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Elena Tebano per il “Corriere della Sera”
Sull' Italia non è ancora arrivato l' anticiclone che porta il bel tempo. Nei prossimi giorni sono attesi nuovi temporali su tutta la Penisola. È l' estremizzazione del clima.
In questa svogliata primavera settentrionale, a Milano come a Torino e Venezia si guarda spesso il cielo. Gli occhi inseguono nuvoloni neri e i passi accelerano a cercare riparo appena i goccioloni iniziano a bagnare il selciato. Un appuntamento fisso ormai, preferibilmente nel tardo pomeriggio o al calare della notte. Tanto che su Facebook l' evento (ironico) «Pioggia delle 18.00 a Milano» ha già raccolto oltre 43 mila partecipanti. Loro malgrado.
Nei mesi in cui gli italiani si aspettano il sole e sognano il mare, il Nord (e la Lombardia in particolare) è attraversato da nubifragi e temporali. Il lago di Como è esondato, con i turisti costretti a camminare nell' acqua nella centrale Piazza Cavour. Piogge violente si sono abbattute su Monza, sulla Bergamasca, sul Lecchese.
Giovedì a Venezia è tornata l' acqua alta: 117 centimetri sul livello medio del mare. Dal 1872 (quando sono iniziate le misurazioni) c' è un solo precedente simile a giugno, nel 2002. Infine le mareggiate: ieri hanno colpito la costa romagnola, tra Ravenna e Cervia, e quella ligure. E il maltempo è costato al litorale veneziano un calo intorno al 15% dei turisti di giugno. Intanto al Sud è scoppiata l' estate e la Sicilia brucia: nel Palermitano le temperature superano i 40 gradi.
I nubifragi Tra le città più battute dalla pioggia tra maggio e questa prima metà di giugno c' è il capoluogo lombardo: «Dal 21 marzo a giovedì la stazione di Corsico ha registrato 315 millimetri di precipitazioni - spiega Lorenzo Craveri, agrometeorologo dell' Agenzia regionale per l' ambiente della Lombardia -.
A Cinisello Balsamo 327, in quella del Parco Lambro addirittura 428. La media del quindicennio da 1990 al 2015, quindi già con gli effetti dei cambiamenti climatici in atto, era di circa 250 millimetri». E non devono trarre in inganno i due giorni di tregua apparente: nei prossimi giorni torneranno i temporali.
L' attesa del bel tempo «Sull' Italia non è ancora arrivato l' anticiclone che porta il bel tempo - spiega il metereologo Antonio Sanò, direttore del portale Ilmeteo.it -. Dagli inizi degli Anni 2000 ci eravamo abituati a un' estate precoce: già ai primi di maggio avevamo 30 gradi anche al Nord.
L' anno eclatante è stato il 2003, ma anche nel 2012 e nel 2015 la stagione estiva ha avuto un exploit molto precoce e poi si è protratta fino a settembre. La primavera che sta finendo è più simile a quelle degli anni 80 e 90: ora ce le siamo dimenticate, ma in quei decenni era la norma».
Le anomalie Eppure c' è qualcosa che non torna nel clima degli ultimi mesi. «L' anomalia c' è su un arco temporale più ampio - prosegue Sanò -. Da novembre dell' anno scorso abbiamo avuto un inverno praticamente inesistente, con temperature molto miti. Al Sud addirittura non è mai arrivato e anche al Nord le medie sono state più alte del normale di 5-6 gradi.
Poi la primavera che ha zoppicato e oggi l' Italia divisa in due: il Sud registra un' ondata di caldo intenso, mentre al Nord rimangono temporali e fresco, almeno fino all' inizio della prossima settimana. Infine la tendenza, che si è consolidata negli ultimi 20 anni, al moltiplicarsi di fenomeni temporaleschi intensi e di breve durata, che una volta erano rari. Cambiamenti legati a ciò che i climatologi chiamano "estremizzazione del clima"».
Temporali tropicali «Al di là della quantità totale di acqua caduta, conta il modo: i rovesci sono improvvisi, intensi e brevi. Assomigliano sempre di più a temporali tropicali - conferma Federico Antognazza, ingegnere ambientale dell' Italian Climate Network -. Il surriscaldamento globale porta cambiamenti specifici a livello locale ed eventi meteorologici tipici di zone più calde iniziano a verificarsi pure alle nostre latitudini.
Anche il caldo che in queste settimane si è alternato alla pioggia si spiega così: sulle Alpi ghiacci e neve si sciolgono, diminuisce la superficie riflettente e il calore della radiazione a terra sale in fretta: per questo le temperature tornano ad aumentare subito». Se la pioggia raffredda la primavera, la febbre del Pianeta non accenna a guarire.
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