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A NOI GLI OCCHI! - L’INDIA CREA IL PIU’ GRANDE ARCHIVIO DIGITALE DEL MONDO: UNA SUPER CARTA D’IDENTITA’ A 1,1 MILIARDI DI PERSONE - IL DOCUMENTO CONTIENE IMPRONTE DIGITALI, DATI BIOMETRICI, CODICE FISCALE E COORDINATE BANCARIE - MA GLI HACKER SI SONO GIA’ SCATENATI PER ROVINARE LA FESTA

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Carlo Pizzati per “la Stampa”

 

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In questi mesi chi vive e risiede in India può trovarsi costretto in una di queste due situazioni: nove ore di fila all'anagrafe nel caldo soffocante, oppure, pagando 1000 rupie (13 euro), far venire a casa un funzionario con computer portatile, disco rigido, strumento per scannerizzare le impronte digitali e una sorta di visore da oculista che fotografa gli occhi e raccoglie più dati biometrici possibili. Poi, con l'aiuto di suocero e cognata che reggono un lenzuolo bianco dietro di voi, capiterà di farsi fotografare per la nuova carta d'identità, la più futuristica del mondo.

 

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Un procedimento completato già dal 99 per cento della popolazione indiana, quasi un miliardo e 168 milioni di documenti, per ottenere la carta «Aadhaar», che in hindi significa «le fondamenta». I progetti futuri del sistema costruito su queste fondamenta sono molto ambiziosi. Lo Stato chiede ai cittadini di collegare la carta biometrica al codice fiscale, al conto in banca e al conto per l' assegno di sussidio. Si tratta della banca dati digitale più grande del mondo.

 

Potrebbe essere uno strumento di alleggerimento finanziario e burocratico, la garanzia di controlli fiscali a prova di bomba, la digitalizzazione della sesta economia al mondo (il settore dei servizi cresce del 9 per cento all' anno dal 2001, ma l' agricoltura dà ancora lavoro al 49 per cento della popolazione). Oppure potrebbe trattarsi di una rete senza precedenti in cui gli hacker, violando un solo file, potranno accedere a tutti i dati dei cittadini.

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Infatti, i furti di hard disk, la mancata criptatura dei dati e la pubblicazione di informazioni private online sono già cominciate, con tanto di arresti, ma anche di accuse da chi si oppone a un controllo così intrusivo che digitalizza persino i dati del corpo. Il 5 agosto la polizia di Bangalore ha arrestato un hacker che con un' app scaricava e poi rivendeva i dati «Aadhaar» di un servizio ospedaliero on-line. Poi, il famoso campione di cricket Dhoni si è visto ritwittare dal ministero uno screen shot con i suoi dati personali. E a fine luglio lo stesso ministero ha ammesso la propria responsabilità nelle fughe di informazioni da vari dipartimenti, senza offrire alcun risarcimento alle vittime.

 

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È dal febbraio del 2015 che lo Stato indiano ha lanciato i «digilockers», armadietti digitali dove riporre in un gigabyte gratuito le immagini in formato digitale del passaporto, codice fiscale, tessera elettorale, patente, lauree, il buono-cibo della «ration card», le bollette e naturalmente l'«Aadhaar». Il tutto, in teoria, per smettere di doversi sorbire chilometri di file per fotocopie e timbri. Ma se qualcuno riesce ad accedere al vostro armadietto digitale, è finita.

 

Fa tutto parte del grande sogno del primo ministro Narendra Modi che ha come pilastro del programma di governo la digitalizzazione del Paese. E con la drastica demonetizzazione del novembre scorso, quando il premier ha di colpo reso illegali le banconote da 500 e 1000 rupie, c' è stato un aumento del 25 per cento nei pagamenti digitali.

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Ora servizi di taxi via app stanno registrando un incremento di passeggeri. Pagare un passaggio con lo smartphone non è più un privilegio delle classi medio alte, ma si è diffuso nella capitale come a Calcutta, Chennai e Mumbai tra donne delle pulizie, assistenti sociali, operai e lavoratori più umili, grazie al car pooling. E dopo un primo momento di difficoltà, stanno crescendo anche i «portafogli digitali» come PayTm e altri servizi simili, anche se si è scatenata una guerra tra aziende «fintech» e banche tradizionali, con molti colpi bassi.

 

Il prossimo passo, anche grazie ai dati biometrici della carta «Aadhaar», sarà quello di consentire agli esercenti di scannerizzare l'occhio con la webcam dello smartphone per un pagamento, senza bisogno di pin o firme. Ma quali sono le implicazioni sulla sicurezza dei dati e soprattutto sulla privacy? Con la Aadhaar card si entra in una zona di pericolo molto serio.

 

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Mentre tutti vengono invitati ad aprire un conto in banca, in un' economia che si basava sui contanti, a pagare con carta di debito o credito, a usare Uber e servizi simili, non si è sviluppato nel contempo un sistema di sicurezza all' altezza. La transizione non è semplice. Per esempio, si è sparsa la voce che non sia possibile esigere l' eredità se prima non si è certificata l' identità del parente deceduto, esibendo la sua «Aadhaar». Di fronte alle proteste di migliaia di persone, si è poi chiarito che «è preferibile avere la nuova carta, ma per un po' si potrà usare la vecchia».

 

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Invece, per ottenere i pasti gratuiti garantiti a 100 milioni di bambini bisognosi delle scuole pubbliche, ci vuole già la Aadhaar card. Nel settore immobiliare la biometrica dovrebbe poi servire a eliminare le truffe dei prestanome, perché solo con le vere impronte digitali o il controllo della retina dell' acquirente si potranno registrare titoli di proprietà.

Questo è il futuro, e il governo Modi è determinato a imporlo.

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