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“FEDERICO ALDROVANDI VIENE DIPINTO COME UN MARTIRE, MA ERA UN DISADATTATO” – LA LETTERA SCRITTA DAI RESIDENTI DELLA STRADA DOVE IL 18ENNE FERRARESE È STATO UCCISO DA 4 POLIZIOTTI NEL 2005: “SIAMO STATI DESCRITTI COME PERSONE CHE HANNO FATTO FINTA DI NULLA, MENTRE SIAMO STATI NOI A CHIAMARE LA POLIZIA, ESASPERATI DAGLI SCHIAMAZZI DI QUEL RAGAZZO CHE DA ORE DISTURBAVA LA QUIETE PUBBLICA CON URLA, COMPORTAMENTI ALTERATI, COMPLETAMENTE FUORI CONTROLLO” – IL PADRE DI ALDROVANDI: “DOPO 20 ANNI DAI ANCORA FASTIDIO…”
Estratto dell’articolo di Davide Soattin per www.corriere.it
«Basta essere chiamati in causa come cittadini indifferenti e invisibili e messi in un angolo quando diciamo le cose come stanno. A questo punto sarebbe ora di dire basta, di fare scendere un velo pietoso su una storia che probabilmente avrebbe potuto avere un finale diverso».
Sono queste le ultime parole della lettera manoscritta che un fantomatico gruppo di famiglie di via Bologna e Ippodromo - così si firmano - hanno inviato a Michele Dalai, autore del libro «Aldro. Storia di un orrore perbene» da poco uscito per la Compagnia Editoriale Aliberti e presentato a Ferrara durante le celebrazioni per il ventennale dell'omicidio del ragazzo ferrarese, ucciso il 25 settembre 2005 da quattro agenti della polizia di Stato.
LA MORTE DI FEDERICO ALDROVANDI E LA LETTERA DEI RESIDENTI DELLA ZONA
Una missiva in cui le famiglie […] criticano il contenuto del volume di Dalai, soprattutto quando - ricostruendo i vari aspetti della vicenda di sangue - lo scrittore pone l'accento sull'omertà di chi, pur avendo assistito e sentito quanto stava accadendo quella notte, in quella zona di Ferrara - ha preferito non parlare.
«Siamo stati descritti come persone - scrivono - che in quel frangente hanno fatto finta di nulla, mentre siamo stati noi a chiamare la polizia, esasperati dagli schiamazzi di quel ragazzo che da ore disturbava la quiete pubblica con urla, comportamenti alterati, completamente fuori controllo, in giro a quegli orari a soli 18 anni».
LE ACCUSE: «NON ERA UN RAGAZZO DA PRENDERE COME ESEMPIO»
Un ragazzo che gli autori della lettera arrivano a definire «disadattato», pur precisando che «nessuno di noi, nel modo più assoluto, giustifica ciò che è successo». Però - dicono - «vorremmo che la storia venisse raccontata nel modo giusto, perché il torto e la ragione non stanno mai dalla stessa parte».
LA MADRE DI ALDROVANDI CON LA FOTO DEL FIGLIO DURANTE IL SIT IN DEI POLIZIOTTI
E aggiungono: «È giusto che quegli agenti siano stati puniti e abbiano pagato con il carcere e con la loro carriera rovinata, a causa del loro comportamento. Noi però siamo stanchi di tutto questo clamore perché si sta esagerando», soprattutto perché Aldrovandi - proseguono - «viene dipinto come un martire, gli viene continuamente intestato di tutto e addirittura citato come esempio delle nuove generazioni, ma a noi non sembra proprio il caso. Quelli a cui assomigliare sono ben altri giovani».
Dalai, ricevuta la missiva, ha voluto renderla pubblica, […]analizzando il contenuto di «tre pagine dense, scritte a mano, piene di tutto quel rancore e benaltrismo che a vent'anni di distanza fanno male, feriscono come le botte e le manganellate. Il registro è passivo aggressivo, la ricostruzione è piena di bugie, imprecisioni, violenza verbale e cattiveria».
L'AUTORE DEL LIBRO: «PAROLE ORRENDE E DIFFAMATORIE»
Quanto scrivono le famiglie nella missiva, definita «orrenda e diffamatoria», per l'autore è «tutto sbagliato, falso, meschino». «Questa lettera oscena - aggiunge Dalai - la scrive uno di quelli che hanno taciuto per vent'anni di fronte al massacro di un ragazzo e la cui reale identità è molto sospetta. Quando scrive che Aldro non meritava quello che è successo però…ecco, quel però definisce questo scrupoloso cittadino più del fiume di parole livorose messe insieme alla meno peggio nella lettera». […]
IL PADRE DI ALDROVANDI: «DOPO 20 ANNI DAI ANCORA FASTIDIO»
federico aldrovandi da piccolo patrizia moretti con il marito e l'altro figlio
Sulla vicenda è arrivato il commento di Lino Aldrovandi, il padre di Federico: «E dopo ben vent’anni caro Federico mi è toccato imparare anche questo. Dai ancora fastidio quando ormai il mondo, istituzioni comprese, hanno capito “quasi tutto” di quello che accadde quella mattina. Pensavo che bastasse per darti pace, ma purtroppo vedo che non è così.
Certi individui (ammesso che sia una cosa reale) continuano a vivere in una loro dimensione “irreale” e non meriterebbero nemmeno un accenno. Dico solo che se fossero veri in carne e ossa e provassero ad ascoltare e non “sentire”, queste due testimonianze, delle tantissime che esistono, soprattutto quelle dei giudici e di un vero questore, sulla tua triste storia Federico, magari avvicinandosi ad uno specchio alla fine del loro ascolto, guardando la loro immagine, forse troverebbero anche la forza di sporcarlo».
la letttera dei residenti della strada dove e' stato ucciso federico aldrovandi 3
la letttera dei residenti della strada dove e' stato ucciso federico aldrovandi 1
aldro. storia di un orrore perbene
antonio manganelli
patrizia aldrovandi, madre di federico, assieme ilaria cucchi (sorella di stefano) e lucia uva (sorella di giuseppe)
la letttera dei residenti della strada dove e' stato ucciso federico aldrovandi 2
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