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Il suo compagno di giochi, dopo aver provato più volte a svegliarlo, è andato dalla maestra e con una vocina preoccupata ha detto: «Aldrich sta dormendo e non si vuole svegliare». Aldrich Viju, 4 anni, è morto impiccato con una corda che penzolava da uno scivolo nel novembre 2016. Sono passati quattro anni ma il processo non è ancora chiuso: un giudice dovrà stabilire di chi è stata la responsabilità per quella morte avvenuta nell’asilo Angels Childcare Centre di Auckland, in Nuova Zelanda.
Il piccolo stava giocando in giardino con i compagni quando è salito sullo scivolo e, involontariamente, deve aver toccato con una braccio una corda che era legata su un lato della giostra: deve averla sfiorata per un braccio e la corda gli si è aggrovigliata intorno al collo. Il primo ad accorgersi della tragedia è stato un suo compagno di giochi che è andato dalla maestra: «Dorme, non si vuole svegliare».
L’insegnante è corsa sul posto e ha effettuato un massaggio cardiaco ad Aldrich in attesa dell’ambulanza. Ma quando i medici sono arrivati per il bimbo non c’era più nulla da fare.
Durante l’udienza la direttrice dell'asilo, Karen Douglas, ha detto che il centro ha messo al bando qualunque oggetto che possa strangolare un bambino sulle attrezzature da gioco. Fletcher Pilditch, l'avvocato del centro per l'infanzia, ha reso noto che, a quattro anni dalla tragedia, il personale è ancora sotto choc.
La parola adesso spetta al giudice: una famiglia distrutta è ancora in attesa di giustizia.
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