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“L’ULTIMA VOLTA CHE MI HA TELEFONATO, PADRE DALL’OGLIO NON ERA TRANQUILLO” – IL RACCONTO DI LIA GIOVANAZZI BELTRAMI, AMICA DEL RELIGIOSO SCOMPARSO NEL 2013 IN SIRIA: “QUANDO È PARTITO SAPEVA IL PERICOLO CHE AVREBBE CORSO: SPERIAMO DI SAPERE PRESTO LA VERITÀ” – IERI È STATO RITROVATO UN CORPO CHE POTREBBE ESSERE QUELLO DEL GESUITA ROMANO, ANCHE SE DAL PAESE MEDIORIENTALE SUBITO SMENTISCONO…
PADRE DALL’OGLIO E IL «GIALLO» DEL PRESUNTO RITROVAMENTO. QUELLA TELEFONATA IN TRENTINO: «NON ERA TRANQUILLO»
Estratto dell’articolo di Marzia Zamattio per www.corriere.it
C’è attesa e speranza anche in Trentino dopo il presunto ritrovamento del corpo di padre Paolo Dall’Oglio, il gesuita romano classe 1954 rapito nel luglio del 2013. Attesa, per capire se realmente le spoglie ritrovate in una fossa comune nei pressi di Raqqa in Siria appartengono al religioso.
Speranza che al contrario si possa ancora ritrovare vivo in qualche angolo della Siria o del mondo. Per ora nessuna conferma sul giallo e la sorella Francesca parla di fake news. E gli amici trentini intanto sperano.
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«Ho sempre sperato in questi 12 anni che mi suonasse il telefono e potessi sentire la sua voce — spiega la scrittrice e regista Lia Giovanazzi Beltrami, amica del religioso in particolare quando era assessora provinciale alla Solidarietà internazionale — l’avevo sentito subito prima della sua scomparsa».
Un legame con padre Dall’Oglio suggellato dalle numerose visite in Trentino dove il religioso aveva legami con Unimondo, il vescovo Bressan, le Acli e altre realtà. E dove nel novembre del 2012, otto mesi prima della sua scomparsa, aveva scritto «L’appello di Tuenno, iniziativa della gente democratica di solidarietà coi democratici siriani». […]
[…] «L’ultima volta l’ho sentito telefonicamente dalla Siria, non era tranquillo, stava precipitando la violenza», ricorda Beltrami. «Quando è partito sapeva il pericolo che avrebbe corso: speriamo di sapere presto la verità», conclude.
Un altro trentino che conosceva il gesuita romano è il noto fotografo trentino Giorgio Salomon, che lo ricorda come «una persona molto intelligente, aveva contatti con gli arabi e andava anche nelle moschee», spiega ripercorrendo il suo viaggio in Siria nel 2012 con Nuovi Orizzonti per girare un video.
«È stato un personaggio di valore, lui voleva riuscire a mettere d’accordo tutti, lui parlava con tutti, ma appena ti guardava e ti pesava, sapeva già come la pensavi». E poi i giovani: «Parlava con loro, era bello sentirlo dialogare, ti invogliava al confronto». […]
“TROVATO IL CORPO DI DALL’OGLIO” MA DALLA SIRIA ARRIVA LA SMENTITA
Estratto dell’articolo di Gabriella Colarusso per “la Repubblica”
In Siria molti lo chiamano ancora con affetto “Abuna”, padre. E per tanti siriani lo è stato davvero un padre, Paolo Dall’Oglio, coraggioso e carismatico gesuita scomparso il 29 luglio del 2013 a Raqqa allora occupata dall’Isis.
Ieri mattina un’indiscrezione riportata dal settimanale Oggi sembrava poter accendere una luce sul destino del religioso, sulla cui sorte in questi anni si sono succedute notizie di ogni tipo, poi sempre smentite. Ma le informazioni che arrivano dal nord della Siria e dalla famiglia impongono prudenza.
«Il cadavere di un uomo in abiti religiosi che si ritiene possa essere quello di padre Paolo Dall’Oglio è stato ritrovato in una fossa comune nei pressi di Raqqa in Siria », scrive il settimanale.
L’indiscrezione era stata riferita dal vescovo armeno-cattolico di Qamishli, una città nel nord est siriano sotto controllo curdo, Monsignor Antranig Ayvazian, che dice di averla raccolta dal parroco caldeo della regione che a sua volta ha come fonte un «giornalista musulmano ».
Lo stesso vescovo però invita ad «accertare» la verità di questa presunta scoperta. La sorella di Dall’Oglio, Francesca, è convinta che si tratti di un falso: «In questi anni ci sono state spesso fake news, questa per me non è una notizia vera», ha spiegato. E aggiunge un dettaglio: il giorno del suo rapimento, Abuna Paolo «indossava abiti civili», come era sua abitudine.
Yasser Al Khamis, responsabile del team per le persone scomparse che lavora nella Siria nordorientale dal 2018, dice a Repubblica : «Siamo i primi a volere la verità su padre Paolo, ma smentiamo nettamente le notizie che circolano sul suo ritrovamento nel cimitero di Al-Fursan a Raqqa, dove stiamo attualmente conducendo indagini ma dove non sono in corso scavi o estrazioni».
L’inchiesta sulla scomparsa del gesuita è stata archiviata da tempo, ma dopo le nuove indiscrezioni la procura di Roma ha affidato ai carabinieri del Ros il compito di cercare riscontri sul presunto ritrovamento.
Padre Paolo era andato a Raqqa per cercare di negoziare la liberazione di alcuni ostaggi nelle mani dell’Isis […]. Negli anni, sulla sua sorte sono circolate moltissime notizie: si disse che fosse stato rapito da Jabbat al Nusra, il movimento islamista fondato dall’attuale presidente ad interim siriano, al Sharaa; che fosse stato ucciso dall’Isis, la versione che rilancia anche il vescovo Ayvazian.
Ma come ricorda la sorella Francesca, «poi ne sono circolate altre», che fosse stato catturato dalla milizia jihadista Huras al-din o che fosse nelle carceri del regime di Assad. […]
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