RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Cristiana Mangani per "Il Messaggero"
Le grandi città si sono spente la sera del 23 dicembre, quando è scattata la zona rossa. Ovunque silenzio, poco traffico, e anche poche pattuglie in circolazione. Gli italiani sembrano aver accolto l'invito al rispetto delle regole, ribadito più volte in questi giorni dai componenti del governo. E anche le forze dell'ordine sembra si siano adeguate a quanto richiesto dal capo della Polizia Franco Gabrielli che, nella circolare inviata ai questori, invitava a tenere «un approccio comprensivo ed improntato al buonsenso».
PRESENZA DISCRETA Qualche macchina di polizia e carabinieri si è vista circolare, qualche posto di blocco, ma niente che desse l'idea di una militarizzazione delle città. C'è da dire che se nella Capitale sono state presidiate, in particolare, alcune zone del centro, Ponte Milvio, l'Eur (e così è successo anche a Milano), a Napoli, a Bari, a Salerno, sembra che le forze dell'ordine abbiano fatto sentire maggiormente la loro presenza. Il risultato sono 55.486 controlli su persone, con 823 sanzionati e 7 denunciati, e 8.794 attività/esercizi commerciali, con 31 titolari sanzionati e 9 chiusure, nel giorno di Natale.
Tra il 24 e il 25 dicembre, poi, sono state controllate 137.341 persone, con 1649 sanzionati per divieti sugli spostamenti e 14 denunciati per violazione della quarantena, e 22.565 attività/esercizi commerciali, con 74 titolari sanzionati e 23 provvedimenti di chiusura. A Roma più di 8 mila i controlli effettuati dalla polizia locale, con venti persone sanzionate. Le pattuglie sono state impegnate anche in operazioni a contrasto dell'abusivismo commerciale: circa 1000 gli articoli sequestrati in varie aree della Capitale, dalle principali vie del Centro storico e del quartiere Prati ad alcune località delle zone Aurelia e Boccea.
Nelle città le uniche file si sono viste davanti ai bar per qualche caffè da portar via o alle enoteche, rimaste aperte anche nel giorno della vigilia e di Santo Stefano. Da domani cambierà lo scenario. Per tre giorni (28-29 e 30 dicembre) l'Italia tornerà arancione, e così si potrà ricominciare a uscire e a circolare per strada, anche se mai fuori dalla Regione. Restano tanti i divieti da rispettare. Innanzitutto, non si potrà pranzare fuori, né mangiare un gelato, perché bar, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, saranno chiusi al pubblico. Ammessi l'asporto e la consegna a domicilio.
LO SHOPPING Si potrà, invece, tornare a fare shopping, perché i negozi rimarranno aperti fino alle 21. Sarà consentito (lo era anche nei giorni rossi) andare dal parrucchiere o dal barbiere. E riapriranno i centri estetici. Meno possibilità sul fronte dello sport: palestre, piscine, centri termali, saranno ancora chiusi, anche se chi vuole fare jogging potrà continuare a correre all'aperto.
Così come si potrà giocare a tennis. L'importante è che venga rispettata la distanza di almeno due metri. Gli appassionati di sci dovranno attendere, probabilmente, la fine del mese di gennaio per poter ricominciare a solcare le piste. Sembra che slitterà la riapertura ipotizzata dai presidenti di Regione per il 7 gennaio. Nella riunione del 24 dicembre, infatti, il Comitato tecnico scientifico ha sollevato non poche perplessità riguardo alle regole da rispettare per poter frequentare la montagna. Valutano gli esperti che la cabinovie e le funivie sono da considerare come qualsiasi altro mezzo di trasporto pubblico, e quindi si potrà utilizzarli con presenze di passeggeri contingentate, perché fortemente a rischio contagio .
Inoltre si dovrà valutare se e quando far riprendere l'attività anche in base all'andamento epidemiologico delle varie regioni. Tra le tante domande che gli italiani hanno rivolto al governo attraverso le faq (le domande più frequenti) c'è poi quella delle compere da effettuare fuori dal proprio Comune. Spesa e acquisti - ma solo nei tre giorni arancioni e il 4 gennaio - saranno consentiti qualora la merce sia reperibile in quelle zone e sia economicamente più conveniente. Dal 31 dicembre richiuderà tutto, per riaprire - si spera - dopo l'Epifania.
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