DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Grazia Longo per “la Stampa”
nino di matteo processo sulla trattativa stato mafia
Clima arroventato in vista delle elezioni suppletive del Csm, il 6 e 7 ottobre, per sostituire due dei quattro togati, rappresentanti della categoria dei pubblici ministeri, che si sono dimessi dopo lo scandalo dello scorso luglio emerso con l'inchiesta di Perugia. I candidati sono 16 e dalla loro presentazione emerge, con toni e modalità diverse, il disappunto allo strapotere delle correnti nella magistratura. L'imperativo categorico è quello di voltare pagina, ma c'è chi lo suggerisce in modo decisamente diretto evocando addirittura la mafia.
Lo fa in diretta streaming il pm Nino Di Matteo: «L' appartenenza a una corrente è diventata l' unica possibilità per fare carriera in magistratura e avere tutela quando ci si trova attaccati e isolati. Questo è un criterio purtroppo molto vicino alla mentalità e al metodo mafioso». Parole che pesano come macigni contro le «degenerazioni del correntismo che rischiano di gettare nel baratro la credibilità di un' intera categoria».
nino di matteo processo sulla trattativa stato mafia 1
Il pm simbolo del processo sulla trattativa Stato-mafia, in 28 anni di carriera mai è stato iscritto a una corrente né ha pensato di concorrere per il Csm. Ma stavolta partecipa perché «questa è l' ultima possibilità di cambiare rotta prima che altri, a colpi di riforme spacciate come necessarie, lo facciano rendendoci squallidi burocrati e per questo, nel momento più buio della magistratura, ho sentito il bisogno di mettere il mio entusiasmo, la mia umiltà e la mia determinazione a disposizione di coloro i quali vogliono veramente cambiare, e dare una spallata al sistema».
davide casaleggio alfonso bonafede
Secondo Di Matteo «la vicenda Palamara non deve stupire, perché di questa situazione siamo tutti responsabili. I sintomi del cancro che si sta estendendo sono: la burocratizzazione, la gerarchizzazione degli uffici, il collateralismo politico, la degenerazione clamorosa del correntismo».
L'unica via di uscita dalla crisi, sottolinea, passa per una «rivoluzione culturale» che metta al centro le parole d' ordine coerenza, trasparenza e autonomia. Più in generale, i candidati si sono schierati contro la riforma del sistema elettorale del Csm, proposta dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede durante la precedente legislatura, che prevede il sorteggio per la scelta dei consiglieri togati. Di Matteo incalza: «La proposta del sorteggio è irricevibile. Rispetto i colleghi che lo hanno proposto per spezzare la patologia del correntismo, ma è incostituzionale».
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