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PROF ALLA GOGNA - SCATTANO FOTO AGLI INSEGNANTI IN CLASSE, LI METTONO ONLINE E LI PIGLIANO PER IL CULO: 22 STUDENTI SOSPESI. MA I GENITORI SI RIBELLANO - GRAMELLINI: “C'E' UNA COLPA CHE NON SI PUÒ DARE AI FIGLI: DI AVERE DEI GENITORI COSÌ”

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1. COLPA DEL PROF

Massimo Gramellini per “la Stampa”

 

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Durante le lezioni i ragazzini di una media di San Francesco al Campo, nel Torinese, riprendono gli insegnanti con il telefonino (il cui uso in classe è severamente proibito, dunque tacitamente tollerato) per poi metterli alla berlina sui social. I prof si lamentano e ventidue teleoperatori in erba finiscono sospesi da scuola.

 

Molti genitori insorgono. Per sgridare la spregiudicata prole? Giammai. Deprecano la rigidità degli insegnanti: perché prendersela per una ragazzata che alla peggio finirà sotto gli occhi di qualche milione di persone?
 

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Con l' assoluzione urbi et orbi, soprattutto orbi, dall' abuso di Instagram e Facebook, si restringe sempre più la sfera dei comportamenti scolastici attribuibili ai figli. Se tirano uno schiaffo al prof, la colpa è del prof che non ha saputo incutere nella scolaresca il dovuto rispetto.

 

Se gli rubano il registro, la colpa è del prof che lo ha lasciato in vista: una sorta di istigazione a delinquere. Ma anche se gli mettono una mano di vernice sulla sedia e lui/lei ci spalma i pantaloni o la gonna sopra, la colpa è del prof che non ha controllato prima di sedersi.

 

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E se gli fratturano il malleolo con una mazza da baseball? Che domande: la colpa è del prof, anzi della scuola intera, che ha permesso a un oggetto contundente di circolare indisturbato per i corridoi. Se poi un angioletto di mamma e papà prende due in tutte le materie, la colpa è ovviamente e unicamente del prof che non ha saputo stimolare l' allievo e interessarlo alle lezioni. In realtà ci sarebbe una colpa che non si può dare ai figli (e tantomeno al prof): di avere dei genitori così.

 

2. LE FOTO DEI PROF ON LINE: 22 STUDENTI SOSPESI PER GLI SCATTI IN CLASSE

Gianni Giacomino per “la Stampa”

 

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In classe, durante le ore di lezione, sfilavano i telefonini cellulari dalle tasche e si scattavano dei selfie, poi riprendevano e registravano i professori, impegnati a spiegare. Quindi facevano girare le foto su Whatsapp e Instagram. Sghignazzi e ammiccamenti tra i banchi. Ma gli insegnanti li hanno scoperti e, per 22 allievi delle scuole medie di San Francesco al Campo, un paese ad una ventina di chilometri da Torino, è arrivata una punizione esemplare: tutti sospesi.

 

Otto di loro, la metà sono ragazze, per un giorno intero. Gli altri 14 sono stati «allontanati dalla classe» per tre ore e costretti ad una full immersion sul corretto uso dei telefonini e sui rischi che si celano dietro l' impiego delle nuove tecnologie e dei social. Alcuni genitori, però, l' hanno presa male: «Gli insegnanti - si arrabbiano - non dovevano colpevolizzare solo alcuni ragazzi. E lasciarli a casa per un giorno, non ha senso.
 

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Perché alcune mamme e papà hanno dovuto saltare il lavoro per restare coi figli». Ieri mattina alla «Mario Costa», 150 ragazzi divisi in sette classi, sono arrivati anche i carabinieri per un rapido faccia a faccia con il corpo docente. I militari non hanno riscontrato nessun tipo di reato. Anche se, alcuni professori, abbastanza seccati, hanno minacciato di sporgere denuncia. E la notizia ha innescato un dibattito rovente sui social.
 

«Mi dispiace per gli allievi anche perché, alcuni di loro, non avevano mai collezionato nemmeno un richiamo, mai preso una nota nella loro carriera scolastica - allarga le braccia la dirigente del plesso, Adriana Veiluva - ma hanno infranto le regole dell' istituto e non hanno rispettato la privacy.

 

Siamo intervenuti prima che la situazione degenerasse». La Veiluva, oltre 40 anni di esperienza nel mondo della scuola, ammette che: «Pure io sto frequentando un corso di formazione per avere più confidenza con le nuove tecnologie. Perché sono consapevole che il futuro corre verso quella direzione. Non posso vietare agli alunni di portare il cellulare in cartella, ma in classe deve restare spento» .

 

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I sospesi hanno tra i 12 e i 13 anni. Tutti, quando i professori li hanno messi alle strette, non hanno avuto problemi a «confessare». «Mia figlia ha ammesso subito che si era scattata un selfie con la sua compagna, ha chiesto scusa - racconta Antonietta Fiorinelli -. Eppure l' hanno sospesa e lasciata a casa. Sarebbe stato meglio una bella lavata di testa».
 

Per i 22 ragazzini troppo disinvolti nell' utilizzare gli smartphone è arrivata anche una punizione supplementare. Un tema da svolgere entro lunedì. Gli insegnanti hanno chiesto una riflessione approfondita su quello che è successo.

 

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«La nota positiva è che si è autodenunciato anche chi non era stato scoperto, sono stati onesti - evidenzia Ivana Battistini, docente di lettere e coordinatrice di una terza da record, 15 sospensioni - A me è dispiaciuto molto vedere le ragazze in lacrime quando consegnavo loro le lettere del provvedimento da far firmare ai genitori. Spero abbiano capito che a scuola, e nella vita bisogna fare attenzione con lo smartphone».