DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Giuliano Malatesta per “il Venerdì di Repubblica”
La memoria del paladar (del palato), sosteneva Manuel Vázquez Montalbán, uno dei primi scrittori a sdoganare la gastronomia fino a farne un oggetto letterario, a volte gode di miglior salute della memoria storica. Qualcosa di simile deve aver pensato il giornalista polacco Witold Szablowski, che ha viaggiato per quattro continenti, dalla savana africana alla giungla cambogiana, e impiegato ben quattro anni per rintracciare e parlare con gli chef che hanno nutrito cinque dittatori, più o meno efferati, del XX secolo: Saddam Hussein, Pol Pot, Idi Amin, Fidel Castro e Enver Hoxha. Il risultato è How to Feed a Dictator (Penguin Random House, pp. 288, dollari 29,99) appena uscito negli Stati Uniti, che prova a osservare la storia novecentesca dalla prospettiva dei fornelli.
Non aspettatevi rivelazioni gastronomiche sensazionali. Idi Amin, sanguinario dittatore dell' Uganda dal 1971 al 1979, non mangiava carne umana a colazione, come si è spesso raccontato, e Pol Pot non aveva una predilezione per il cuore del cobra. In realtà, mentre affamava deliberatamente un' intera popolazione assicurandosi che vivesse nel terrore, il leader cambogiano - definito dal suo cuoco personale, innamorato di lui, «un sognatore» - amava nutrirsi di pollo arrosto e insalata, mentre Saddam ordinava le stragi di curdi dopo aver mangiato la sua favorita zuppa di pesce.
Nel libro non mancano storie di quotidiane ossessioni. L' albanese Enver Hoxha era talmente paranoico da far seguire costantemente il suo cuoco da due agenti della polizia segreta, mentre il líder máximo cubano aveva completamente perso la testa per la celebre "Ubre Blanca" (mammella bianca), la mucca da guinness che produceva oltre cento litri in un solo giorno: l' animale aveva intorno un team di quindici persone scelte da Fidel e per farla rilassare durante le mungitura quotidiana le facevano ascoltare musica classica.
Alla fine però sono i cuochi i veri protagonisti del racconto. Perennemente in precario equilibrio tra essere i migliori confidenti dei dittatori e i loro potenziali primi traditori, con tutti i rischi del caso.
Facevano un lavoro che amavano ma con persone che non avevano scelto. Come ha raccontato lo chef del dittatore iracheno, Abu Ali: «Avrei potuto rifiutarmi di lavorare con Saddam? Non lo so, ma ho preferito non provare».
enver hoxha 1how to feed a dictator idi amin witold szablowski saddam hussein pol pot fidel castropol potfidel castro a tavolaidi amin
Ultimi Dagoreport
DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
FLASH! – MARIA ROSARIA BOCCIA CONTRO TUTTI: L’EX AMANTE DI GENNY-DELON QUERELA SANGIULIANO (GIÀ…
DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI…
DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA…