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Davide Vecchi per “il Fatto Quotidiano”
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Banca d’Italia valutò positivamente l’operazione Btp Repo 2034 tra Mps e Nomura riconoscendo all’operazione un margine netto positivo”. Via Nazionale lo scrisse nero su bianco in un documento inviato a Rocca Salimbeni e prodotto venerdì dall’ex capo dell’area Finanza della banca senese, Gianluca Baldassarri, durante il processo di primo grado conclusosi con una condanna a 3 anni e 6 mesi per ostacolo alla vigilanza a carico suo e degli ex vertici, Giuseppe Mussari e Antonio Vigni. Scrivevano prima dell’operazione, nel 2009, i tecnici di Bankitalia: “Mps beneficia di un rendimento certo a meno di un default dell’Italia”.
MPS LINGRESSO DI ROCCA SALIMBENI SEDE DEL MONTE DEI PASCHI DI SIENA
La conoscenza o meno da parte di via Nazionale del contratto che Mps siglò con la banca giapponese per ristrutturare il derivato Alexandria è fondamentale non solo al fine del processo, che ora approderà in appello, ma anche per comprendere se e quale livello di coinvolgimento nell’operazione hanno avuto i nuovi vertici Alessandro Profumo e, in particolare, Fabrizio Viola.
Quest’ultimo, infatti, ha dichiarato di aver trovato per caso nella cassaforte dell’ufficio che occupava da sei mesi il mandate agreement che legava Mps a Nomura. Il tribunale di Siena venerdì, condannando Baldassarri, Mussari e Vigni, ha confermato la tesi dell’accusa secondo cui i tre avrebbero occultato alla vigilanza di Bankitalia (e dunque ai nuovi vertici) il mandate agreement, che legava la ristrutturazione di un derivato sottoscritto in precedenza dall’istituto con forti acquisti di titoli di Stato italiani a lungo termine, a Nomura. Il contratto - svelato il 22 gennaio 2013 dal Fatto - serviva a far sparire dal bilancio un buco di almeno 220 milioni.
Oltre alla documentazione relativa a Banca d’Italia, venerdì Baldassarri ha prodotto alcune comunicazioni interne alla Rocca che confermerebbero come tutti fossero al corrente dell’operazione anche in Mps e che il contratto non era stato in alcun modo celato. E soprattutto che ne era a conoscenza l’area preposta ad avere rapporti con gli organi di vigilanza.
In una mail del risk management del 16 settembre si legge: “Facciamo riferimento al contratto del 31 luglio 2009 mandate agreement e successive modifiche. (...) Con la presente definiamo i termini commerciali del repurchase del nostro ordine fermo per la stipula dell’operazione (...) per accettazione da parte di Nomura”. E ancora: “Dal momento che abbiamo raggiunto l’accordo sul compenso, Nomura può confermare l’accettazione (...) ai sensi della clausola 2.4 del mandate agreement e sue successive modifiche”.
Le comunicazioni sono state protocollate e si parla espressamente del contratto con Nomura. E, ricordando che guidava l’area finanza, Baldassarri ha citato il regolamento di Banca d’Italia e quello di Mps che attribuisce all’area bilancio “mantenere i rapporti con la stessa autorità di vigilanza (...) e predisporre le segnalazioni di vigilanza” oltre a “controllare la corretta applicazione delle disposizioni”.
Baldassarri ha prodotto un’altra mail con la quale il responsabile dell’area risk management “Giovanni Conti comunica a Morelli, dirigente responsabile dei documenti contabili (il decisore del bilancio) che: il Repo da 3 miliardi su Btp 2034 con Nomura è collegato con la ristrutturazione di Alexandria; il Repo è valutato al costo; che questa scelta contabile porta alla differenza di valutazione di 200 milioni rispetto alla gestione; che tale scelta comporta la spalmatura dei costi di ristrutturazione di Alexandria sul repo a 25 anni”.
Quindi, conclude Baldassarri la sua memoria: “Grazie alle informazioni da me all’epoca fornite all’area risk managent Conti conosceva l’operazione cosi bene da scrivere questa mail”. Mail che lo stesso Conti chiude scrivendo: “Tale esposizione non è ulteriormente comprimibile (...) e resta evidente la discrepanza fra la valutazione della posizione Repo e del collaterale scambiato che potrebbe sollevare interesse da parte di organi di verifica esterni (organi di vigilanza) vista la sua consistenza”.
Intanto Mps avrebbe trovato l’accordo per un consorzio di garanzia in vista di un aumento di capitale per trovare almeno una parte dei 2,1 miliardi di euro necessari dopo gli stress test europei.
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