RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Estratto dell’articolo di Elena Dusi per "la Repubblica"
«Buttiamo nel mare di tutto. Ora ci buttiamo anche il caldo» dice amaro Antonio Olita, climatologo del Cnr di Cagliari. L’afa che sentiamo sulla terra non impiega molto a contagiare anche il mare. La settimana scorsa in Adriatico al largo di Ancona sono stati misurati 30 gradi, un valore eccezionale se si pensa che la media di fine luglio, calcolata negli ultimi trent’anni, era di 26 gradi. Siamo ormai alla temperatura dei mari tropicali e delle piscine usate per lo svago (quelle per gli allenamenti sono più fresche).
Il Tirreno aveva raggiunto l’asticella dei trenta nel 2022. Nel Mediterraneo orientale, specialmente a Cipro, la soglia viene superata di frequente d’estate. «Per chi fa il bagno può sembrare piacevole, ma ci sono specie marine che faticano ad adattarsi. Anche l’industria dei mitili può subire danni dalle ondate di calore più lunghe e frequenti che il mare sta vivendo» spiega Olita, che al Cnr lavora per l’Isac, l’Istituto per le Scienze dell’Atmosfera e del Clima.
Neanche i bagnanti, però, sono attratti dalle mucillagini diffuse da inizio estate in alcuni punti dell’Adriatico tra Trieste e l’Abruzzo-Molise.
[…]
A rendere torbido l’Adriatico oggi, paradossalmente, hanno dato il loro contributo le piogge della primavera in Nord Italia. «I fiumi si sono riempiti e hanno scaricato in Adriatico acqua dolce, che è piena di nutrienti». Tra residui della fertilizzazione agricola e scarti umani, soprattutto dalla foce del Po si riversano in Adriatico molte sostanze che promuovono la crescita delle alghe.
[…] A lamentarsi sono gli operatori del turismo — il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad annuncia querele contro chi afferma che l’Adriatico è sporco — ma anche i pescatori. […] «Il mare caldo sta cambiando anche la pesca» prosegue Bastianini.
«Le barche hanno bisogno di spingersi più al largo, perché i banchi cercano refrigerio in acque più profonde ». Il nuovo Mediterraneo tropicale è diventato poi ospitale per nuove specie aliene. Il granchio blu, esploso in Adriatico l’anno scorso, prosegue tranquillo la sua permanenza sulle nostre coste. Prosegue la sua marcia verso nord il vermocane, una specie urticante che pure danneggia pesca e turismo. «Viveva già nei mari italiani, ma con il caldo si sta diffondendo in modo massiccio» dice Olita. Fino alla primavera l’impatto era sentito soprattutto al sud. Una settimana fa i vermocani sono stati avvistati anche in Croazia.
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