DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1. L'IMPERO DI MUSK RISCHIA DI ESSERE PRESO DI MIRA DALL'UE PER LE POSSIBILI MULTE A X
Estratto da www.bloomberg.com
L'Unione Europea ha avvisato X che potrebbe calcolare le sanzioni contro la piattaforma di social media includendo i ricavi derivanti dalle altre attività di Elon Musk, tra cui Space Exploration Technologies Corp. e Neuralink Corp. In questo modo aumenterebbe significativamente le potenziali sanzioni per la violazione delle regole di moderazione dei contenuti.
In base al Digital Services Act dell'UE, si possono infliggere alle piattaforme online multe fino al 6% del loro fatturato globale annuo per non aver bloccato contenuti illegali, disinformazione e per non aver rispettato le regole sulla trasparenza.
I regolatori ora stanno valutando se includere le vendite di SpaceX, Neuralink, xAI e Boring Company, oltre al fatturato generato dal social network, per determinare le potenziali multe contro X.
Nel considerare i ricavi delle sue altre società, la commissione sta essenzialmente valutando se Musk stesso debba essere considerato l'entità da multare, in contrapposizione a X stessa. Le vendite di Tesla Inc. sarebbero esenti da questo calcolo perché è quotata in borsa e non sono sotto il pieno controllo di Musk.
2. LA COMMISSIONE UE «ASSOLVE» ELON MUSK: X NON È UN COLOSSO DEL WEB
Estratto dell'articolo di Emanuele Bonini per www.lastampa.it
Sorpresa: X non è un colosso del web, e per il social network di messaggistica non scatteranno le regole dell’Ue sui servizi digitali.
La Commissione europea «salva» Elon Musk dalla morsa del Digital Market Act concepito per circoscrivere le attività dei grandi operatori di internet. I servizi dell’esecutivo comunitario, dopo le valutazioni del caso, sono giunti alla conclusione che X «non dovrebbe essere designato» come piattaforma principale, un grande operatore che controlla la rete.
Bruxelles aveva messo nel mirino il popolare social network, ritenendo che potesse configurarsi come «gatekeeper», e per questo da inserire nella lista degli operatori che all’interno del mercato unico europeo dovessero essere regolamentati e non lasciati liberi di dettare le regole del gioco. I servizi di X hanno risposto all’indagine avviata dalla Commissione il 13 maggio scorso, con spiegazioni e risposte che hanno convinto Bruxelles, che vede in X (noto con il nome originario di Twitter) uno strumento di diffusione di contenuti pericolosi in termini di fake news e di propaganda filo-russa.
Le conclusioni a cui sono giunti i servizi della Commissione europea è che il servizio di messaggistica per smartphone «non è un’importante porta di ingresso (gateway, ndr) per gli utenti aziendali per raggiungere gli utenti finali», e per questo non si configura come operatore di mercato.
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