DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Elena Barlozzari per il Giornale
In parecchi sono ormai stanchi di questo umanitarismo a targhe, anzi no, magliette alterne. È stanca Giorgia Meloni che risponde all’iniziativa promossa da Libera per fermare “l’emorragia di umanità” con una maglietta azzurra. Azzurra per non dimenticare quei 5 milioni di connazionali che vivono sotto la soglia di povertà.
È stanco anche Marco Valerio Verni, lo zio di Pamela Mastropietro, trucidata a Macerata lo scorso gennaio. Per uno degli omicidi più efferati che l’Italia ricordi dovrà rispondere il pusher nigeriano Innocent Oseghale. L’indagato, attualmente detenuto nel carcere ascolano di Marino del Tronto, proprio oggi ha chiesto di essere interrogato dalla Procura di Macerata.
Ecco allora che il signor Verni indossa una maglietta nera, nera in segno di lutto e rabbia. E si sfoga in un video messaggio su Facebook: “Dove eravate voi benpensanti intellettualoidi, chiusi nei vostri mondi dorati, quando hanno massacrato Pamela? Lei sì che aveva la maglietta color rosso, ma rosso del suo sangue”. Verni ripercorre le fasi più cruente della morte di Pamela:
“Uccisa con due coltellate, fatta a pezzi, scuoiata, disarticolata, messa in due trolley e lasciata sul ciglio di una strada, come un cane”. Poi accusa: “Dietro questo omicidio c’è una criminale politica migratoria che sinora è servita ad arricchire solo alcune persone ed organizzazioni criminali che di questo traffico hanno fatto un vero e proprio business”. E conclude: “Dove eravate quando Pamela è stata massacrata in quel modo? Perché non avete indossato anche in quella occasione una maglietta rossa? Lì c’è stata veramente un’emorragia. E allora vi dico solo una cosa: vergognatevi”.
Secondo lo zio di Pamela l’indifferenza degli “umanitaristi in rosso” nei confronti della morte di sua nipote si può spiegare così: “Dietro la vicenda di mia nipote vi è tutto un mondo sommerso, fatto anche di una cattiva, anzi pessima, gestione dei flussi migratori. Fare un qualcosa di eclatante avrebbe significato dar voce anche a questo, probabilmente, rischiando di contribuire a metterne a nudo le inefficienze”. Il video messaggio ha suscitato centinaia di reazioni e commenti di solidarietà, ma l’accusa di razzismo è sempre dietro l’angolo.
Così, Verni, sentito da Il Giornale.it ci tiene a precisare che “la delinquenza non ha colore” ma “sicuramente nasce e si sviluppa anche basandosi su differenze culturali che spesso sono oggettive”. Anche perché, chiosa, “non ha senso aggiungere criminalità ad altra criminalità ed una più attenta gestione dei flussi permetterebbe, tramite un’accurata selezione delle persone che chiedono protezione internazionale, anche questo”.
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