nicoletta romanazzi

“MARCELL JACOBS NON VOLEVA CORRERE LE FINALI DELLE OLIMPIADI DI TOKYO. ABBIAMO LAVORATO INSIEME 20 MINUTI, POI LUI ANDÒ E VINSE” – LA MENTAL COACH NICOLETTA ROMANAZZI RACCONTA COME ENTRA NELLA TESTA DI ATLETI E PERSONAGGI DELLO SHOWBUSINESS: “QUANDO OTTIENI ATTENZIONE DALL'ESTERNO, IL RISCHIO CHE SI CORRE È DI PERDERE UN PO' SÉ STESSI. NON SI PUÒ TROVARE LA FELICITÀ NEL SUCCESSO E COSÌ SPESSO CI SI SABOTA INCONSAPEVOLMENTE” – “I POLITICI? NON MI FIDO PERCHÉ INSEGNI DEGLI STRUMENTI MOLTO POTENTI, CHE SE UTILIZZATI MALE POSSONO SERVIRE A MANIPOLARE LE PERSONE” – “GLI UOMINI SONO PIU’ FRAGILI DELLE DONNE. DA MILLENNI GLI SI INSEGNA CHE DEVONO NASCONDERLE, DEVONO ESSERE FORTI, VINCENTI…”

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Nicoletta Romanazzi marcell jacobs

Estratto dell’articolo di Maria Corbi per “la Stampa”

 

Di lei non si sapeva nulla fino a che Marcel Jacobs alle Olimpiadi di Tokyo con la medaglia d'oro al collo non l'ha ringraziata per averlo fatto arrivare a quel traguardo. Lei è Nicoletta Romanazzi, classe 1967, figlia di una dinastia di imprenditori, che dopo 35 anni passati a fare la brava figlia, moglie e madre, ha deciso di prendere in mano la sua vita e anche quella degli altri diventando mental coach.

 

Iniziando dalle sue figlie piccole atlete di equitazione per arrivare a calciatori (tra loro (Gianluigi Donnarumma e Matías Vecino, Davide Zappacosta), atleti olimpici, personaggi dello showbiz come Luca Barbareschi e Fedez che l'ha voluta accanto a sé nell'esperienza di Sanremo 2025.

Nicoletta Romanazzi

 

[…] Primo cliente importante?

«Un fantino del Palio di Siena. Uno dei veterinari della squadra delle mie ragazze mi disse che voleva presentarmi una persona: Andrea Mari, fantino del Palio, detto Brio. Dopo due mesi di lavoro insieme ha vinto un palio pazzesco. Era arrivato da me dopo 13 palii in cui non faceva che cadere. Disse "o cambio qualcosa o smetto". In 8 anni insieme abbiamo vinto 5 palii».

 

E poi è arrivato Jacobs.

Nicoletta Romanazzi

«Prima ce ne sono stati molti altri, ho avuto 14 atleti della nazionale di karate, tra cui le due medaglie alle Olimpiadi di Tokyo, Luigi Busà, oro, e Viviana Bottaro, bronzo. I calciatori sono arrivati attraverso la moglie di un procuratore con cui lavoravo. Jacobs invece arrivò da me 9 mesi prima delle Olimpiadi perché aveva un potenziale pazzesco, ma in gara andava in tilt. Gli si bloccavano le gambe, non riusciva a ottenere risultati.

 

 Si è messo in gioco, abbiamo lavorato e ha cominciato a vincere tutto. Poi siamo arrivati alle Olimpiadi e alle due medaglie d'oro. Io purtroppo non ero a Tokyo per via del Covid. Dopo la semifinale quella mattina mi chiamò dicendomi che non se la sentiva di correre la finale, il primo italiano a riuscire nell'impresa. "Ho già parlato con l'allenatore, non corro, tanto l'obiettivo l'ho raggiunto", mi disse. Sono stata dura, riportandolo a sé stesso, abbiamo lavorato insieme 20 minuti, poi lui andò e vinse».

 

Nicoletta Romanazzi matias vecino

Cosa è successo in quei 20 minuti?

«Lui la mattina mi mandò la fotografia dei giornali dove la sua foto prendeva tutta la prima pagina, lo chiamavano "L'uomo dei sogni". E io capisco subito che sta crollando, ha spostato tutta l'attenzione all'esterno, alle pressioni, alle aspettative. Questo era il suo problema, che gli faceva diventare le gambe rigide in gara.

 

Quindi non ho fatto nient'altro che riportarlo totalmente all'interno, allo stato di massima concentrazione, in contatto coi suoi punti di forza, col suo sogno di bambino. Abbiamo lavorato sulla respirazione in modo tale che recuperasse anche dal punto di vista fisico».

 

[…] Poi sono arrivati anche personaggi dello showbiz, come Luca Barbareschi e Fedez.

«È sempre un tema di performance e quindi di ansie da prestazioni, paura del giudizio esterno e quant'altro. La differenza sta nel fatto che gli atleti sono disciplinati e mi rendono il lavoro molto più facile».

Nicoletta Romanazzi

 

[…] Ci vuole forza di volontà.

«Questa storia della forza di volontà io non la condivido. Se non riesco a raggiungere un determinato risultato c'è sempre una parte di me che sta remando contro perché ritiene che quel risultato potrebbe essere pericoloso. E quindi prima devo accogliere le paure, le fragilità, ascoltare quella vocina che mi avverte».

 

Eppure il successo pare la panacea di tutti i mali.

«Quando ottieni tutta questa attenzione dall'esterno, il rischio che si corre è di perdere un po' sé stessi, la propria identità. Ci si comincia a muovere per come gli altri vorrebbero che noi fossimo. Ed è pericolosissimo. Sa quante persone di grande successo stanno malissimo? E tu dici, "ma com'è possibile? Ha tutto...". Non si può trovare la felicità nel successo e così spesso ci si sabota inconsapevolmente».

NICOLETTA ROMANAZZI

 

[…] Politici ne ha avuti?

«Uno famoso della prima Repubblica. Oggi mi cercano, ma quelli che lo hanno fatto non mi convincono. Ho comunque delle perplessità, perché insegni degli strumenti molto potenti, che se utilizzati male possono servire a manipolare le persone».

 

Sembrano gli uomini i più bisognosi di aiuto.

«In questo momento io ho solo clienti maschi e una donna. Penso che gli uomini abbiano un gran bisogno di aiuto per accogliere le proprie fragilità, mentre da millenni gli si insegna che devono nasconderle, devono essere forti, vincenti. Le donne sono più allenate a stare comode nelle emozioni». […]

Nicoletta Romanazzi NICOLETTA ROMANAZZI NICOLETTA ROMANAZZINicoletta Romanazzi luigi busa Nicoletta Romanazzi