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UNA IENA NON GRADITA IN MAROCCO – L’INVIATO DELLE “IENE”, LUIGI PELAZZA, IN VACANZA CON LA FAMIGLIA, È STATO RESPINTO DALLA POLIZIA DI TANGERI: “MI HANNO DETTO CHE ERA PER UN PROBLEMA CHE AVEVO AVUTO NEL 2017 CON LA POLIZIA DI MARRAKECH. SI TRATTAVA DI UN MIO SERVIZIO PER LE ‘IENE’ SULLA PROSTITUZIONE MINORILE" – IL GIORNALISTA È STATO RISPEDITO IN ITALIA, MENTRE MOGLIE E FIGLI HANNO CONTINUATO IL VIAGGIO: “PER ENTRARE DI NUOVO IN MAROCCO DOVREI FARE UNA LETTERA DI SCUSE A SUA MAESTÀ IL RE…” - VIDEO!

 

Estratto dell’articolo di Federica Angeli per www.repubblica.it

 

Luigi Pelazza

“La cosa brutta è che io sono dovuto tornare a Tarifa e la mia famiglia ha proseguito la vacanza in Marocco senza di me. Quella bella (si fa per dire) è che scrivendo una lettera al re un domani potrò rimettere piede in quel paese”. A raccontare di una vacanza interrotta sul più bello è lo storico volto delle Iene, Luigi Pelazza […]

 

Raccontaci tutto. Quando sei partito e con chi per le tue vacanze?

“Il 1° agosto sono partito con la mia famiglia e con il mio camper americano, siamo stati in Francia, Spagna e poi siamo arrivati a Tarifa vicino Gibilterra. Il 9 agosto abbiamo lasciato il camper in un campeggio sicuro e preso la nave che ogni ora parte per Tangeri”.

 

POLIZIA IN MAROCCO

Alla partenza tutto normale?

“Sì, assolutamente. Salgo sulla nave, facciamo il viaggio ma all'arrivo, prima di scendere la polizia ci chiede i passaporti, a me, la mia famiglia e a tutti. Quando tocca a me, gli agenti si guardano e mi dicono che io non posso entrare”.

 

Ti spiegano perché?

"Mi dicono che è per un problema che avevo avuto nel 2017 con la polizia di Marrakech. Faccio mente locale e capisco che si trattava di un mio servizio girato per le Iene”.

 

Cosa denunciava il servizio?

"Raccontai che in una piazza di Marrakech delle minorenni si prostituivano e ricordo che mentre giravamo il servizio ci hanno interrotto e ci hanno fatto il foglio di via immediato. Mi sequestrarono telecamere e materiale che però poi ci hanno ridato, quindi il servizio uscì, ma seduta stante ci riportarono all’aeroporto”.

 

Luigi Pelazza

Quando la polizia ti ha detto che non potevi restare cosa hai fatto?

“Niente, ho parlato con mia moglie e abbiamo deciso che lei, i miei figli sarebbero scesi e rimasti lì la settimana che avevamo preventivato, con un'altra coppia di Torino con cui viaggiavamo, e io me ne sono tornato a Tarifa”.

 

Da lì hai contattato qualcuno?

“Sì, chiamo la Farnesina, gli racconto la storia e mi mettono in contatto con un ambasciatore che sta a Rabat, che dopo aver sentito le autorità mi conferma essere quell’episodio del 2017. Sono passati tre giorni: ora non rispondono più e devo mollare il colpo”.

 

POLIZIA IN MAROCCO

Quindi non potrai più entrare in Marocco?

“No, un modo c’è. Per entrare di nuovo in Marocco dovrei fare una lettera di scuse a sua maestà il re per aver messo in cattiva luce l’immagine del Marocco. Lettera che io farò rivendicando però il motivo per cui ero stato lì e spiegando che denunciare le cose che non vanno in un paese non equivale a dichiararsi nemico di quel paese”.

POLIZIA IN MAROCCO

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