RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”
lara comi squadra parlamentari calcio
I costi delle sedi a Varese di Forza Italia pronti per essere fatti pagare all' ignaro Parlamento Europeo con un escamotage attorno al legittimo rimborso all' europarlamentare forzista Lara Comi dello stipendio del proprio portavoce: forse più delle accuse sinora rivoltile - e cioè più delle già note ipotesi di «finanziamento illecito» e di «corruzione» dietro la fittizietà o meno di due consulenze alla sua società di marketing -, questa terza e nuova ipotesi di reato di «truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche» suona politicamente sdrucciolevole per la coordinatrice in provincia di Varese del partito di Silvio Berlusconi.
Leader che si era speso a sua difesa all' avvio dell' indagine, e che ora deve peraltro decidere quali dei 4 seggi (conquistati domenica come capolista alle elezioni europee) cedere a 3 dei 4 secondi arrivati, fra cui appunto Comi votata al Centro-Nord da 32.000 elettori.
Davanti a uno dei Tribunali del Riesame delle 43 misure cautelari del 7 maggio (per ora tutte confermate, come ieri per il pure eurocandidato forzista Pietro Tatarella), la Procura di Milano ha infatti depositato l' interrogatorio di un collaboratore esterno del quotidiano varesino «La Prealpina», che nell' ordinanza compariva come sponda (ad avviso dei pm) di una campagna-stampa commissionatagli dal vero uomo forte di Forza Italia a Varese, il condannato definitivo per concussione Gioacchino Caianiello, per mettere in difficoltà il sindaco di Gallarate contrario a una variante urbanistica su un supermercato a cuore di due imprenditori amici di Caianiello.
Lo stesso cronista è stato poi interrogato come teste, in un verbale interrotto a un certo punto per passare alle garanzie di coindagato, nella veste di giornalista legato all' europarlamentare da un contratto di prestazione servizi come autore dei discorsi, dei comunicati, dei post sui social. All' inizio lo stipendio è mille euro che, essendo costi di esercizio dell' attività parlamentare, Comi ha diritto di farsi rimborsare da Bruxelles.
A gennaio di quest' anno, però, il giornalista si sente escogitare una proposta da Carmine Gorrasi (ex consigliere comunale a Busto Arsizio, poi segretario varesino di Forza Italia, uomo di Caianiello), finalizzata ad aggirare il problema che Comi non versasse quanto i dirigenti locali del partito ritenevano dovesse corrispondere per contribuire alle spese delle strutture a Varese. L' idea è un aumento ufficiale di stipendio al giornalista a 3.000 euro, a condizione però che ogni mese accetti di retrocederne 2.000: così le spese del partito avrebbero finito per essere pagate non dalla dirigente forzista Comi ma, di fatto, dai fondi europei destinati al rimborso delle spese di lavoro dell' europarlamentare Comi.
Il giornalista ha sostenuto ai pm di essersi reso disponibile all' intesa perché sentitosi tirato in mezzo e per paura di perdere quel lavoro. L' accordo non ha però fatto in tempo a tradursi nella prima retrocessione di soldi perché l' Europarlamento, nel verificare la realtà del lavoro del giornalista per Comi, stava iniziando ad aprile a liquidare lo stipendio con la cifra «maggiorata»: e il 7 maggio ci sono stati gli arresti. Se in futuro dovesse invece venir meno l' elemento dell' induzione in errore, il reato non sarebbe più truffa (da 1 a 6 anni) ma «indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato o delle Comunità europee» (316 ter): preziosa per gli indagati perché punita, se sotto i 3.999 euro, solo da una sanzione amministrativa.
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