DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER…
Estratto dell’articolo di Rosalba Castelletti per “la Repubblica”
murales con il volto di putin su un palazzo di mosca
[…] «Morta durante i bombardamenti dei nazionalisti ucraini», recita il pannello della mostra intitolata “Eroi e Atti eroici” allestita in Gogolevskij bul’var tra la Cattedrale del Cristo Salvatore e la Vecchia Arbat. I passanti infagottati si fermano e scorrono volti e storie. Giovani vite immolate sull’altare della folle offensiva lanciata da Vladimir Putin contro l’Ucraina un anno fa. Dodici mesi dopo i caduti non sono più un tabù. Anche se il loro numero è protetto dal segreto di Stato, autorità e tv non fanno che glorificarne il sacrificio.
[…] La “propaganda della morte”, come l’hanno battezzata i sociologi, non è che l’ultimo tassello della “nuova normalità” imposta alla popolazione. Una normalità orwelliana dove è normale morire per “difendersi” da qualcuno che non ti ha mai attaccato. È normale essere condannati a 9 anni di carcere, come l’oppositore Ilja Jashin, in base a una legge sulle “fake news” che punisce chi dice la “verità” sui crimini commessi in Ucraina.
mosca, propaganda per la guerra in ucraina
[…] È un cambiamento che si fa fatica a cogliere in una capitale ricca come Mosca. Il conflitto è qualcosa di lontano. Lo ricordano i sistemi anti- missilistici comparsi settimane fa su alcuni tetti. Le sanzioni finora non hanno affossato l’economia. I ristoranti traboccano e gli scaffali dei supermercati sono colmi benché molti prodotti ora arrivino dall’Asia e i prezzi siano schizzati.
Le “importazioni parallele” autorizzate per sopperire ai boicottaggi hanno avuto persino risvolti inaspettati: l’atteso Samsung Galaxy S23 si trovava in vendita già prima del suo debutto mondiale. «È frustrante. All’apparenza non è cambiato nulla. Sarebbe più rasserenante se ci fossero chiari segnali di crisi economica o di una sorta di reazione. Perché ogni mattina leggo le notizie e l’immagine del mondo che mi arriva è totalmente diversa da quella che vedo per strada», ci ha confessato il fotografo 42enne Aleksandr Gronskij.
Certo, la catena russa “Vkusno i Tochka” ha preso il posto di McDonald’s, le auto cinesi Geely hanno soppiantato le Bmw e le vetrine del lusso restano sbarrate. Nei cinema ritornano le epopee sovietiche o si proiettano copie piratate dei film hollywoodiani. Dalle librerie sono scomparsi i titoli di “agenti stranieri” come Boris Akunin che si erano pronunciati per la pace. E nei musei e nelle strade si susseguono mostre che rivisitano la storia per giustificare il presente.
La Piazza Rossa non pullula più di turisti e nelle vetrine dei negozi di souvenir, matrioske e samovar sono affiancate da t-shirt con la “Z”. Ma bisogna grattare a fondo la scorza per trovare le vere cicatrici di questi passati 365 giorni.
mosca cartelloni pubblicitari per il reclutamento militare
La propaganda è martellante. Pervade ogni ganglio dello spazio pubblico e privato. A scuola si va a “lezione di patriottismo”. E la tv è un mondo alla rovescia. È una delle ragioni per cui milioni di russi continuano a sostenere “il buon Zar” e la sua aggressione: conoscono soltanto la realtà che autorità e media raccontano loro.
mosca, propaganda per la guerra in ucraina 1
Censura e repressione fanno il resto. Dopo quasi 20mila fermi persino per un foglio bianco, nessuno protesta più in piazza. […]
a mosca cartelloni pubblicitari per il reclutamento militareMOSCA AL TEMPO DELLA GUERRAMOSCA AL TEMPO DELLA GUERRAcatena Vkusno i Tochka che ha sostituito mcdonalds a moscaMOSCA AL TEMPO DELLA GUERRA
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