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SCRITTORI E ARTISTI MILITANTI ECCO PERCHÉ NON NASCONO PIÙ CAPOLAVORI
Luca Beatrice per “Libero quotidiano”
ROBERTO SAVIANO MICHELA MURGIA
Abdicare all’opera. Dalla letteratura all’arte, appare questa l’inedita condizione del presente. Scrittori trasformati in opinionisti polemici, artisti che si dedicano all’attivismo come militanti qualsiasi. E i romanzi, i dipinti, le installazioni, dove sono finiti? [...]
Oggi per l’intellettuale e l’artista l’opera risulta un surplus, se non del tutto inutile. La filosofia prevalente premia chi interviene sul tema caldo, chi colleziona retweet, chi usa il linguaggio della polemica. Il paradosso è che gli scrittori non scrivono, gli artisti non producono eppure sono riconosciuti come tali se non dalla comunità almeno dal contesto, e a noi tocca giudicare le intenzioni in assenza di elaborati.
Chiara Tagliaferri Michela Murgia
L’ORIGINE Parlando di letteratura, la fine del ‘900 era stata addirittura iperproduttiva, poi gli addetti hanno scoperto che di soli libri non si vive e come nella musica il live conta di più del disco ecco il proliferare di festival, premi, saloni dove gli scrittori se non hanno la novità in promozione sono chiamati a intervenire sull’attualità, ritagliandosi così il ruolo di saggi interpreti della società e della politica, mirando ad aumentare il pubblico per le loro dichiarazioni contro, non certo per ciò che scrivono. La moda comincia nel 2006, quando Roberto Saviano pubblicò Gomorra.
roberto saviano chiara valerio ai funerali di michela murgia
Ecco, lì l’opera c’era, infatti ha venduto tantissimo, è diventata un film e una serie tv. Poi basta, a Saviano passa l’ispirazione, non esiste nella sua bibliografia un secondo libro degno di tale nome, e allora il mestiere di scrittore può attendere, anzi essere sostituito dalla tv, dagli articoli sui giornali peraltro mal scritti, dalla polemica quotidiana. L’intellettuale organico 2.0 si schiera con le ong, insulta ministri e leader politici, insistendo sulla figura del veggente perseguitato. Tocca ammettere che Gomorra inteso come libro non fu affatto male, però tutte le cartucce sono state sparate al primo colpo e Saviano, a tutt’oggi, è uno scrittore finito.
Altri, invece, non hanno mai cominciato, però non manca giorno in cui non ci imbattiamo nei loro brillanti pezzi incentrati sull’attualità. Una su tutte Chiara Valerio, che nel mondo dell’editoria qualcuno ha soprannominato “vanesio”, pubblica tantissimo, di matematica, religione (già, perché questo argomento è molto sentito, si sentono cattoliche ma a modo loro, con interpretazioni a dir poco originali), politica, femminismo, è direttrice artistica, consulente editoriale, conduttrice radiofonica, ma il romanzo ancora non c’è, almeno quello buono, quello per cui uno andrà ricordato. Destino che la equipara a Michela Murgia, purtroppo scomparsa, cui non bastò nel 2009 l’apprezzamento per Accabadora e nel tempo preferì dedicarsi all’attivismo su temi che davvero appaiono studiati a tavolino.
Prevedibile, quando finirà l’ondata emotiva per la morte prematura, che i suoi numerosi scritti non resistano allo scorrere del tempo. Persino in un mondo superficiale come il nostro un romanzo non può essere sostituito da un blog, anche se Murgia credeva molto in questo strumento e lo portava avanti insieme a Chiara Tagliaferri che scrittrice è stata promossa per questioni di famiglia.
Nel suo caso l’opera proprio non c’è, mentre suo marito Nicola Lagioia è riuscito, nonostante il gravoso impegno al Salone del libro di Torino durato sette anni, a implementare la propria bibliografia con un nuovo romanzo, La città dei vivi.
Il problema è che se fai il manager culturale e l’articolista non è che poi ti rimanga troppo tempo per scrivere. Di doppi, tripli incarichi, però si vive e pazienza se a rimetterci è la scrittura e la concentrazione.
chiara tagliaferri michela murgia
Se la letteratura piange, l’arte non ride, soprattutto in Italia che infatti è scomparsa dal giro delle grandi mostre internazionali. [...] meglio parlare d’arte che farla. Dai convegni ai blog, è tutto un confrontarsi e l’artista è stato ormai sostituito da un generico personaggio informato sui fatti, allarmato dall’emergenza climatica, solidale con i migranti, insomma un attivista capace di organizzare reti di contatto internazionale, ma non osate chiedergli qual è la sua opera perché non c’è, a meno che non si tratti di didascaliche rappresentazioni di Street Art cominciate anche queste agli inizi degli anni 2000 con Banksy e i suoi imitatori. [...]
elly schlein paola belloni chiara tagliaferri ai funerali di michela murgia 6chiara tagliaferri ai funerali di michela murgia chiara tagliaferri michela murgia
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