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Cesare Giuzzi per www.corriere.it
Ha attraversato le stagioni più dure degli Anni di piombo poi nel 1987 si era dissociato dalla banda armata. È morto a Varese a 74 anni l’ex brigatista e militante delle Formazioni comuniste combattenti, Corrado Alunni.
È stato insieme a Renato Vallanzasca uno dei protagonisti del clamoroso tentativo di evasione dal carcere di San Vittore. Nato a Roma il 12 novembre 1947, Alunni si era trasferito a Milano dopo gli studi nel 1967.
Assunto come operaio alla Sit-Siemens inizia il suo percorso verso la lotta armata. È nella fabbrica milanese che conosce i futuri brigatisti Mario Moretti, Giorgio Semeria e Paola Besuschio. Sette anni dopo, quando è già componente delle Brigate rosse e braccio destro di Renato Curcio, lascia il lavoro ed entra in clandestinità.
Poi l’esperienza delle Brigate rosse comuniste e nel ‘77 la creazione delle Fcc e Prima linea. Viene catturato a Milano nel 1978 quando la Digos e la Mobile della questura fanno irruzione nel covo di via Negroli a Milano. Dentro ci sono armi, esplosivi e soprattutto carte e documenti riservati sull’attività terroristica rossa.
La fuga da San Vittore
Si arriva al 28 aprile 1980 quando Alunni, insieme a Vallanzasca e al suo fedele braccio destro Antonio «Pinella» Colia e ad altri detenuti tentano una clamorosa evasione da San Vittore.
Durante l’ora d’aria il commando prende in ostaggio un brigadiere e riesce a farsi strada fino all’uscita del carcere. I detenuti hanno armi e le usano contro due guardie che gli sbarrano la strada.
corrado alunni con renato vallanzasca
Poi la sparatoria si sposta nelle strade intorno al carcere dove Alunni rimane ferito da due colpi di mitra e viene arrestato insieme al Bel René, anche lui ferito. Negli anni 80 le condanne si sommano e Alunni arriva a un cumulo superiore ai 50 anni di galera.
La dissociazione
Nel 1987 si dissocia dalla lotta politica armata. E nel 1989 gli viene concessa per la prima volta la semilibertà: viene assunto con l’incarico di catalogare materiale didattico dalla Enaip, il centro di formazione professionale delle Acli, di Bergamo.
Il suo percorso di dissociazione arriva al culmine nel 1997 quando con altri 62 ex terroristi rossi firma uno storico appello per chiudere la «Storia infinita» degli Anni di piombo per aprire la strada a «una democrazia matura, una classe politica e una Repubblica che vogliano davvero rinnovarsi».
È la fine definitiva di un pezzo di storia del Paese che affonda le sue radici nel Dopoguerra, nella strage di Piazza Fontana, nel sequestro Moro e nella lunga scia di sangue del terrorismo.
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