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LOVE ME TINDER - L'APP PER INCONTRI PIÙ POPOLARE DEL MONDO NON SERVE SOLO PER "UNA BOTTA E VIA", CI SONO ANCHE MOLTI CHE HANNO TROVATO L'AMORE GRAZIE ALLA PIATTAFORMA - IN ITALIA RESISTE ANCORA UNO STIGMA NEI CONFRONTI DI CHI LO USA - INFATTI, MOLTE COPPIE CHE SI SONO CONOSCIUTE GRAZIE ALL'APP SI INVENTANO SCUSE DI OGNI GENERE PER NASCONDERE LA VERITA' SUL LORO PRIMO INCONTRO...

Estratto dell'articolo di Leonard Berberi per il “Corriere della Sera”

 

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Ci sono Marta e Giulio che si sono pure sposati e ora, sul citofono, la loro unione è diventata un gioco di parole con i cognomi: Bosco-Fiorito. Ci sono Sofia e Caspar, lei napoletana lui tedesco, che hanno trovato l'amore durante il Covid e adesso, da coppia europea, si vedono un po' ovunque.

 

E poi ci sono Francesca e Francesco che, nonostante lei non si fosse accorta dell'interesse di lui, stanno insieme per un incrocio di eventi che li ha portati nello stesso posto, alla stessa ora, a centinaia di chilometri di distanza da casa. Percorsi diversi con un elemento in comune: tutti si sono conosciuti su Tinder, l'applicazione per fare nuove conoscenze.

 

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Lontani i tempi in cui Helen Morrison, nel 1727, pubblicò l'annuncio personale sul Manchester Weekly Journal col quale cercava un «gentiluomo» con cui accompagnarsi. Finita l'epoca delle videocassette con il proprio profilo degli anni Settanta. Superata la fase degli incontri sui siti specializzati degli anni Novanta.

 

L'introduzione degli smartphone e lo sfruttamento della geolocalizzazione hanno portato alla creazione di circa 500 applicazioni per conoscersi. Se Tinder domina tra la popolazione etero, Bumble incalza, Hinge e Happn inseguono. Oggi almeno 324 milioni di persone usano questi programmi, facendo guadagnare alle società, nel 2021, 4,6 miliardi di dollari.

 

COME UN GIOCO

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Secondo il Pew Research Center tre americani (adulti) su dieci hanno usato una app per incontri almeno una volta, il 23% è uscito con qualcuno conosciuto virtualmente, il 12% si è sposato o ha iniziato una lunga relazione.

 

In Italia, stando a un sondaggio di Time2play, il 32,6% dei residenti dichiara di aver usato una app per incontri, di questi oltre un terzo ne ha scaricata (e ne gestisce) più d'una. Nel nostro Paese si usano soprattutto Tinder (67,4%), Bumble (6,4%), Facebook Dating (5%) e Grindr (3,9%, app per la comunità gay). Quanto ai risultati uno su cinque dice di aver trovato il vero amore.

 

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[...] In Italia, a dire il vero, resiste ancora una sorta di «stigma» nei confronti di chi usa Tinder o altre app simili. Per questo molte coppie chiedono di non scrivere il loro cognome.

 

Come Francesca e Francesco: entrambi 32enni, entrambi dipendenti di startup, entrambi originari del Sud (lei pugliese, lui siciliano), entrambi residenti a Milano. Si sono conosciuti poco prima dello scoppio della pandemia, hanno intenzione di sposarsi il prossimo autunno, ma stanno ancora «litigando» sul luogo della cerimonia, se da lei in Salento, o da lui, vicino Palermo. «Non è mica facile gestire lo spostamento di una cinquantina di persone».

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PICCOLE BUGIE

«Ai parenti diciamo che ci siamo incrociati la prima volta in una festa di amici a Roma», dice lei. «In realtà il contatto iniziale è avvenuto su Tinder», racconta divertito lui. «O meglio: sono io che ho mosso il pollice da sinistra a destra sulla sua foto profilo». Mentre da lei non c'è stata nessuna reazione. E qui la storia si fa interessante. «Qualche settimana dopo - prosegue Francesco - sono sceso a Roma per il compleanno di un amico.

 

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C'erano una trentina di invitati in casa quando all'improvviso vedo lei che mi ricorda subito quel volto vito sull'app. Mi avvicino, mi presento, le dico a bassa voce che sto ancora aspettando il suo responso, lei non capisce, le dico "Tinder" a voce non proprio bassissima per via della musica». Lei arrossisce. «Non mi ero per niente accorta di lui!», ammette Francesca.

 

A fine serata avevano già programmato di rivedersi a Milano davanti a un ramen in zona Isola. Qualche giorno dopo lei ha fatto «swipe» a destra prima di eliminare l'app dallo smartphone. E ora stanno pensando al matrimonio. [...] Ma Tinder serve? «È un ulteriore canale per trovare l'anima gemella», conclude Marta. «A Milano non è facile fare nuove conoscenze, soprattutto se si è già 30enni e nel gruppo di amici la maggior parte sono ormai fidanzati o sposati». Dio li fa. Tinder (a volte) li accoppia.