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1 - LA FRASE OMESSA DI BENEDETTO NELLA LETTERA A FRANCESCO
Massimo Franco per il “Corriere della Sera”
È difficile non definirlo, come minimo, un pasticcio. L'ufficio stampa della Santa Sede che omette dalla lettera del Papa emerito Benedetto XVI a Francesco una frase che suona come presa di distanza dai suoi libri teologici, proietta un' ombra sui rapporti tra i due. Monsignor Dario Viganò, uomo della comunicazione di Francesco, l' altro ieri aveva letto la parte in cui Benedetto sottolineava la «continuità interiore» col successore; e in cui lodava l' iniziativa degli undici libri appena pubblicati: lo sforzo teologico di Jorge Mario Bergoglio.
Già il messaggio in sé era apparso inusuale: come se Francesco volesse anche la legittimazione dottrinale di Benedetto, grande teologo, per presentare la sua fatica editoriale. Ma l'occasione del quinto anniversario dell' elezione era un' ottima ragione per giustificarla. Ieri, però, si è saputo che Viganò non aveva letto il messaggio integrale. Il blog Settimo Cielo, spesso critico con Francesco, ha rivelato che mancava un paragrafo finale: sette righe sorprendenti.
Si intuisce che c'era stata la richiesta di una «recensione», che il pontefice emerito sembra avere respinto, definendoli «piccoli volumi». La frase omessa, non a caso filtrata dalle stanze vaticane, recita testualmente dopo molti complimenti a Francesco e all'iniziativa: «Non mi sento di scrivere su di essi una breve e densa pagina teologica perché in tutta la mia vita è sempre stato chiaro che avrei scritto e mi sarei espresso soltanto su libri che avevo anche veramente letto».
E nelle righe finali, sullo sfondo di quanto è accaduto, gli avversari del Papa rischiano di trovare nuovi appigli: «Purtroppo, anche solo per ragioni fisiche», scrive infatti Benedetto, «non sono in grado di leggere gli undici volumetti nel prossimo futuro, tanto più che mi attendono altri impegni che ho già assunti».
Si sa che Benedetto è particolarmente fragile e ha diradato non solo i suoi pochi impegni ma anche le passeggiate nei giardini vaticani. Ma fa un po' impressione registrare che non avrà tempo di leggere la summa teologica di Bergoglio. Un particolare: la lettera a Viganò è datata 7 febbraio, in risposta a una missiva del prefetto per la comunicazione del 12 gennaio. È stata resa nota solo il 12 marzo. In parte.
2 - LA LETTERA DI RATZINGER A BERGOGLIO
Città del Vaticano
7 febbraio 2018
Reverendissimo Monsignore,
La ringrazio per la sua cortese lettera del 12 gennaio e per l'allegato dono degli undici piccoli volumi curati da Roberto Repole.
Plaudo a questa iniziativa che vuole opporsi e reagire allo stolto pregiudizio per cui Papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica, mentre io sarei stato unicamente un teorico della teologia che poco avrebbe capito della vita concreta di un cristiano oggi.
BERGOGLIO E RATZINGER A SAN PIETRO PER IL CONCISTORO
I piccoli volumi mostrano, a ragione, che Papa Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica e aiutano perciò a vedere la continuità interiore tra i due pontificati, pur con tutte le differenze di stile e di temperamento.
Tuttavia non mi sento di scrivere su di essi una breve e densa pagina teologica perché in tutta la mia vita è sempre stato chiaro che avrei scritto e mi sarei espresso soltanto su libri che avevo anche veramente letto. Purtroppo, anche solo per ragioni fisiche, non sono in grado di leggere gli undici volumetti nel prossimo futuro, tanto più che mi attendono altri impegni che ho già assunti.
Sono certo che avrà comprensione e la saluto cordialmente.
BERGOGLIO E RATZINGER A SAN PIETRO PER IL CONCISTORO
Suo
Benedetto XVI
3 - RATZINGER SPUTTANA I CORTIGIANI DI BERGOGLIO
Lorenzo Bertocchi per “la Verità”
Sarebbe stato veramente utile che il prefetto della segreteria per la comunicazione vaticana, monsignor Dario Edoardo Viganò, avesse pubblicato e reso nota tutta la lettera che Benedetto XVI gli ha fatto pervenire in occasione del lancio della collana di libri La teologia di papa Francesco. Si sarebbe evitata tutta una serie di speculazioni e fraintendimenti, ma soprattutto avremmo goduto della fine ironia del Papa emerito.
