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Estratto dell'articolo di Marco Gasperetti per www.corriere.it
L’ha uccisa con un colpo di rasoio alla gola poco dopo le 20 di mercoledì nella camera d’albergo. Poi l’ha vegliata per 36 ore: due notti e un giorno. «Rossella voleva morire così e dovevamo farla finita insieme, nello stesso modo, ma io non ho avuto coraggio. Le avevo proposto di gettarci insieme da un dirupo ma poi ho accettato le sue volontà»: così ha raccontato agli investigatori, 57 anni, edicolante bergamasco dopo aver assassinato la moglie, Rossella Cominotti, 53 anni, nata in provincia di Cremona, un passato da parrucchiera. Una versione che poco avrebbe convinto pm e carabinieri se non fosse stata trovata una lettera della vittima che conferma la volontà di morire insieme al marito: scritta con calligrafia femminile, è firmata da entrambi i coniugi.
La lettera
Non è solo la storia di un delitto, la tragedia accaduta nell’Antica Locanda Luigina a Mattarana, una piccola località della Val di Vara, entroterra ligure, turistica d’estate ma deserta d’inverno. Avrebbe dovuto essere un suicidio condiviso, senza un movente almeno per ora, se non il fallimento di quell’edicola che i due coniugi, sposati da pochi mesi, avevano deciso di chiudere senza per altro avvertire nessuno.
Come scrive in un comunicato stampa la procura di La Spezia: «[...] la donna sarebbe deceduta a seguito di uno choc emorragico». Almeno due ore dopo il colpo di rasoio inferto dal marito. La donna, nella lettera che dovrà ora essere sottoposta a perizia calligrafica, avrebbe anche espresso la richiesta di non far troppo clamore sulla morte di entrambi.
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La veglia e la fuga
Il rasoio del delitto era di proprietà della vittima che in passato aveva lavorato come parrucchiera. L’uomo, dopo aver ucciso la moglie e averla vegliata per due notti, è fuggito la mattina dell’Immacolata dopo aver fatto colazione. Ma alle 13.30 di venerdì è stato fermato dai carabinieri. A loro ha detto: «Adesso scappo, così mi sparate e finisce tutto qui». Davanti ai militari è sembrato in stato confusionale, ma la sua fuga dopo il delitto è stata pianificata con razionalità. Avrebbe potuto imboccare la vicina autostrada, invece aveva scelto le tortuose strade che collegano la Liguria con la Toscana sperando di evitare telecamere, caselli, auto della polizia.
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I dubbi
Sul motivo della decisione di lasciare tutto, fino al gesto estremo, restano ancora molti dubbi. In un primo momento si era parlato di debiti accumulati per l’acquisto dell’edicola e altri affari finiti male, ma oggi questa ipotesi è sfumata. [...]
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