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LIBERA INTERCETTAZIONE IN LIBERO STATO – LA PREMIATA DITTA MELONI E MANTOVANO VUOLE RENDERE PIÙ VELOCE L’ITER PER LE INTERCETTAZIONI PREVENTIVE SVOLTE DAI SERVIZI SEGRETI, CHE OGGI AVVENGONO SU DELEGA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E SOLO PREVIA AUTORIZZAZIONE DEL PROCURATORE GENERALE DELLA CORTE DI APPELLO – SECONDO PALAZZO CHIGI, IN CASI DI URGENZA, GLI 007 DEVONO ESSERE LIBERI DI ATTIVARE LE CAPTAZIONI ANCHE AUTONOMAMENTE, SENZA IL VIA LIBERA PREVENTIVO DEL MAGISTRATO – DOPO IL CASO DEI GIORNALISTI SPIATI CON PARAGON, SIAMO SICURI CHE SIA UNA BUONA IDEA LASCIARE MANO LIBERA ALL’INTELLIGENZE SOTTO LA SUPERVISIONE DI MANTOVANO?

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Estratto dell’articolo di Giacomo Salvini e Valeria Pacelli per “il Fatto Quotidiano”

 

ALFREDO MANTOVANO E GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE

Il governo guidato da Giorgia Meloni ha da tempo il pallino di una riforma dei Servizi segreti, ossia unificare i due rami dell’intelligence: quella per l’interno (Aisi) e quella per l’estero (Aise). Ma essendo un processo lungo e complesso (di cui tanto si è discusso in questi anni in diverse riunioni), l’idea – nel frattempo – è di intervenire su altro.

 

O meglio sulle intercettazioni preventive che vengono svolte dai Servizi segreti, su delega del presidente del Consiglio e solo dopo previa autorizzazione del procuratore generale della Corte di Appello di Roma. L’indirizzo è rendere l’iter per poter ottenere l’ok alle captazioni più rapido per una questione di sicurezza.

 

intercettazioni

Si tratta di quelle intercettazioni che non servono a provare la commissione di un reato, come nel caso delle captazioni dei procedimenti penali, bensì hanno una funzione di pubblica sicurezza, cioè mirano alla prevenzione dei delitti.

 

[…]

 

L’idea, dunque, di cui si sta discutendo in diversi ambienti governativi, è di ottenere l’ok del procuratore generale della Corte d’Appello in tempi più rapidi e, in casi più estremi, quando magari si presenta il pericolo che il soggetto scappi, di attivare le captazioni autonomamente, ottenendo, solo in alcuni specifici casi, l’autorizzazione ex post del procuratore generale.

 

 

 

Copasir, aula parlamentare

Una soluzione, questa, che però potrebbe trovare delle critiche perché tenderebbe ad accrescere troppo il potere di intervento dei Servizi segreti. Per ora non esiste ancora un testo definitivo sotto forma di disegno di legge, ma Palazzo Chigi potrebbe accelerare e cercare di chiudere questa questione già a inizio anno.

 

A ogni modo, qualsiasi modifica dovrà passare dal Copasir, il Comitato parlamentare che si occupa proprio di controllare l’operato degli 007. E proprio a San Macuto si sta ragionando da tempo su un altro aspetto, che in qualche modo andrebbe a controbilanciare questa (ipotetica) tendenza: rafforzare i poteri di controllo del Comitato sull’operatore dell’intelligence.

 

Come? Ad esempio prevedendo più pareri sui dpcm del governo, ma anche creare la possibilità di maggiore verifica sui bilanci e su come vengono spesi i soldi dai reparti. Infatti i bilanci dei Servizi sono segreti.

 

GIORGIA MELONI E ALFREDO MANTOVANO - FOTO LAPRESSE

Il Copasir deve comunque visionarli ma ci sono voci che restano poco esplicite, proprio per la delicatezza nella gestione dei fondi riservati. L’obiettivo sarebbe quindi ottenere su alcune voci in particolare maggiori chiarimenti. […]

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