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OVULI STRAPAZZATI – UNA MODELLA DI MESSINA RACCONTA LA SUA ESPERIENZA CON ANTINORI: “MI PROPOSERO DUEMILA EURO PER AVERE GLI OVULI MA QUALCOSA NON MI RASSICURAVA E SONO SCAPPATA” - LA CLINICA “MATRIS” NON RISPETTAVA NE' LE NORME DI SICUREZZA SUL LAVORO NE' GLI STANDARD IGIENICO-SANITARI

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Andrea Galli e Simona Ravizza per il “Corriere della Sera”

LUCIA SCILIBERTOLUCIA SCILIBERTO

 

All' inizio era la curiosità, poi i soldi, infine la paura: «Una donna che organizza eventi mi ha contattata e accompagnata nella clinica. Ho appena vent' anni, la vita e il mondo davanti; non voglio dire di no a niente e nessuno senza prima vedere, valutare di persona. Mi hanno promesso 1.500 euro. Pochi. Hanno rilanciato, arrivando a duemila.

 

Ma qualcosa non mi rassicurava. Hanno insistito, con decisione. Mi hanno spiegato tutto, compreso il bombardamento ormonale. Ho domandato se potevo interrompere la cura nel caso in cui avessi iniziato a star male. Hanno risposto che non se ne parlava neanche, se il contratto partiva dovevo arrivare fino in fondo. Allora ho rinunciato. Sono scappata e non mi sono più fatta trovare».

 

SEVERINO ANTINORISEVERINO ANTINORI

Lucia Sciliberto detta Lucy è una modella, figlia di una famiglia di Messina. Il liceo linguistico le ha lasciato in eredità una buona conoscenza delle lingue inglese, spagnolo e francese. La bellezza e l' altezza, un metro e 71 centimetri, hanno già attirato importanti contatti. Il book professionale racconta di partecipazioni alle campagne d' intimo di un noto marchio di moda.

 

I fotografi la cercano perché presti il volto a servizi nelle migliori location di Milano, dove abita. Lucia ha tanti amici, gira spesso, balla all' Hollywood, cambia aerei e continenti. Eppure il suo nome compare nell' elenco di un dossier riservato e in possesso del Corriere , con le 23 ragazze donatrici di ovuli nella clinica Matris (sequestrata) del ginecologo Severino Antinori, arrestato.

 

SEVERINO ANTINORISEVERINO ANTINORI

L' inchiesta, coordinata dalla Procura di Milano e condotta dai carabinieri del Nas, non è terminata. Il medico, 70 anni, che ha evocato un complotto dell' Isis (la ragazza immobilizzata e derubata degli ovuli che l'ha incastrato è un'andalusa con origini marocchine), s'è visto intanto revocare i domiciliari, a causa delle interviste rilasciate a nastro, con buona pace dei divieti suoi e delle regole dei giornalisti. In più alcune delle stesse donatrici hanno nelle loro denunce, antecedenti il blitz di venerdì, parlato di molestie sessuali. Accuse non ancora comprovate. Ma meritevoli di approfondimenti.

 

Dunque Lucia detta Lucy, vent' anni compiuti a gennaio, figura nell' elenco delle donatrici ma nega d' essersi prestata all' intervento chirurgico e, anzi, alla terapia preparatoria. La Matris, in verità, non l' aveva convinta da subito.

 

severino antinoriseverino antinori

«La clinica non rimandava l' immagine della perfezione assoluta. Era, come dire, normale. Una struttura piccola, forse anche anonima. Ma non era quello. Il personale, in modo particolare le donne, erano troppo gentili, troppo premurose, avevano un atteggiamento esageratamente forzato, costruito».

 

Ma davvero lei non ha accettato «semplicemente» per il denaro l' invito della promoter, quella Barbara Bella che emerge dalle indagini? Davvero non le facevano comodo i soldi e magari ha sottovalutato il prezzo da pagare? «Avevo terminato il liceo linguistico e mi ero trasferita a Milano. Avevo cominciato a muovere i primi passi, non vi nego che di contratti pesanti non ce n'erano. Ma di sicuro non mi vado a distruggere per 1.500 oppure 2 mila euro che siano».

 

SEVERINO ANTINORISEVERINO ANTINORI

In ogni modo Antinori ci aveva tentato. Ossessionato dalla giovinezza e dalla bellezza (giovani e belle sono le due sue impiegate, indagate, Bruna Balduzzi e Marinella Muzzolini), il ginecologo si credeva un operatore di mercato, col disprezzo più totale, ha scritto il gip nell' ordinanza, del corpo e della dignità della donna. E Lucia, d' uno splendore e di una «freschezza» forse a tratti ingenua, doveva per forza esserci, nelle fotografie mostrate alle coppie in cerca di un figlio, per convincerle che ci sarebbe stata una gravidanza e che si sarebbe conclusa con la nascita di una creatura sana e radiosa.

 

Della fecondazione eterologa, Antinori ha fatto una ragione d'esistenza e di carriera, senza limite alcuno. Prometteva del resto un primogenito anche alle anziane; la Matris era fuori regola nelle norme di sicurezza sul lavoro e nelle condizioni igienico-sanitarie; gli ovuli, anziché negli appositi contenitori, viaggiavano nella valigia del ginecologo.

severino antinori clinica matrisseverino antinori clinica matris

Ora non vorrebbe, Lucia Sciliberto, che a causa di questa storia la sua carriera s' interrompesse. Ricorda i sacrifici della famiglia e la personale fatica per imporsi.

 

«Sono stata una stupida soltanto a provarci... Nel senso che ho dei piccoli problemi di cuore e in clinica non dovevo nemmeno presentarmi... Chissà che cosa mi sarebbe successo... Sono stata fortunata». Giura che il suo nome nella lista delle donatrici è un errore. Però sorprende esaminare gli altri «profili» dell' elenco e riscontrare identici, elitari requisiti.

 

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E trovare, per esempio, un'avvenente cubana, dipendente a Napoli di un famoso locale di un quartiere della borghesia. Nel locale non c'è. Il titolare dice che è a casa malata. La ragazza invece è in giro per la città, in forma, sorridente e carica come mai. Lo documentano i post su Facebook, compreso uno in cui manda al diavolo il pianeta intero. Domandiamo a Lucia se la conosce. «Conosco unicamente un' amica, andata prima di me da Antinori, sempre invitata dall' organizzatrice di eventi». Anche lei, l' amica, naturalmente giovane e bella. Molto giovane, molto bella.

 

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