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“LE DONNE NON POSSONO FARE I GIUDICI PERCHE’ TROPPO EMOTIVE”. E L’UNIVERSITÀ DI BARI SOSPENDE IL PROF – IL DOCENTE DI BIOETICA SOSTIENE CHE PER GIUDICARE “BISOGNA ESSERE IMPARZIALI” E LE DONNE SONO TROPPO “SENSIBILI” – “CHI NON È CRESCIUTO DALLA MADRE NEI PRIMI 2-3 ANNI DI VITA A 30 ANNI SVILUPPA DELLE PSICOPATIE"; "LE COPPIE OMOSESSUALI NON POSSONO CRESCERE FIGLI" - VIDEO
Un professore di Bioetica dell’Università di Bari dice agli studenti, durante una video lezione, che le donne non possono fare i giudici. Perché “per giudicare bisogna essere imparziali” e le donne sono troppo “emotive e sensibili”.
Non solo, le donne dovrebbero stare coi figli perché “chi non è cresciuto dalla madre nei primi due-tre anni di vita a 30 anni sviluppa delle psicopatie”.
Ma gli studenti hanno registrato tutto e il video è finito online. E l’Università ha sospeso il docente.
L’associazione studentesca universitaria Link Bari ha denunciati un “episodio sessista e misogino”. Che ha come protagonista un docente di bioetica e filosofia morale durante una lezione on line per la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Ateneo barese.
“Queste aberranti parole – spiega l’associazione studentesca – erano accompagnate da slides dove sosteneva che il giudizio delle donne fosse condizionato a causa della loro innata ed esagerata sensibilità ed emotività”. Alessandro Digregorio, Senatore Accademico di Link Bari, aveva invocato “l’intervento del preside della Scuola di Medicina e del rettore per chiarire la faccenda, affinché i luoghi del sapere non siano più teatri di simili episodi misogini”.
“Gli studenti e le studentesse hanno il diritto di ricevere una formazione critica verso l’esistente”. Lo ha dichiarato Noemi Sassanelli, coordinatrice dell’associazione Link Medicina Bari. “Ma allo stesso tempo libera da discriminazioni e pregiudizi che da secoli ledono la figura della donna in ogni ambito. Non resteremo in silenzio: fuori il sessismo dalla nostra Università”.
Il rettore dell’Università di Bari Stefano Bronzini ha disposto “nelle more di definitive determinazioni in merito, l’immediata sospensione del professore”. Sospensione “sia dall’incarico di cultore della materia sia da qualsiasi altra attività di didattica e di ricerca di questa Università”.
L’Ateneo barese parla di “frasi lesive della parità di genere espresse che ad un primo esame contravvengono ai principi fondamentali enunciati dal Codice Etico di questa Università e, più in particolare, a quelli di eguaglianza e non discriminazione”.
“L’Università degli Studi di Bari Aldo Moro – dichiara il rettore Bronzini – sarà sempre attenta e vigile sui temi dell’uguaglianza e condannerà sempre qualsiasi atto di discriminazione, diretta e indiretta, morale, fisica o psicologica, relativa al genere, all’età, all’orientamento sessuale, alla razza, all’origine etnica, alla diversa abilità, alla religione, alla lingua, alle convinzioni personali e politiche nonché alle condizioni personali e sociali”. (Fonti: Ansa e Repubblica Bari)
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