DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ,…
Dopo le accuse di sessismo sul lavoro, una nuova pioggia di critiche travolge il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg. Questa volta a denunciarlo il libro “Chaos Monkeys: Obscene Fortune and Random Failure Silicon Valley” di Antonio Garcia Martinex, un ex manager dell’azienda che lavorava nel settore del marketing. Qui rivela numerosi aneddoti che riflettono la sua esperienza negli uffici di Facebook prima del suo licenziamento nel 2013.
Secondo Antonio, gli uffici della mecca dei Social Network sono un luogo fortemente sessista, dove le donne vengono costantemente controllate e giudicate in base all’abbigliamento. Ad esempio non è permesso indossare scollature ampie o abiti che mostrano troppo per non distrarre gli uomini. La maggior parte delle donne che lavorano qui vengono considerate “deboli e influenzabili”.
La personalità di Zuckerberg è manipolatoria e repressiva. Arrivò al massimo del controllo ossessivo sul personale quando Google si allacciò a Google Plus, social network che temeva avrebbe superato il suo. Allora, il leader di Facebook decise di chiudere tutti gli impiegati in ufficio.
Un’altra volta qualcuno aveva lasciato trapelare delle informazioni su un nuovo prodotto che la piattaforma stava per lanciare, così Zuckerberg inviò un’email agghiacciante a tutti gli impiegati con l’oggetto “Licenziati per favore!”. Un’altra volta ancora spedì una serie di email piene di insulti dopo aver chiesto agli impiegati di dipingere qualcosa sulle pareti e il risultato non era quello voluto. “Vi avevo chiesto di fare qualcosa di artistico e l’unica cazzo di cosa che avete fatto è un atto vandalico”.
Secondo Garcia, Zuckerberg spera che i suoi impiegati diano la vita per Facebook, e ogni nuovo arrivato viene festeggiato con un “Faceanniversario” che segna la nascita di un nuovo membro della comunità, una sorta di battesimo. Quando però un impiegato lascia l’azienda, l’abbandono viene vissuto dall’azienda come una specie di morte.
Non è la prima volta che un ex impiegato di Facebook si scaglia contro il sistema creato da Zuckerberg. In passato, Katherine Losse con il suo libro “The Boy Kings: A Journey into the Hearth of the Social Network”, accusò l’azienda di sessismo e atteggiamenti disumani nei confronti dei suoi dipendenti.
libroun faceversaryle opere dei dipendenti di facebookzuckerbergsheryl sandberg
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