CORRUZIONE AUTOMATICA  

(ANSA) -  Il gip Mattia Fiorentini, sulla scorta delle indagini dei pm, ha portato avanti un "ragionamento congetturale (incarico professionale/remunerazione/corruzione)" e ha ritenuto così "automaticamente configurata l'esistenza del patto" corruttivo tra l'imprenditore Andrea Bezziccheri di Bluestone e l'allora componente della Commissione paesaggio Alessandro Scandurra. Per il gip, quindi, "il rapporto economico diviene automaticamente prova del dovere di astensione e la sua violazione diventa prova dell'accordo corruttivo".

 

Lo scrive il Tribunale del Riesame di Milano (giudici Pendino-Ghezzi-Papagno) nelle motivazioni del provvedimento - sovrapponibile a quello per Scandurra - con cui, smontando gli argomenti di gip e pm, ha revocato la custodia cautelare in carcere a Bezziccheri decisa dal gip a luglio nell'inchiesta sull'urbanistica.

 

I PROTAGONISTI DELL INCHIESTA DELLA PROCURA DI MILANO SULL URBANISTICA

Per ora sono state depositate queste due motivazioni e mancano ancora quelle su Manfredi Catella di Coima (domiciliari annullati anche per lui) e sull'ex assessore Giancarlo Tancredi, sull'ex presidente della Commissione paesaggio Giuseppe Marinoni e sul manager Federico Pella (revocati gli arresti, con misure interdittive per tutti e tre).

 

Se Scandurra "non era consapevole" di un obbligo di astensione dalla Commissione, "a maggior ragione non poteva esserlo Bezziccheri che di certo non era a conoscenza, e non era tenuto a conoscerla, della disciplina regolamentare sul conflitto di interessi che riguardava i membri della Commissione per il Paesaggio né tantomeno della modulistica di riferimento".

 

architetto Alessandro Scandurra

I giudici fanno notare che "la disciplina del conflitto di interessi" nella Commissione "era connotata da indubbi profili di lacunosità e ambiguità a riprova della non immediatezza della portata precettiva della regolamentazione, circostanza del tutto trascurata dal Gip che, anziché affrontare il tema con argomentazioni più ficcanti, ha biasimato gli indagati". 

 

RIESAME SU URBANISTICA, NESSUNA PROVA DEL PATTO CORRUTTIVO  

(ANSA) - MILANO, 16 SET - Secondo il collegio che lo scorso 12 agosto ha rimesso in libertà Scandurra e anche il patron di Bluestone, Andrea Bezziccheri, "difetta (...) l'individuazione degli elementi essenziali del reato" e "non risulta adeguatamente indagata la genesi del patto corruttivo" contestato dai pm, secondo i quali Scandurra, mentre era membro della Commissione per Paesaggio, tra il 2018 e il 2024, aveva ricevuto incarichi progettuali, remunerati, da diversi imprenditori.

 

Ciò avrebbe dovuto, secondo l'accusa, imporgli di astenersi dal partecipare alle sedute dell'organismo comunale per conflitto di interesse, laddove venissero trattati non solo i progetti di cui si occupava direttamente ma anche quelli degli imprenditori con cui lavorava e assegnati ad altri professionisti.

alessandro scandurra

 

La mancata astensione di Scandurra, per i pubblici ministeri incarna l'atto contrario ai doveri d'ufficio, "cristallizzato nelle conversazioni chat" e rappresentato "dal pagamento delle fatture" all'architetto e pubblico ufficiale. Tali argomentazioni "non convincono" il Tribunale del Riesame.

 

Infatti, si legge, le "complessive emergenze processuali non hanno dimostrato che tra Scandurra e imprenditori di riferimento (...) si sia formata e fosse persistentemente operativa - nell'arco dei due mandati in seno alla Commissione Paesaggio - una convenzione i cui termini peraltro non manifestati da costoro (...) ma dedotti dal gip con ragionamento congetturale (incarico professionale/remunerazione/corruzione)", implicavano un'attività "pregiudizievolmente favorevole ai privati dei poteri attribuiti al Pubblico ufficiale beneficiato da incarichi di progettazione".

 

MANFREDI CATELLA

Quindi per i giudici non è stata provata alcuna corruzione e tanto meno nei rapporti con il Ceo di Coima, Manfredi Catella. Riguardo al Pirellino "non persuade" la ricostruzione dei pm secondo cui Scandura avrebbe favorito la Sgr. "Non vi sono, in atti, evidenze di preliminari "avvicinamenti" o "condizionamenti" di membri della Commissione da parte di Scandurra.

 

Le interlocuzioni con l'architetto Boeri sono state definite dallo stesso gip "amicali" ? non è stato rintracciato alcun contatto tra Scandura e Coima", all'epoca detrattazione del progetto che si è poi arenato. 

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