DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI…
Estratto dell'articolo di Enrico Ferro per "la Repubblica"
Dopo più di 20 anni nell'accoglienza dei migranti, don Luca Favarin, il prete degli ultimi, capelli lunghi e sciarpa arcobaleno sempre al collo, è stato sospeso "a divinis" dalla Diocesi di Padova.
Significa che non potrà più celebrare messa, battezzare, confessare, sposare. Lui se ne va sbattendo la porta, dopo un confronto duro con il vescovo Claudio Cipolla, che non condivide la modalità di quel sistema di accoglienza.
Don Favarin ha aperto bar, tavole calde, mense, ristoranti, addirittura un villaggio per minori non accompagnati. Le sue idee hanno incontrato il favore dell'imprenditoria progressista padovana e questo ha generato, negli anni, una realtà che si sostiene e funziona. Una realtà che produce utili. Ma la Diocesi padovana non transige: «Non possiamo essere coinvolti nelle sue attività a carattere imprenditoriale». E quindi addio, ognuno per la propria strada.
(…)
Quante cooperative avete e con quale volume d'affari?
«Abbiamo Percorso Vita, Percorso Altro e Percorso Terra: il volume d'affari è di circa 1 milione e 700 mila euro l'anno. I soldi vengono reinvestiti nell'attività: non ci sono consulenti da pagare o gettoni di presenza, e nemmeno compensi per consiglieri del cda».
Chi la paga?
«Ogni Comune che affida a noi un minore paga una retta. Ogni anno togliamo dalla strada 160 ragazzi. Arrivano che sono criminali, analfabeti, abusati. Noi lavoriamo con l'inserimento scolastico e poi lavorativo. Abbiamo aziende amiche che li assumono, che li testano. Alla fine del percorso vengono inseriti in società con un loro lavoro e una casa».
(…)
Come mai ha deciso di fare il primo passo per l'uscita dallo stato clericale?
«Ormai mi avevano estromesso da tutto: dicevo solo una messa a settimana, la domenica. Altri preti sniffavano e andavano a puttane, e nei loro confronti hanno avuto molto più riguardo. Io faccio accoglienza e per questo sono stato allontanato. Mi sono stancato di sopportare».
Secondo lei papa Francesco è d'accordo con la linea intransigente della Diocesi di Padova?
«Mi dicono di andare a parlare con il Papa ma io non lo farò mai. Sono un pacifista. Non faccio la guerra, nemmeno al vescovo che mi vuole cacciare».
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