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''MIO MARITO PER ANNI HA FATTO GIRARE I NOSTRI VIDEO HARD'' - LA LETTERA A SELVAGGIA: ''HO SCOPERTO CHE INVIAVA FOTO E FILMINI AD AMICI E CONOSCENTI, E PURE A SITI PORNO AMATORIALI. MI È CROLLATO IL MONDO ADDOSSO, MI VERGOGNAVO A USCIRE DI CASA E VEDERE GENTE. L'HO DENUNCIATO, HO RACCOLTO LE TESTIMONIANZE DI 12 PERSONE E ORA IL PROCESSO…''

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Da www.today.it

 

Selvaggia Lucarelli

Nella rubrica delle lettere del Fatto Quotidiano a cura di Selvaggia Lucarelli oggi viene pubblicata la storia di Livia, una donna il cui marito faceva girare tra gli amici e ha pubblicato su un sito porno i momenti in cui avevano rapporti sessuali:

 

 

Cara Selvaggia,

visto che stai pubblicando storie di donne vittime di revenge porn, desidero raccontarti come sono finita, io pure, in un caso simile. Ma la cosa ben più grave è che a rovinarmi la vita non è stato un uomo qualunque bensì mio marito. A due anni dal matrimonio ho scoperto, grazie ad un amico che ha deciso di confessarmi tutto, che mio marito era solito inviare ad amici in comune e ai suoi contatti foto e video della nostra intimità, mentre facciamo sesso, dove si vede benissimo il mio corpo ed il mio viso, e non contento mi ha fatto finire in un sito porno amatoriale.

 

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Mi è crollato il mondo addosso, sono stata molto male, ho passato momenti difficili, non riuscivo a dormire, avevo l’ansia, mi vergognavo di uscire e di vedere gente. Questa storia mi ha completamente devastata. Non ho esitato neppure un attimo a denunciare mio marito, quello che mi aveva fatto era troppo grave per tacere e lasciar andare: aveva leso la mia dignità di donna e moglie, non potevo accettare che mi esibisse come un trofeo; quell'uomo avrebbe dovuto proteggermi e tutelarmi ed invece si era servito di me.

 

Dopo circa due anni, le indagini si sono concluse. Ho presentato la testimonianza di ben 12 persone che hanno ricevuto materiale privato (e pensa quante altre persone sono coinvolte ma io non ne sono consapevole!) e mio marito è stato rinviato a giudizio. È appena iniziato il processo, so che sarà un percorso difficile da sostenere soprattutto a livello emotivo e psicologico, ma sono pronta a metterci la faccia e ad esprimere davanti al giudice tutto ciò che ho vissuto e provato.

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 È il momento di tirare fuori gli attributi, nonostante la vergogna e l’angoscia di affrontare un processo, voglio fargliela pagare. Il mio avvocato mi dice spesso di essere una donna “cazzuta” per aver denunciato, al contrario di tante altre. Questo mi carica e mi dà la forza per andare avanti. Eh sì, scusa la volgarità ma io “non mollo un c a z z o! ”. Vorrei tanto far conoscere meglio questa storia ma essendoci un processo in corso ed avendo un nuovo compagno, non voglio metterlo in difficoltà perché anche lui ha sofferto molto. Bisogna denunciare! Siamo esseri umani non oggetti sessuali! 

 

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La risposta di Selvaggia Lucarelli: "Cara Livia, ecco perché come ho sostenuto spesso il termine “revenge” non è centrato per questo genere di reati. La vendetta, spesso, non è il cuore del problema. La diffusione di materiale intimo altrui è spesso frutto di ignoranza, superficialità, mancanza di intelligenza emotiva ed empatia, scarsa considerazione della donna e altro, dunque qualcosa di ben diverso dalla vendetta perché si è stati lasciati. Il tuo ex marito è un mix di tutto questo, temo, con l’aggravante della crudeltà. Perché eri sua moglie, perché lo amavi, perché faceva questo mentre continuava a dividere la vita con te. Imperdonabile". 

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