DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE…
SE VOLETE CAPIRE QUANTO DANNOSO, TOSSICO E DISTRUTTIVO SIA IL FEMMINISMO CHE CI RITROVIAMO IN ITALIA, LEGGETE L’ARTICOLO DI SELVAGGIA LUCARELLI SULLE “FEMMINISTE” CARLOTTA VAGNOLI, VALERIA FONTE E FLAVIA CARLINI: LE PRIME DUE SONO INDAGATE PER STALKING PER AVER PERSEGUITATO UN UOMO, CHE HA POI TENTATO IL SUICIDIO, ACCUSANDOLO DI ESSERE UN “ABUSER” – LE FRASI IN CHAT: “MICHELA MURGIA ERA IN GRAN PARTE UNA PERSONA DI MERDA”, “SELVAGGIA LUCARELLI VA BATTUTA SUL TERRENO DEL RICATTO”, “CHIARA VALERIO UNA FASCISTA OMOTRANSFOBICA”, “QUEL VECCHIO DI MERDA DI MATTARELLA”, “VECCHIA NAZI DELLA SEGRE” - UNA COLATA DI RANCORE IN CUI VIENE EVOCATO ANCHE IL METODO TERRORISTICO: “INUTILE ILLUDERCI CON LE TARANTELLE DELLA GIUSTIZIA BORGHESE, PER FARE GIUSTIZIA SERVONO LE MODALITÀ MANGIONE” (IL RIFERIMENTO E' LUIGI MANGIONE CHE HA UCCISO A SANGUE FREDDO BRIAN THOMPSON, CEO DI “UNITED HEALTHCARE”)
1/2 Ci siamo fatti spiegare i diritti umani da quelli che godono quando l’Iran rapisce una giornalista. E augurano la morte al presidente della Repubblica italiana che cita la giornalista nel discorso di Capodanno. Ci siamo fatti spiegare le molestie dagli indagati per stalking.… pic.twitter.com/slyRwAK7hI
— Cecilia Sala (@ceciliasala) October 31, 2025
Selvaggia Lucarelli per il “Fatto quotidiano”
CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE
“Michela Murgia era in gran parte una persona di merda”. “Non vivo sana con questo rancore finché non crepano”. “Lucarelli va battuta sul terreno del ricatto” “Chiara Valerio una fascista omotransfobica”, [...], “Nessuno conosce un super hacker, qualcuno che le tolga il profilo?”. “Quel vecchio di merda di Mattarella”. “Quella vecchia nazi della Segre”.
Quelli che avete appena letto sono scambi estrapolati da una chat di gruppo al cui interno c’erano: Carlotta Vagnoli, forse la più nota tra le femministe mainstream, la sua collega attivista e influencer Valeria Fonte, l’influencer Flavia Carlini (anche – è tragicomico – vicepresidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti fondamentali della persona), l’attivista palestinese Karem Rohana e il divulgatore Giuseppe Flavio Pagano (“Dejalanuit” su Instagram).
Ed è possibile conoscere cosa si sono scritti da marzo 2024 a gennaio 2025 perché i dispositivi di Valeria Fonte e Carlotta Vagnoli sono stati sequestrati alcuni mesi fa a seguito di due denunce nei loro confronti: quella di A.S., un uomo che a seguito di pesanti accuse di essere “un abuser” da parte delle due femministe avrebbe tentato il suicidio.
E da Serena Mazzini, l’esperta di social media che a giugno 2024 fu accusata dalle stesse cinque persone presenti in quella chat di aver partecipato a un gruppo Telegram con 70 membri al cui interno – così sostenevano – si facevano dossieraggio, revenge porn, bodyshaming soprattutto nei loro confronti.
Peccato che dei contenuti di quella chat non esisteva neppure uno straccio di prova, particolare che non le aveva fermate dal coinvolgere nel call out (forse anche spontaneamente) nomi noti del femminismo e non solo (da Silvia Semenzin a Fedez e Ferragni).
CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE
Fu, di fatto, quello che in gergo viene definito call out, ovvero una sorta di mobilitazione di massa per accusare in maniera compatta qualcuno o un fenomeno. In questo caso, a subire il call out fu appunto Serena Mazzini (denunciata e archiviata). A finire indagate sono però anche Fonte e Vagnoli, che secondo il pm di Monza Rinaldi “molestarono” due persone (Mazzini e A.S.) “mettendo in atto una campagna denigratoria e offensiva”.
Chiuse le indagini, sono accusate di stalking.
Il contenuto delle 2000 pagine di atti relativi al contenuto della chat denominata “Fascistella” è sconcertante, anche perché i cinque membri sembrano protagonisti di un inconsapevole fenomeno di proiezione: accusavano Mazzini di far parte di un gruppo d’odio, misogino e violento, mentre proprio loro stessi scrivevano cose sessiste e feroci in una chat.
E stupisce pure perché soprattutto Vagnoli, Carlini e Fonte sono note per le prese di posizione contro l’odio, l’hate speech e per le battaglie femministe. Vagnoli si accanisce perfino sulla sua ispiratrice ed ex amica Michela Murgia, dopo aver pianto al suo funerale. Spettegola: “Michela era in gran parte una persona di merda eh. E lo dico con cognizione di causa e non poco dolore. E mi sa che Chiara Valerio sta provando a fare come lei, senza la sua scaltrezza”.
“Ha evaso il fisco per anni rivendicandolo. Poi quando si è ammalata santificava il Ssn. Da morta vengono fuori i debiti a fiumi”. Giuseppe Pagano: “Ahahahah, il marito poi ha ereditato i debiti?”. Vagnoli: “Marito e figli. Va che son tutti nella merda”. Sparla anche del vedovo di Murgia (“è un peso al culo”) aggiungendo che la famosa queer family “non è una famiglia, è un clan”. Ma Vagnoli ne ha per tutti, anzi, per tutte, visto che curiosamente i suoi bersagli preferiti sono le donne.
