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L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE? MEGLIO COME "PERSONAL SHOPPER" - UN SONDAGGIO IPSOS RIVELA CHE CIRCA UN TERZO DEGLI ITALIANI ANCORA NON SI FIDA DEI "BOT" IN MEDICINA E IN POLITICA, MENTRE LA FIDUCIA AUMENTA PER COMPITI PIU' SEMPLICI COME GLI ACQUISTI ONLINE E SCEGLIERE IL PERCORSO MIGLIORE PER ANDARE DA UN PUNTO ALL'ALTRO - ILVO DIAMANTI: "DOBBIAMO CHIEDERCI SE IA È IN GRADO DI VALUTARE ED AGIRE DI FRONTE A SOLLECITAZIONI ESTERNE. L'INSIEME MEDIATO DA IA RISCHIA DI TRASFORMARE LA SOCIETÀ IN UN ALGORITMO"

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Estratto dell'articolo di Lodovico Poletto per "la Stampa"

 

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[…] Nel giorno in cui debutta il Festival dell'Economia in versione Torino, il tema dell'intelligenza artificiale irrompe di prepotenza sulla scena. E il sondaggio realizzato da Ipsos traccia un quadro che quasi non ti aspetti. Lo spiega bene Nando Pagnoncelli, attraverso numeri e grafici che raccontano due cose fondamentali. La prima: l'IA non è né buona né cattiva (secondo la maggioranza degli italiani).

 

La seconda: la tecnologia dell'IA va bene per un sacco di cose. Utile ad esempio per scegliere i prodotti da comperare on line […] Per cose pratiche, insomma. Ma poi, quando il livello si alza, […]non convince affatto. E - potendo scegliere - è ancora decisamente meglio l'uomo.

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Un esempio? Le cure mediche. […] In caso di intervento chirurgico, il bisturi tenuto in mano - e manovrato da un chirurgo - è considerato decisamente più affidabile di un macchinario guidato integralmente dall'intelligenza artificiale.

 

Lo pensano 66 italiani su 100. E questo non vuole dire che il malato italico non abbia fiducia negli strumenti tecnologicamente avanzati. Ma che - per usare le parole del sondaggista - «in positivo oppure in negativo l'aspetto umano ancora prevale». […] Ancora Pagnoncelli mentre analizza i dati: «Soltanto in due situazioni proposte agli intervistati prevale l'uso dell'intelligenza artificiale quale scelta migliore da fare». E si ripiomba nella banalità: «Scegliere il percorso migliore per andare da un punto all'altro». E per fare acquisti. […]

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La considerazione di Ilvo Diamanti, sociologo e politologo apre ancora altri scenari. E pone altre domande: «Dobbiamo chiederci se IA è intelligente. Se è in grado di valutare ed agire di fronte a sollecitazioni esterne». E allora ecco altri dati del sondaggio. Nelle decisioni chi rispetta di più la sensibilità di tutti, tra uomo e macchina? L'uomo. Chi è eticamente integro e ispirato al senso di giustizia? Ancora lui, l'uomo (e fino a qui sono gli aspetti positivi). Ma allo stesso tempo: chi è a rischio di orientare verso finalità diverse da quelle dichiarate? L'uomo, ovviamente.

 

E chi può essere condizionato da pregiudizi e impressioni superficiali? Sempre lui. Due soltanto i punti a favore «della macchina»: prende decisioni basate su informazioni complete ed aggiornate. È orientata all'efficienza e non tiene in considerazione altri aspetti. […]

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Tecnologia sì, allora, ma con cautela. Perché - alla fine di ogni confronto o discussione - è l'uomo quello che sceglie. Che sbaglia. Che ripara in caso di errore. E, non tutto è calcolo. «Siamo nei tempi nei quali possiamo ragionare» insiste Ilvo Diamanti. Facendo attenzione a quel che sarà. E quel che sarà ha spesso il sapore della scelta politica, tema sul quale il sociologo adesso è nettissimo: «I fondamenti della democrazia non devono essere affidati all'intelligenza artificiale». […]

 

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A questo punto uno si domanda se gli italiani abbiano, o meno, fiducia nella tecnologia (spoiler del sondaggio Ipsos: la risposta è sì). E potrebbe - in astratto - la tecnologia condizionare anche la vita politica. Ancora una volta la risposta è affermativa. E la spiegazione è in un mix di storia e di sociologia: l'industrializzazione ha portato il socialismo. «Idem ha fatto la tv: l'esempio lo abbiamo avuto anche qui in Italia». Basta? Assolutamente no. E vale un'ultima considerazione del sociologo Diamanti che la butta lì tra tante altre cose: «L'insieme mediato da IA rischia di trasformare la società in un algoritmo».Per fortuna non siamo ancora arrivati lì.