MEGLIO DI UN BOND MOVIE! – L’INCREDIBILE BLITZ ORGANIZZATO DA UN UFFICIALE DELL’ESERCITO AMERICANO, DI STANZA A VICENZA, PER RIPORTARE IN ITALIA IL FIGLIO DI SEI ANNI SOTTRATTO DALLA MOGLIE, FUGGITA CON IL PICCOLO IN ROMANIA – L’UOMO HA INGAGGIATO UN VETERANO DELL’ESERCITO BRITANNICO, ALCUNI DETECTIVE PRIVATI E UN PILOTA DI UN AEREO PER PRENDERE IL BIMBO: “NESSUNA ISTITUZIONE MUOVEVA UN DITO E ALLORA CI HO PENSATO IO” – PER LA DONNA SI TRATTA DI UNA OPERAZIONE ILLEGITTIMA: “IL TRIBUNALE ITALIANO AVEVA DECISO CHE NOSTRO FIGLIO VIVESSE CON ME NELLA NOSTRA CASA, DALLA QUALE PERÒ ERO STATA SFRATTATA, QUINDI…” - VIDEO

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Estratto dell’articolo di Andrea Pasqualetto per il “Corriere della Sera”

 

ex capitano dell'esercito americano organizza blitz per riportare figlio in italia. 1

Prima ha ingaggiato Jay, un veterano dell’esercito britannico specializzato nel recupero di bambini stranieri all'estero. Poi Fabrizio, titolare di una grossa agenzia di investigazioni che ha subito sguinzagliato un paio di detective in Romania. Infine Giorgio, il suo istruttore di volo, perché il piano prevedeva pure l’uso di un Piper.

 

E con questa squadra speciale il capitano Nicholas C. D., 40enne ufficiale dell’esercito americano di stanza a Vicenza, ha messo a segno un blitz degno di James Bond. Obiettivo: riportare in Italia il figlio di sei anni sottratto due mesi prima dalla moglie fuggita con il piccolo in Romania con l’intenzione di restarci.

 

L’operazione è scattata il 30 luglio dello scorso anno e […] Ora il bambino vive con lui e con la nuova compagna a Mantova. «Dovevo farlo. Per mio figlio, per il suo futuro. Se avessi aspettato troppo sarebbe stato sempre più difficile. Già aveva iniziato a dire che non mi riconosceva come papà. Nessuna istituzione muoveva un dito e allora ci ho pensato io — spiega Nicholas che da qualche mese ha lasciato l’Army per fare l’avvocato, il suo primo lavoro —. Il bambino è felice in Italia, ha iniziato a frequentare la seconda elementare». Questa la sua versione.

ex capitano dell'esercito americano organizza blitz per riportare figlio in italia. 3

 

E l’ex moglie, la quarantasettenne romena Roxana, che un tempo dirigeva negozi di beauty, come la pensa? «Io l’ho denunciato alla polizia di Bucarest ma la giustizia romena non può procedere perché è un militare americano — sospira Roxana che nel frattempo è tornata in Italia e ha qualcosa da dire —. Io sono stata costretta ad andare in Romania con il bambino perché, dopo la fine del nostro matrimonio per un suo tradimento, non sapevo più come mantenermi.

 

Vorrei ricordare che prima di partire il tribunale italiano aveva deciso che nostro figlio vivesse con me nella nostra casa, dalla quale però ero stata sfrattata. Non avevo soldi, non avevo residenza e nessuno mi dava lavoro. Cosa potevo fare? Avrò anche sbagliato a portare il piccolo in Romania ma non avevo alternative... e poi dietro a tutto questo c’è anche un problema di alcol, Nick beveva e non ci trattava bene…».

 

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Lui smentisce seccamente: «Non è vero, né che lei fosse sul lastrico, visto che la famiglia ha varie proprietà, né che io fossi alcolizzato. Più semplicemente non accettava la fine del nostro rapporto e così mi ha creato molti problemi anche con l’esercito americano, ben sapendo che dicendo certe cose io avrei avuto delle conseguenze».

 

La lunga battaglia legale ha un punto fermo nella decisione del Tribunale di Vicenza del 17 luglio dello scorso anno, che ha ribaltato la situazione dopo la fuga di Roxana: «Si affida il figlio minore in via esclusiva e rafforzata al padre con collocamento dello stesso presso la sua residenza in Italia e con previsione che lui possa prendere da solo le decisioni di maggior importanza per il figlio relative all’istruzione, all’educazione, alla salute del minore».

 

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È sulla base di quel pronunciamento favorevole che il capitano Nick ha iniziato a pianificare «militarmente» l’incredibile recupero del bambino. Costo dell’operazione, […] 40 mila euro, fra aereo privato, veterano e agenzia di investigazione. […] Roxana può ora vederlo in videochiamata e in presenza una volta alla settimana con gli assistenti sociali.

 

«E secondo lei può bastare un’ora a settimana a una madre? Lui ha bisogno di me e io di lui — si strugge —. Lui ha rubato mio figlio come uno 007, l’ha portato via senza documenti con un aereo privato: com’è possibile che la giustizia non faccia nulla?». Il capitano ha la sentenza dalla sua: «Il bambino è affidato a me in via esclusiva».[…]