luciano pezzella trentola

IL CALDO FA MALE - FOLLIA OMICIDA IN UN PAESINO DEL CASERTANO PER UN PARCHEGGIO - AGENTE DI POLIZIA PENITENZIARIA STERMINA LA FAMIGLIA DEI VICINI DI CASA - NELLE ULTIME SETTIMANE L’ASSASSINO LI AVEVA PIU’ VOLTE MINACCIATI: “VI SPARO A TUTTI QUANTI”

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LUCIANO PEZZELLA TRENTOLALUCIANO PEZZELLA TRENTOLA

Irene De Arcangelis per “la Repubblica”

 

Quattro morti ammazzati per un posto auto. Una strage provocata da un furgone carico di cassette di frutta che rallenta il transito di altre auto. È la goccia che fa traboccare il vaso della follia nella mente di chi, quotidianamente, ha la pistola nella cintura per lavoro.

 

L’agente di polizia penitenziaria si trasforma in un pericoloso assassino che smette di uccidere solo perché svuota il caricatore dell’arma di ordinanza e azzera la famiglia dei vicini di casa, che a causa delle quotidiane liti tipiche di una cattiva convivenza, era diventata la calamita del suo odio e della sua rabbia. Restano a terra, nel sangue, padre, madre, figlio e un collega di lavoro del capofamiglia, l’uomo che aveva parcheggiato il furgone in via Carducci a Trentola Ducenta, provincia casertana.

 

Miracolosamente salvi un altro figlio della famiglia uccisa, Mario, appena uscito per andare al bar con gli amici, e la fidanzata del giovane ammazzato, Antonella, 23 anni, che si nasconde quando sente gli spari. Poco dopo l’assassino si è costituito ai carabinieri. Entrato in caserma, lungo le scale ha incontrato un ufficiale e gli ha detto: «Ho fatto un macello, ho ucciso quattro persone».

 

STRAGE TRENTOLA DUCENTASTRAGE TRENTOLA DUCENTA

Dopo un lungo interrogatorio davanti al pm della procura di Napoli Nord, Ilaria Corda, è stato arrestato per omicidio plurimo volontario Luciano Pezzella, 50 anni, agente della polizia penitenziaria in servizio al carcere di Secondigliano. Ha ammazzato lui Michele Verde, 61 anni; la moglie Vincenza, 58 anni; il figlio Pietro di 23 anni. E poi il commerciante Francesco Pinestra, 37 anni, ferito gravemente con tre colpi di pistola al petto e poi morto in ospedale ad Aversa. Saranno i carabinieri del comandante Giancarlo Scafuri a ricostruire la dinamica dei fatti.

 

Mattina presto di una domenica di piena estate. Lungo la stradina assolata di Trentola Ducenta, dove sono affiancate la villetta delle vittime e quella dell’assassino, parcheggia il suo furgone il commerciante Francesco Pinestra. Deve caricare alcune cassette di legno per la frutta e la verdura che Michele Verde recuperava al mercato ortofrutticolo (dove lavorava come parcheggiatore) per rivenderle ai commercianti. Pezzella, da lontano, assiste alla scena e la rabbia monta.

FURGONE TRENTOLAFURGONE TRENTOLA

 

Nelle settimane precedenti aveva già avuto problemi con la famiglia Verde proprio per il via vai di auto che, a suo dire, gli impediva di accedere liberamente fino a casa sua. Liti finite con le urla e qualche volta la promessa: «Vi sparo a tutti quanti». Parole ripetute dal solo sapore di minaccia, cui probabilmente nessuno faceva più caso. Ma stavolta è diverso. Stavolta l’agente di polizia penitenziaria non riesce a trattenersi.

 

Pezzella esce dalla sua villetta, raggiunge il commerciante. «Spostati, te ne devi andare da qui», grida come un forsennato. Ha in pugno la pistola di ordinanza, comincia a sparare. Pinestra, colto di sorpresa, tenta disperatamente di salvarsi salendo a bordo del suo furgone. Cerca di fare una manovra in retromarcia ma fallisce, è già stato ferito dai tre colpi al petto. Non riesce a controllare il furgone, urta contro un muretto danneggiandolo.

 

PARENTI VITTIME TRENTOLA DUCENTAPARENTI VITTIME TRENTOLA DUCENTA

Michele Verde dalla sua abitazione avverte il fracasso, forse pensa a un incidente stradale durante una manovra avventata, si precipita all’esterno, si ritrova di fronte il suo vicino di casa con il sangue agli occhi e ancora quella pistola in pugno. Viene colpito e ucciso mentre alle sue spalle arriva la moglie Vincenza a sua volta richiamata dagli spari. E dietro di lei il figlio Pietro, svegliato di soprassalto dal frastuono. Cadono uno dopo l’altra, madre e figlio, sotto i colpi. Solo Mario è salvo per quel caffè al bar con gli amici. Altrimenti si sarebbe probabilmente trovato al fianco della madre e del fratello, anche lui ucciso.

 

In quegli stessi orribili istanti Antonella, la fidanzata di Pietro — svegliata anche lei dalla sparatoria — si nasconde chiudendosi a chiave in una stanza. È stato Pietro a dirglielo prima di correre verso la morte. Le aveva detto: «Qualsiasi cosa accada chiuditi a chiave nella camera». Pietro aveva capito che stava succedendo qualcosa di terribile e che lui stesso stava andando incontro alla fine.

 

LUCIANO PEZZELLA 1LUCIANO PEZZELLA 1

Così Anna si salva per miracolo. Quando torna il silenzio esce e si ritrova la strage sotto gli occhi, vede Pezzella scappare via. Poco dopo l’agente è dai carabinieri per confessare i quattro omicidi. Consegna la pistola di ordinanza e spiega agli investigatori il perché di quel folle gesto: un furgone parcheggiato male vicino casa sua.

(ha collaborato raffaele sardo)