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Dagotraduzione da Reuters
Lunedì il ministro degli esteri filippino, Teodoro Locsin, ha pubblicato un tweet in cui chiede alle navi cinesi di uscire dalle acque contese. Il commento del politico è stato piuttosto brusco: «Cina, amica mio, come posso dirlo educatamente... Fammi pensare... FUORI DAI COGLIONI. Cosa stai facendo della nostra amicizia? Tu. Non noi. Tu».
L'ambasciata cinese a Manila non ha risposto immediatamente. In precedenza, alcuni funzionari cinesi hanno dichiarato che le navi al centro della disputa erano barche da pesca in cerca di rifugio per via del mare agitato.
Un portavoce del Dipartimento di Stato americano ha ribadito che «di fronte alla pressione della milizia marittima cinese nel Mar Cinese Meridionale, gli Stati Uniti sono con il loro alleato, le Filippe», come già annunciato dal Segretario di Stato lo scorso 28 marzo.
«Come preannunciato, un attacco armato contro le forze filippine, le navi pubbliche o gli aerei del Pacifico nel tratto del Mar cinese Meridionale farà scattare i nostri obblighi ai sensi del Trattato di mutua difesa USA-Filippine».
La Cina rivendica quasi l'intero Mar Cinese Meridionale, su cui navigano ogni anno circa 3 trilioni di dollari di merci. Nel 2016 la richiesta di Pechino è stata respinta dal tribunale arbitrale dell'Aia perché non coerente con il diritto internazionale.
«Le nostre dichiarazioni sono forti a causa della natura più sfacciata delle attività cinesi, del numero, della frequenza e della vicinanza delle intrusioni», ha affermato Marie Yvette Banzon-Abalos, direttore esecutivo per le comunicazioni strategiche presso il Ministero degli esteri.
Il presidente filippino Duterte ha sempre cercato rapporti amichevoli con la Cina, che ha promesso miliardi di dollari in investimenti, aiuti e prestiti.
«La Cina resta il nostro benefattore. Solo perché abbiamo un conflitto con la Cina non significa che dobbiamo essere scortesi e irrispettosi», ha detto Duterte in un discorso nazionale settimanale. «Quindi, gentilmente, lascia che i nostri pescatori pescino in pace e non ci sarà motivo di guai», ha detto Duterte, rivolgendosi alla Cina.
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