Dalle femministe Viola Carofalo di Potere al popolo (“stronza”) alla scrittrice Valentina Mira (“pazza, sfigata”). Detesta soprattutto la cara amica di Murgia Chiara Valerio su cui infierisce raccontando particolari intimi sulla sua vita sessuale e su presunte cattive abitudini di chi le sta accanto.
Propone anche di creare un account anonimo all’estero per fare dei call out, in modo da denunciare in forma anonima i presunti abuser a tutti gli eventi, i giornali, le manifestazioni e isolarli. Nutre poi un’ossessione per Serena Mazzini (ribattezzata con tono poco femminista “l’ancella”) e, appunto, per la sottoscritta. “Ho gli screen di TUTTE le storie della Lucarelli degli ultimi 16 mesi. La sto dossierando”.
Ma come, non accusava gli altri di fare dossieraggio? Sempre la sottoscritta, rea talvolta di contestarla su posizioni radicali, è “gossip, commedia sexy, un cancro, di quelli recidivi con metastasi al buco del culo. Povera crista, non trova spazio, ha 50 anni. È una psicopatica, è una povera stronza. È disturbata, è viscida, si nutre di merda, ha usato a suo favore pure Gaza, una disperata”.
“Se salto in aria dite a Mazzini e Lucarelli che devono crepare male”, dice. Commenta compulsivamente miei post e articoli sul Fatto. Nei suoi numerosi scambi di messaggi (fuori dalla chat) con la giornalista Guia Soncini, la femminista rampante mi definisce “col quoziente intellettivo di una scimmia, manca il pollice opponibile” e mi chiama “Civitavecchia” insieme alla sua amica con tono sprezzante.
Soncini si augura che nell’orribile gruppo Telegram ci sia dentro anche io, Vagnoli lo ipotizza più volte. Entrambe parlano del mio libro (se lo scambiano), della mia posizione in classifica sperando che cali, profetizzano che non venderò. Su Mazzini, il cui successo la preoccupa al punto da organizzare poi il famoso call out. Vagnoli nella chat: “Prima o poi andrà fatta fuori raga. Più aspettiamo più diventa grande”. Sostiene che Fedez le abbia offerto i suoi avvocati per intraprendere la causa contro Mazzini (che ha più volte criticato i Ferragnez).
guia soncini tra carlotta vagnoli e christian rocca
Flavia Carlini, nella chat, utilizza un linguaggio ancora più violento. Sembra ossessionata da me: “Raga, ma un hacker? Qualcuno che le tolga il profilo? Va arginata”. “Vorrei solo che si strozzasse o che le togliessero il profilo”. “Io spero che crepi”. E: “Credo di non aver mai odiato così una persona in vita mia”, “Latrina”, “Testa di cazzo”, “Faccia di cazzo”, “La odio visceralmente”, “Lucarelli va battuta su un altro terreno, quello legale.. o del ricatto”.
La sera di Capodanno, sempre Carlini: “Ma lo state sentendo quel vecchio di merda di Mattarella?”. Vagnoli: “Ovvio”. Karem: “Spero non arrivi al 2025”. Pagano scrive [...] “Quella latrina della Sala”, “Per fare giustizia servono le modalità Mangione, inutile illuderci con le tarantelle della giustizia borghese”, “Il famoso attentato a Belpietro che non ci fu, purtroppo”.
Ed è nei confronti di Cecilia Sala che il gruppo ben presidiato dalle femministe si accanisce di più. Le battute sulla sua vita sessuale e su presunti partner passati o presenti sono costanti e volgarissime, tra le grasse risate di Vagnoli&C. Quando viene arrestata in Iran, per tutti la preoccupazione principale sono i vantaggi che ne trarrà. Carlini: “Direi che ha dato una ‘svoltata’ definitiva alla sua carriera. Io non dirò un cazzo di niente”.
Fonte: “E ora vai di podcast. Di libri, di ospitate, di coccarde, di premi al valore”. Ma Vagnoli dà in pasto agli altri anche la vita sessuale di Roberto Saviano e Carlini lo deride per come scrive. Ne hanno per tutti: per la giornalista Simonetta Sciandivasci che per Carlini diventa “Scendicazzi”, per i giornalisti Valerio Nicolosi e Oggiano, per il detestassimo Francesco Costa, Marco Travaglio, Cathy La Torre (“stupida”, “sul baratro”) e soprattutto per Paolo Mieli, sul quale si fa del gossip feroce riguardo la sua vita privata e ripetuto bodyshaming.
Non risparmiano neppure le attiviste/femministe (Francesca Bubba, Giulia Siviero, Eddi Marcucci) e i Tlon (Maura Gancitano e Andrea Colamedici) chiamati “Gancinbocca e Colamerda”. “Dobbiamo radicalizzare, attaccare, accusare”, dice Vagnoli. “La cancel culture è l’arma più potente che il femminismo abbia avuto negli ultimi 10 anni”.
carlotta vagnoli e guia soncini
Peccato che più che cancel culture i metodi di Vagnoli&C. sembrino mirati a eliminare direttamente il nemico e che alcune delle più note femministe, nel privato, si rivelino l’esatto contrario dell’immagine pubblica che hanno costruito. E non è un problema solo di incoerenza personale, ma di un sistema di potere dove la “giustizia sociale” diventa strumento di vendetta e il call out un modo per controllare la narrazione e annientare i dissidenti. Sorelle comprese.
valeria fonte 3
CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE
FLAVIA CARLINI
valeria fonte 1
CARLOTTA VAGNOLI
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