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coriano lupo appeso fermata del bus
Maltrattamento, cattura, uccisione e furto aggravato di un esemplare di una specie animale particolarmente protetta. Sono le contestazioni che i carabinieri di Rimini, con i colleghi Forestali, muovono a due persone, denunciate al termine dell’indagine sul lupo avvelenato, ucciso e appeso per le zampe a una pensilina di una fermata dell’autobus nel Comune di Coriano (Rimini), a inizio novembre. Le due persone denunciate sono un 82enne e un 43enne che prima di infierire sull’animale ancora in vita e poi sul suo corpo lo avevano stordito con del veleno. Il lupo aveva profonde ferite al capo e al muso e nel corso dell’esame autoptico erano stati individuati fori nella pancia come provocati da un forcone o da un altro attrezzo agricolo.
Le indagini
Le indagini erano scattate lo scorso novembre in seguito al ritrovamento del corpo di un esemplare di lupo, barbaramente ucciso e poi appeso alla pensilina di una fermata dell’autobus, a Coriano, nel Riminense. A scoprire il cadavere dell’animale furono alcuni studenti che stavano andando a scuola e si erano recati alla fermata per prendere l’autobus. I due accusati sono stati individuati grazie all’analisi dei filmati di alcune telecamere di sorveglianza che hanno ripreso un furgone chiaro fermarsi nei pressi della fermata.
Le ulteriori indagini hanno permesso di identificare quel furgone, intestato ad un’azienda agricola di Coriano. Il sequestro del mezzo e i rilievi effettuati a bordo dello stesso, hanno permesso di rinvenire tracce di sangue e anche dei peli di animale. Non è chiaro il perché i due uomini abbiano agito con tanta crudeltà, non giustificata neppure dal fatto che il bestiame della zona sia stato occasionalmente preda di animali selvatici.
L’Enpa e la Lav saranno parte civile
L’Ente nazionale per la protezione animali (Enpa) e la Lega antivivisezione (Lav) hanno intanto fatto sapere che se le due persone denunciate dai carabinieri dovessero essere rinviate a giudizio, le loro associazioni si costituiranno parte civile. «Ringraziamo di cuore l’Arma dei carabinieri per lo straordinario impegno e la grande efficienza con cui ha condotto le indagini, arrivando alla svolta di oggi. In particolar modo, ringraziamo Aldo Terzi, colonnello e comandante del Comando Gruppo carabinieri Forestale di Rimini, e i suoi uomini. Auspichiamo – dichiara la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi - che la magistratura possa fare chiarezza su questo efferato animalicidio, infliggendo ai responsabili una pena esemplare, in linea con la gravità dei reati commessi. Che vanno, lo ricordiamo, dall’uccisione di animali, alla cattura e al furto di fauna selvatica».
«Chiediamo che anche il ministero dell’Ambiente partecipi al procedimento giudiziario - aggiunge Massimo Vitturi, responsabile della Lav per gli animali selvatici -, così da dare un chiaro segnale dell’impegno istituzionale nel contrasto al bracconaggio. I lupi rappresentano per Legge un patrimonio dello Stato, cioè di tutti i cittadini e il ministero dell’Ambiente non può limitarsi a fare solo la conta dei circa 300 animali uccisi ogni anno».
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