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Gino Castaldo per la Repubblica
La musica liquida? Esattamente come i vecchi vinili. Almeno in una cosa, la durata. Doveva succedere, sta succedendo, la soglia d' attenzione degli ascoltatori tende a calare e la ormai obsoleta idea di un cd che può arrivare a superare l' incredibile durata di un' ora viene sbriciolata dai nuovi sistemi d' ascolto e sembra appartenere a un passato lontanissimo.
Ed è solo l' inizio. Possiamo cogliere le prime indicazioni dal solito iperattivo Kanye West. Il nuovo "disco" del rapper americano, intitolato Ye, sulle ceneri della vecchia idea di album, contiene solo 7 brani e dura appena 23 minuti. In copertina e l' allarmante affermazione di tre righe: "I hate being", poi "bi-polar", e infine "it' s awesome", aggiornamento del celebre paradosso del mentitore secondo cui una cosa può essere vera o falsa allo stesso momento.
Ma qui c' è in ballo la rivelazione di un grave problema personale, vero o falso che sia. Ma non basta: nel giro di pochi giorni ha pubblicato Daytona di Pusha T, da lui prodotto (in copertina la stanza da bagno di Whitney Houston), anche questo contiene 7 brani e dura poco più di 20 minuti.
E non solo: è uscito anche il suo progetto parallelo con Kid Cudi, Kids see ghosts, ancora 23 minuti e 7 brani. Numerologia a parte diventa chiaro che il presente sta demolendo l' idea di un disco come formato che necessita necessariamente di un certo numero di brani e di una durata.
Non è l' unico. In molti si stanno allineando a questa idea di brevità. L' ultimo Calcutta, Evergreen, dura 30 minuti e 59 secondi, il precedente Mainstream arrivava a 29. Niente di strano, da un certo punto di vista, in fin dei conti i vecchi vinili non duravano poi tanto.
A caso: Com' è profondo il mare di Lucio Dalla, nella sua immensità, durava esattamente 36 minuti. È stato il cd a devastare il senso della misura che in fondo il vinile imponeva: sessanta, settanta minuti, equivalente di un vinile doppio o addirittura triplo. I cd hanno viziato gli artisti privi di inibizioni, hanno giustificato prolissità senza fine e tanti dischi con tanto inutile materiale.
Ma questo ci fa pensare a un' idea, magari poco romantica, ma incredibilmente reale, anzi determinante: la storia dell' arte è stata sempre condizionata dalla tecnologia, e la musica non fa certo eccezione. Ci sono interi generi nati, o comunque evoluti, in conformità a un determinato supporto. Se oggi adoriamo le icone del jazz classico degli anni Venti e Trenta faremmo bene a ricordare che quei capolavori, oggi giustamente percepiti come esempi di assoluta perfezione, e potremmo citare le registrazioni degli Hot five e Hot seven di Louis Armstrong, erano il risultato di una necessità, ovvero dover essere contenuti nello spazio a disposizione di un' incisione a 78 giri, estremamente limitata nella durata, e quindi non oltre i 3 minuti.
L' avvento del long playing, rimanendo in tema di vinile, allargò gli orizzonti, cominciò a far nascere negli artisti l' idea che le canzoni messe in fila una dopo l' altra potessero acquisire un' altra dignità, un altro respiro, e da lì è piovuta un' intera stagione di spericolata creatività, prima che il cd mutasse di nuovo orizzonti e prospettive, disperdendo la visione di compattezza e coerenza implicita nel formato vinilico, e anche quella residua idea di spettacolo legata alla due facciate.
In fondo il vinile era sempre fatto di due parti, a metà bisognava alzarsi e girare il disco. Fine Atto primo, e inizio Atto secondo. Tutto sommato pensando a come si ascolta oggi la musica, pare quasi incredibile che ancora si ragioni in termini di album. A che servono?
Forse solo a dare agli artisti un residuale senso di disciplina, un appuntamento ideale, il punto da mettere a un processo creativo e di produzione. Ma è questione di poco.
Per ora gli album si accorciano, scendono di durata, possono arrivare a 23 minuti, forse anche meno, poi caleranno ancora, diventeranno facoltativi, occasionali, poi forse arriveranno nuove idee, nuovi raggruppamenti, manciate di brani, sequenze, percorsi cadenzati a ritmo settimanale, mensile, o quotidiano, chissà. L' idea di album è lì che ancora resiste, ma sta affogando in un oceano di liquidità.
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