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Estratto dell’articolo di Maurizio Crosetti per “La Repubblica”
Signor Silvan, come sta? Va bene se la chiamiamo mago?
"Sono in gran forma, faccio un sacco di cose, spettacoli nei teatri, viaggi, incontri, penso sempre a nuovi effetti magici da portare in scena, qualcosa di inedito e magari di molto antico, però mai visto”.
Che energia, alla sua età!
"Il mago non ha età, è senza tempo. È un classico. Come Proust. Come Hemingway”.
Mago va bene, allora?
“Direi che è perfetto. Ma anche illusionista, anzi illuso: perché ancora credo di creare la vera magia, e che la mia voce fluisca per incantare. Mi illudo, o per meglio dire so, di essere davvero un mago e non di recitare la parte. Ho cominciato a sette anni e non smetterò mai”.
RAFFAELLA CARRA SU TRE SCIMITARRE DEL MAGO SILVAN
Una vocazione precocissima. Ce la racconta?
“In quinta elementare, a Venezia, il maestro Salvagno mi vide trafficare con le mani nelle tasche, mi chiamò alla cattedra, mi fece andare dietro la lavagna e mi disse: “Savoldello, (perché il mio vero nome è Aldo Savoldello), venga qui, si vergogni, queste cose non si fanno!”. Pensava che mi stessi masturbando, invece mi allenavo con un mazzo di carte”.
Si allena ancora?
“Certo! Almeno due ore ogni sera. Metto un film, prendo il mazzo da 140 carte e comincio a farle girare a ventaglio con una mano sola. A volte appendo piccoli pesi alle dita, quelli delle bilance di una volta. Ho le mani di un ventenne. Mai usato creme, solo i guanti, mai afferrato un coltello, devo stare attento. Una volta, queste mani le assicurai per mezzo miliardo, c’era ancora la lira”.
Silvan, ma cos’è la magia?
“Una cosa tutta mentale. È fascino, irrazionalità. La magia è destrezza, è psicologia, è arte, gesto, è molto più di ciò che sembra. Allude, parla d’altro. La magia esiste solo nella mente di chi guarda, e ti accredita poteri che naturalmente non possiedi.
Però tu hai il talento delle mani, degli occhi e della voce. Se io le dico “stia attento, a questo punto si compie la vera magia” (il mago lo dice proprio con la sua inconfondibile, ammaliante e vellutata voce, n.d.r), la vera magia è già cominciata. Ma è dentro di lei, non tra le mie dita”. […]
La magia è fantasia?
“Crea mondi paralleli, come la lettura. Ma sono proiezioni di quello che già siamo. Il libro è già dentro di noi mentre lo leggiamo, un bravo scrittore aiuta soltanto a tirarlo fuori, a vederlo bene”.
Perché, invece, noi non la vediamo quasi più in televisione?
Me lo domando anch’io. Non c’è spazio, ma non ho mai bussato a nessuna porta in vita mia. Eppure la mia ospitata in Rai a Capodanno ha fatto 5 milioni di ascolti, e lo stesso a Pasqua, quando sono stato il picco di spettatori a Domenica In. Il mio numero di telefono ce l’hanno, sanno che esisto e che vado ancora in scena. Se mi chiamano e mi dicono ‘Silvan, facciamo Sim Sala Bim numero ventiquattro?’, io rispondo presente. E sono sicuro che avrei successo, perché ce l’ho da quasi settant’anni”.
Da quella sera in tivù con Enzo Tortora…
“Esatto! Era il 1956, il programma si chiamava “Primo applauso”, lo presentavano Tortora e Silvana Pampanini. A quell’epoca mi chiamavo “Mago Saghibù”. La signora Pampanini mi disse ‘ragazzo, ti serve un altro nome d’arte, usa il mio, togli solo la a’. E così Silvana diventò Silvan. Funzionò, non crede?”
Eccome. E il magico “Sim Sala Bim” come nacque?
“Veramente, all’inizio la mia formula era “tactàc-serumba-yamaclèr”. La cambiai prendendo spunto dal ritornello di una canzoncina danese degli anni Quaranta, anche questa è andata bene”.
Lei saprà di essere un simbolo, una specie di creatura mitica, e non solo magica, per milioni di persone.
“Lo so, non sono un bugiardo. Me lo dimostrano in tanti, continuamente. Perché la magia è una cosa seria, mica un giochetto. Ho anche la fortuna di non essere troppo cambiato, viso e capelli sono rimasti più o meno gli stessi, scuri al naturale come quelli della mia bisnonna Luigia, che morì felice a 108 anni, mentre mio padre superò i novanta: confido nella genetica. Mai fatto diete in vita mia, sempre e solo lavorato.
Ho avuto due figli splendidi, nipoti magnifici e una moglie meravigliosa, Irene, che purtroppo non c’è più: era inglese. Suo padre, ingegnere, costruì il passaggio segreto di Buckingham Palace”.
MAGO SILVAN ALLE INVASIONI BARBARICHE DI DARIA BIGNARDI
Lei gioca a carte?
“Mai. Tra l’altro, l’Interpol mi ha vietato di mettere piede nei casinò, se lo faccio mi arrestano. La mia arte è la manipolazione, lo sanno in tutto il mondo e io li capisco, ma ovviamente non l’ho mai usata per cose men che lecite, ci mancherebbe. Poi, non posso farci nulla se le mani si muovono quasi da sole”. […]
Silvan, forse lei è destinato all’immortalità.
“Per intanto mi godo il grande affetto del pubblico. A volte, quando porto i miei nipoti al cinema oppure al circo, per potermi dedicare per bene a loro sono costretto a travestirmi. Mi metto un cappello, oppure i baffi finti, così nessuno mi riconosce”.
Di Maio come il mago Silvan by GianBoy
L’ultimo trucco del mago?
“Non ci sarà mai un ultimo trucco. Le auguro una giornata magica”.
mago silvan 6luciana littizzetto e mago silvanmago silvan 9mago silvan 10mago silvan 3mago silvan e david copperfield
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