Perché il finale della lettera, pubblicata ieri pomeriggio dal blog del vaticanista Sandro Magister, getta molta luce anche sull' attacco dello scritto, quello in cui Benedetto XVI loda l' iniziativa editoriale a sostegno della teologia di Francesco, un' iniziativa, scrive Ratzinger, «che vuole opporsi e reagire allo stolto pregiudizio» di chi accusa Francesco di essere impreparato teologicamente, e chi, invece, ritiene il Papa emerito semplicemente un teologo distaccato dai problemi della gente.
BERGOGLIO E RATZINGER A SAN PIETRO PER IL CONCISTORO
Dicevamo dell' ironia della parte finale della lettera perché, fermo restando il passaggio sullo «stolto pregiudizio» e quello sulla «continuità interiore» tra il papato di Ratzinger e quello di Bergoglio, il Papa emerito dal monastero Mater Ecclesiae fa sapere: «non mi sento di scrivere su di essi (i libretti della nuova collana, ndr) una breve e densa pagina teologica perché in tutta la mia vita è sempre stato chiaro che avrei scritto e mi sarei espresso soltanto su libri che avevo anche veramente letto». Infine, dice che «purtroppo, anche solo per ragioni fisiche, non sono in grado di leggere gli undici volumetti nel prossimo futuro, tanto più che mi attendono altri impegni che ho già assunti».
BERGOGLIO E RATZINGER A SAN PIETRO PER IL CONCISTORO
Insomma, il Papa emerito sta dicendo a Viganò che ha altro da fare e quei volumetti proprio non li leggerà. Eppure il monsignore esperto di comunicazione aveva la lettera di Benedetto XVI, in mano da un bel po' di tempo visto che porta la data del 7 febbraio scorso, e avrebbe davvero avuto tutto il tempo per riflettere su come regalarci questa chicca.
Invece, ha preferito sottolineare solo i primi due paragrafi dello scritto, appunto quelli sullo «stolto pregiudizio» da abbattere e sulla «continuità interiore» tra i due pontificati. Verrebbe quasi da considerare quello che ha scritto il vaticanista Andrea Tornielli su Vatican insider a proposito di «taluni interpreti di Bergoglio, intenti a costruire chiavi ermeneutiche del pontificato sulla base dei loro schemi o delle loro agende che finiscono per trasformare i messaggi e la testimonianza personale del Papa in slogan vuoti o nella conferma dei loro progetti».
BERGOGLIO E RATZINGER A SAN PIETRO PER IL CONCISTORO
Ma certamente i motivi per cui anche l' Osservatore romano uscito ieri non ha dato completa diffusione del messaggio del Papa emerito saranno altri e più profondi.
Forse saranno le «eteree eulogie» di cui ha scritto il gesuita padre Antonio Spadaro in un tweet con cui ha commentato la lettera di Ratzinger.
«E Benedetto XVI», ha cinguettato il cyberteologo direttore della Civiltà cattolica, «si smarca con eleganza e decisione da dubia e birignao teologici contro papa Francesco. E si smarca pure dalle eteree eulogie che altri gli hanno costruito addosso». Ha ragione Spadaro, ma con il finale della lettera, Benedetto XVI fa di più, perché in quella sua mancanza di tempo per leggere i libretti della collana possiamo intravedere anche un tentativo di smarcare il successore da quelli che sono stati definiti come «turiferari». Più bergogliani di Bergoglio.
BERGOGLIO E RATZINGER A SAN PIETRO PER IL CONCISTORO
Quelli che si sono incaricati di essere profeti di una nuova chiesa, la «chiesa di Francesco», e finiscono per edificare una chiesa autoreferenziale, mostrandosi prigionieri di quel dibattito mediatico che dicono di voler combattere. Dopo cinque anni vi sono luci e ombre nel papato di Francesco, sarebbe però importante che le ombre venissero affrontate senza rifugiarsi dietro alcune frasi di Benedetto XVI, il quale ama la Chiesa oltre ogni possibile strumentalizzazione.
La sua fine ironia è un messaggio di grande vitalità e lucidità, quella che sembra mancare in chi ha omesso di pubblicare integralmente la lettera. Sono cinque anni dall' elezione di Francesco, e il «nonno saggio in casa», come Bergoglio definì Ratzinger, non manca di far sorridere ancora i suoi tanti nipotini.
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