donald trump vladimir putin

LA “MINACCIA” DI TRUMP ALLA RUSSIA È UN BUFFETTO PER PUTIN E L’ENNESIMO CEFFONE AGLI EUROPEI – IL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DÀ 50 GIORNI DI TEMPO A MOSCA PER TRATTARE ED EVITARE DEI VAGHI DAZI AL 100% ALLE ESPORTAZIONI RUSSE (CHE VALGONO IN TOTALE SOLO 3 MILIARDI DI DOLLARI, COME TRE SISTEMI ANTI-MISSILI PATRIOT), E VAGHEGGIA DI SANZIONI SECONDARIE AI PAESI CHE ACQUISTANO ENERGIA DA MOSCA (DIFFICILE, DOVREBBE RIAPRIRE UNA TRATTATIVA CON LA CINA). NEL FRATTEMPO, GLI “AIUTI MILITARI” A KIEV NON SONO AIUTI, MA VENDITE: LE ARMI AMERICANE SARANNO VENDUTE. E A PAGARE, CARO, SARANNO GLI STATI EUROPEI, CHE NEL FRATTEMPO SI DOVRANNO SUCARE ANCHE TARIFFE AL 30%. CORNUTI E MAZZIATI, MENTRE LO ZIO SAM INCASSA! - LA BORSA DI MOSCA FESTEGGIA: CRESCE DEL 2,7%: HANNO CAPITO CHE SI TRATTA DEL SOLITO BLUFF DELL'IMMOBILIARISTA PLATINATO - PUTIN PUÒ CONTINUARE A BOMBARDARE CON TUTTA CALMA E PREPARARE LA NUOVA OFFENSIVA A EST

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vladimir putin donald trump

1. LA MINACCIA DI DAZI DEGLI STATI UNITI LASCIA LA RUSSIA PIÙ SOLLEVATA CHE SCOSSA

Traduzione di un estratto dell’articolo di Steve Rosenberg per www.bbc.com

 

Nello Studio Ovale, lunedì, Donald Trump si è mostrato duro: ha annunciato nuovi invii di armi statunitensi all’Ucraina, finanziati dai governi europei, e ha minacciato nuovi dazi che, se imposti, colpirebbero la cassa di guerra della Russia. Ma, a Mosca, come ha reagito la borsa? È salita del 2,7%.

 

L ULTIMATUM DI TRUMP A PUTIN - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

Questo perché la Russia si era preparata a sanzioni ancora più severe da parte del presidente Trump.

 

«Russia e America si stanno avviando verso un nuovo round di confronto sull’Ucraina», aveva avvertito l’edizione di lunedì del tabloid Moskovsky Komsomolets.

 

«La sorpresa di lunedì di Trump non sarà piacevole per il nostro Paese.»

 

Non è stata “piacevole”. Ma la Russia, ad esempio, sarà sollevata dal fatto che i dazi secondari contro i partner commerciali della Russia entreranno in vigore solo tra 50 giorni.

 

Questo dà a Mosca tutto il tempo per elaborare controproposte e ritardare ulteriormente l’implementazione delle sanzioni.

ZELENSKY E TRUMP NELLO STUDIO OVALE

 

Ciononostante, l’annuncio di Donald Trump rappresenta un approccio più duro nei confronti della Russia. Riflette anche la sua frustrazione per la riluttanza di Vladimir Putin a firmare un accordo di pace. Tornato alla Casa Bianca a gennaio, Donald Trump aveva fatto della fine della guerra russa in Ucraina una delle sue priorità di politica estera.

 

Per mesi, la risposta di Mosca è stata: “Sì, ma…”

donald trump vladimir putin

 

Sì, aveva detto la Russia a marzo, accogliendo con favore la proposta del presidente Trump per un cessate il fuoco globale. Ma prima, aveva aggiunto, dovevano cessare gli aiuti militari occidentali e la condivisione di informazioni con Kyiv, insieme alla mobilitazione militare ucraina.

 

Sì, Mosca ha continuato a sostenere, vuole la pace. Ma prima vanno risolte le “cause profonde” della guerra. […] Secondo Mosca, la guerra è il risultato di minacce esterne alla sicurezza russa: da Kyiv, dalla NATO, dal “blocco occidentale collettivo”.

 

TRUMP ACCOGLIE ZELENSKY ALLA CASA BIANCA E LO PRENDE IN GIRO PER IL LOOK

Eppure, nel febbraio 2022, non furono né l’Ucraina, né la NATO, né l’Occidente a invadere la Russia. Fu Mosca a lanciare un’invasione su vasta scala dell’Ucraina, scatenando la più grande guerra terrestre in Europa dalla Seconda guerra mondiale.

 

Per parecchio tempo, l’approccio del “Sì, ma…” ha permesso a Mosca di evitare ulteriori sanzioni da parte degli Stati Uniti, continuando allo stesso tempo a portare avanti la guerra. Desiderosa di migliorare le relazioni bilaterali con la Russia e negoziare un accordo di pace sull’Ucraina, l’amministrazione Trump ha privilegiato le “carote” rispetto ai “bastoni” nei colloqui con i funzionari russi.

 

I critici del Cremlino avevano avvertito che, con il “Sì, ma…”, la Russia stava solo guadagnando tempo. Ma il presidente Trump sperava di riuscire a trovare un modo per convincere Vladimir Putin a firmare un accordo.

 

Il presidente russo non sembra avere alcuna fretta di farlo. Il Cremlino ritiene di avere l’iniziativa sul campo di battaglia. Insiste di volere la pace, ma alle sue condizioni.

