DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell’articolo di www.leggo.it
Quando suo figlio le si è avvicinato, durante la colazione, e ha annunciato «Mamma, vado a fare una rapina», lei ha provato a fermarlo. Ma non è stato abbastanza, e il 33enne è uscito, è salito in auto ed è partito verso quella tabaccheria di Torino che aveva deciso essere il suo obiettivo. Allora la donna si è fatta forza, ha preso il telefono e ha chiamato i carabinieri per farlo arrestare. […] «Il pensiero che potesse ferire qualcuno o essere ferito mi ha sbloccato. E allora ho chiamato il 112. E non me ne pento», dice la mamma al Corriere della Sera […]
La mamma, da poco 60enne, ha il cuore spezzato per essere stata l'artefice dell'arresto del figlio, ma non se ne pente. Sa di aver fatto la cosa giusta. «Viviamo in un incubo da 15 anni e gli ultimi 3 sono stati i peggiori. Litigate, mobili rotti, continue richieste di soldi e furti in casa. Tre giorni prima della rapina mi aveva rubato perfino il televisore», dice […]
Il 33enne l'ha informata della sua intenzione di rapinare la tabaccheria «come se fosse la cosa più normale del mondo. Di cavolate nella sua vita ne ha fatte tante, tra cocaina e adesso anche crack. Ma non le ha mai annunciate».
E nonostante la telefonata, la rapina comunque c'è stata, ed era "organizzata": tatuaggi coperti per evitare di essere riconosciuto, la targa smontata, il berretto in testa. Ci sono voluti circa 20 minuti, e poi «è tornato con una borsa frigo piena di Gratta&Vinci e una mazzetta di banconote. Si è seduto al tavolo e mi ha detto “Dai mamma, aiutami a grattare”. Una scena irreale, non era in sé».
Il figlio ha fatto proprio ciò che ha detto: ha continuato a grattare, a sperare in una vincita. E intanto la mamma, chiusa in bagno, ha parlato di nuovo con i carabinieri, arrivati poco dopo a sirene spente. Intanto il 33enne gioiva per una vincita da un migliaio di euro. Quando gli agenti sono entrati, «a un certo punto mi ha guardato e mi ha chiesto “Li hai chiamati tu?”. Poi lo hanno portato via ed è stato il momento più difficile».
[…] «Ha bisogno di aiuto e, da madre, voglio sperare che questa sia l’occasione giusta. Se mi odierà, pazienza, ma doveva essere fermato - dice la mamma -. Altrimenti qualcuno lo avrebbe fatto in un altro modo».
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