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“HAPPY MEAL" PER ADULTI INFELICI – LA METÀ DEGLI AMERICANI MAGGIORENNI CONFESSA DI ORDINARE SEMPRE PIÙ SPESSO DAL MENÙ DEI BAMBINI. NON LO FA PER GIOCO, O PER I REGALI INCLUSI NEL PREZZO, MA PER CONVENIENZA E PER QUANTITÀ: LE MEGA DOSI DEI FAST-FOOD STATUNITENSI SONO SEMPRE PIÙ DIFFICILI DA DIGERIRE, E CON L’INFLAZIONE CHE MORDE, MEGLIO STRINGERE LA CINGHIA – MA C’È ANCHE UNA COMPONENTE EMOTIVA: ORDINANO “HAPPY MEAL” PER NOSTALGIA. E LE MULTINAZIONALI FIUTANO L’OPPORTUNITÀ CON VERSIONI E GADGET DEDICATI…
Sintesi dell’articolo di Charles Passy per https://www.marketwatch.com/
Negli Stati Uniti quasi la metà degli adulti confessa di ordinare sempre più spesso dal menù dei bambini. Non per gioco, ma per convenienza e misura. I dati parlano chiaro: negli ultimi anni gli ordini di “kids’ meals” da parte degli adulti sono aumentati di circa il 30%, mentre i costi dei pasti fuori casa continuano a salire. In un contesto di inflazione e porzioni extralarge, l’opzione pensata per i più piccoli diventa la risposta perfetta: meno cara, più equilibrata, comunque saziante.
Il prezzo è il primo fattore. Un menù per bambini costa in media tra i 4 e i 6 dollari nei fast food, e raramente supera i 9 nei ristoranti tradizionali. Cifre che fanno gola a chi vuole risparmiare senza rinunciare a uscire. Ma non è solo questione di portafoglio. Molti adulti, soprattutto donne, raccontano di non avere più lo stesso appetito di un tempo: complice anche l’uso diffuso di farmaci che riducono la fame, la porzione ridotta si trasforma nell’equilibrio ideale.
C’è poi una componente emotiva. Ordinare un Happy Meal significa anche concedersi un tuffo nella nostalgia, un momento di leggerezza che riporta all’infanzia. Non a caso McDonald’s e Wendy’s hanno iniziato a cavalcare la tendenza lanciando versioni “per grandi” dei pasti iconici: hamburger, patatine, bibita e, immancabile, un gadget da collezione. Un’operazione di marketing che unisce il richiamo vintage al desiderio di comfort food.
Le testimonianze raccolte sui social parlano di un fenomeno tutt’altro che marginale. C’è chi mostra con orgoglio il proprio “anello da Happy Meal”, chi recensisce su TikTok i menù per bambini come un intenditore, chi ammette di preferirli per non sprecare cibo. “È economico e mi riempie quanto basta”, scrivono in tanti.
Non mancano le critiche, soprattutto da parte dei ristoratori: i pasti per bambini sono pensati come “loss leader”, prodotti a basso margine che servono ad attirare famiglie e a far spendere di più sugli altri ordini. Se anche gli adulti li scelgono in massa, il rischio è un calo dei ricavi. Ma per ora la moda sembra inarrestabile.
Dopo anni di super-size e abbuffate XXL, l’America scopre il piacere del “piccolo formato”. Non è solo una questione di risparmio: in un’epoca di eccessi, forse un panino mignon con patatine è il lusso più sensato.
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