 

attacco russo a kiev 4 luglio 2025 3

Tali condizioni includono la fine degli invii di armi occidentali all’Ucraina. Dall’annuncio di Donald Trump è chiaro che ciò non accadrà.

 

Il presidente Trump afferma di essere “scontento” di Vladimir Putin.

 

Ma la disillusione è reciproca. Anche la Russia si sta disamorando del presidente americano. Lunedì, Moskovsky Komsomolets ha scritto:

 

«[Trump] ha chiaramente manie di grandezza. E una bocca molto grande.»

 

[…]

 

donald trump vladimir putin

2. LE PISTOLE SCARICHE DI TRUMP

Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “il Foglio”

 

Dovevano essere ventiquattro ore, poi cento giorni, infine sono diventati cinquanta a partire da ieri. Il tempo concesso dal presidente americano Donald Trump a Vladimir Putin per far finire la guerra della Russia contro l’Ucraina si stringe e si allarga, è soggetto a cambiamenti, a minacce e all’assenza di colpi di scena.

 

Ieri il presidente americano ha annunciato che se Mosca non accetterà di raggiungere un accordo entro cinquanta giorni, allora gli Stati Uniti imporranno dazi al cento per cento alla Russia.

STRETTA DI MANO TRA ZELENSKY E TRUMP AL VERTICE NATO DELL'AJA

 

La minaccia non è forte per il Cremlino: nel 2024 le importazioni americane dalla Russia sono state  soltanto 3 miliardi di dollari. Molto più letale per l’economia russa sarebbero le sanzioni al settore energetico  e ai paesi  acquirenti, come prevede la proposta promossa al Congresso dai senatori Lindsey Graham e Richard Blumenthal: ma   la minaccia di sanzioni secondarie è rimasta molto vaga da parte di Trump.

 

Mosca ha cinquanta giorni di tempo per pensarci su, nel frattempo continuerà la sua guerra, i suoi bombardamenti contro le città ucraine, colpite da droni e missili insieme, anche se si trovano lontane dalla linea del fronte.

 

FUNERALE DI PAPA FRANCESCO - INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY NELLA BASILICA DI SAN PIETRO

[…]  Ieri Trump ha fatto le sue dichiarazioni tanto attese, mentre il segretario generale dell’Alleanza atlantica, Mark Rutte, era a Washington  per spiegare che la Nato con l’Amministrazione americana aveva approvato un nuovo piano per dotare l’Ucraina di armi. Il piano non è nuovo, era stato lo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky a proporlo e a parlarne a Roma la scorsa settimana, durante la Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina.

 

Zelensky è uno dei leader che si è adattato più rapidamente alla mentalità di Trump, avendo bisogno di armi in fretta, ha coinvolto gli alleati europei in un piano ambizioso secondo il quale non saranno gli Stati Uniti a rifornire Kyiv, ma saranno gli alleati della Nato a comprare dagli Stati Uniti ciò di cui gli ucraini hanno bisogno.

 

Washington sarà il mercato da cui scegliere sistemi di difesa e missili, gli europei, a seconda della disponibilità e delle possibilità, investiranno nel mercato americano: “Ci pagheranno il 100 per cento, per noi sarà un affare”, aveva detto Donald Trump domenica, mentre montava l’attesa per il  “grande annuncio”.

donald trump vladimir putin

 

I sistemi più ambiti da Kyiv in questo momento sono i Patriot, servono a proteggere le città dagli attacchi russi. I primi paesi europei che hanno detto di essere disponibili ad acquistare Patriot per Kyiv sono la Germania – ieri il ministro della Difesa era a Washington per un incontro con il capo del Pentagono Pete Hegseth – e la Norvegia.

 

Il capo della Casa Bianca ha detto che ci sono già diciassette sistemi pronti a entrare nel territorio ucraino. Trump ha concluso un affare, parlando a più riprese del successo ottenuto all’Aia, durante l’ultimo vertice della Nato […]

 

sistema anti missile patriot

Quando Trump parla di Putin si sente colpito personalmente, era convinto fosse il capo del Cremlino il suo interlocutore privilegiato, la persona con cui fare affari per la fine della guerra.

 

Putin ha rifiutato quel ruolo, dicendogli, durante la loro ultima conversazione del 3 luglio scorso, che aveva intenzione di intensificare i combattimenti per occupare tutta la regione di Donetsk: “Non voglio dire che è un assassino, ma è un duro ... nella vita ha fregato già molte persone”, ha detto Trump elencando i presidenti che prima di lui non erano riusciti a capire di che natura fosse il presidente russo.

 

Putin, in realtà, rivela sempre la sua natura, la mostra subito, sono i suoi interlocutori che non lo hanno ritenuto capace di agire secondo le sue minacce. Trump ha detto di essere deluso da Putin e di fidarsi invece del presidente ucraino Zelensky.

donald trump vladimir putin

 

[…] Trump ha parlato della guerra come una responsabilità di Biden, non manderà  nessuna arma nuova agli ucraini se non quelle comprate dagli europei (l’aiuto è solo un modo di fare affari), ha minacciato Mosca dandole altro tempo e offrendole come data di scadenza per ottenere un cessate il fuoco il 2 settembre, il giorno che marcherà gli ottant’anni dalla fine della Seconda guerra mondiale.

 

E’ solo una coincidenza. Mosca ne esce poco toccata dal “grande annuncio”, mentre l’Ucraina si prepara ad altra guerra […]

DISARMANTE E DISARMATO - TRUMP E ZELENSKY - VIGNETTA BY GIANNELLI