DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Barbara Costa per Dagospia
“Credi davvero che la storia della mia vita possa interessare a qualcuno?”. Come se fosse da tutti essere accolti da un boato di marea umana ogni volta che sali su un palco. Come se fosse da tutti essere tra i musicisti i più influenti esistenti, non schiattato giovane, e stare in pista e tutt’oggi da protagonista. Colui che si schermisce davanti all’intenzione di Luca Garrò, nostra firma del rock, volente scrivere su di lui, è Brian May.
Il suono dei Queen. Non un chitarrista qualunque. Un signore. Del Rinascimento. E pure, a detta di celebri colleghi (Slash dei Guns, Lenny Kilmister dei Motörhead) il chitarrista rock più sottovalutato. D’altronde, la critica, i Queen, li ha amati poco e recensiti peggio. Brian May non se lo dimentica: “Non sapevano come definirci, decadenti e androgini, enfatici, ma non glam. Il nostro non era il rock come ci si aspettava che fosse. Sicché concludevano che facevamo schifo”.
Luca Garrò l’ha scritta, "Brian May. Just One Life", la biografia promessa, (Tsunami ed.), e sa trattarsi bene: c’ha la prefazione di Tony Iommi! Biografia che di Brian May tanto dice e a tante domande risponde. Ad esempio: per che cosa litigavano i Queen? “Abbiamo sempre litigato per soldi”. Sono mai arrivati alle mani? “No, e comunque mai lavare i panni in pubblico”. Ok. Chi vuole sapere chi e con chi si sono menati, ecco qua: Freddie Mercury e Steven Tyler si sono menati “a Harrisburg, Farm Show Arena, e nel backstage”, per decidere chi doveva suonare per primo. Vince Tyler.
E chi vuole sapere per chi tifavano Brian May e Joe Perry, i loro sodali chitarristi, gli dico per nessuno perché, mentre quei due se le davano, Brian e Joe sono andati a “farci un whisky” per tornare 'mbriachi e riuscire chissà come a salirci, sul palco, che poi restarci in piedi è tutt’altra questione. Va da sé che Brian si ricorda poco e niente e a ogni buon conto precisa: “È stata la mia prima e ultima sbornia pre concerto”. Come no. Un altro a essere sbattuto al muro da Freddie è stato Sid Vicious dei Sex Pistols.
Vado al punto: volete sapere come Brian May e gli altri Queen hanno saputo di Freddie e l’Aids? È vero. Freddie a lungo gliel’ha tenuto nascosto. A loro, come a chiunque altro. Glielo ha rivelato solo a segni fisici evidenti. Cosa hanno fatto i Queen, appresa la verità? “Uscimmo dallo studio in silenzio e andammo a star male da qualche parte”. Brian May non lo nasconde: la vita dissoluta di Freddie è in "Don’t stop me now". È tutta lì. “Una minaccia”.
Lo stesso Freddie, dal canto suo, lo riconosceva: “Brian è un vero gentleman, io una vecchia baldracca!”. Se e quando e a che livelli Brian abbia diviso e condiviso stravizi da rockstar è nel dubbio. Questa biografia rivela Brian May che cornifica Chrissie, la sua fidanzata poi prima moglie, in tournée USA, tappa New Orleans, e nello specifico con la promessa sposa di un batterista. Brian sposa Chrissie, ci fa tre figli però il matrimonio naufraga con lui che si innamora di Anita Dobson.
Il problema è che si innamora di Anita ma mette incinta Chrissie per la terza volta. I tabloid non gli danno tregua. Ma come fanno a stare zitti se tu, Brian May, con moglie incinta, produci il disco della tua amante, e lo intitolate "Talking of love", e come primo singolo pubblicate "To know him is to love him" ??? Ma alla fine le corna si aggiustano, e Brian divorzia, e frega i paparazzi impalmando Anita lo stesso giorno delle nozze di Michael Douglas e Catherine Zeta-Jones.
Freddie Mercury muore il 24 novembre 1991. Fino al 22 maggio è in studio a incidere. Incide anche senza gli altri, benché “ormai debolissimo, aveva dolori insostenibili, senza più carne intorno alle ossa, non stava più in piedi senza poggiarsi a qualcosa”. Ma ha voce. E vodka. Fino alla fine. Brian gli passa bigliettini con le strofe da selezionare. E Freddie incide, per lasciare la sua parte finché ce la fa. Ci dice Brian: “Freddie non voleva solidarietà da nessuno”. E "Mother Love" è una delle ultime: “Non è più tornato in studio per la strofa finale”. La fa Brian May. Che confessa: “Nel 1991 io ho perso mio padre, il mio primo matrimonio, la mia band, e il mio migliore amico. Tutto nello stesso anno”.
È troppo. Con loro perde sé stesso. Brian soffre di depressione, e dopo la morte di Freddie, si fa ricoverare sotto falso nome in una clinica specializzata, in Arizona, per venirne fuori. È definitivo: “L’unica cosa che m’ha impedito di gettarmi con l’auto da un ponte furono i miei figli”.
La sua arte doveva morire col suo compagno? “Ma quando Freddie è morto avevamo 40 anni, e nella vita avevamo fatto solo quello”. Brian ci ha messo 10 anni a elaborare la morte di Freddie. 10 anni in cui mai si è fermato. Né musicalmente, né astronomicamente. Brian pre-Queen era un secchione, e ha vinto una borsa di studio per una università d’élite (May è di famiglia modesta) per laurearsi in fisica e in matematica, insegnare alle superiori, e arrivare a un passo dal dottorato in astronomia con tesi ultimata ma non discussa perché a essa ha preferito la sua Red Special, chitarra da lui (e dal padre) interamente costruita, pezzo per pezzo, e pezzo unico, con cui suonare i Queen e quei riff “che si insinuano nella mente fino a diventare ossessione” (la tesi infine l’ha presentata, conseguendo il dottorato, nel 2007).
Arrivare allo stomaco della gente, per durare per sempre. Brian May, com’è vivere da rockstar? “Quando pensi che la giornata sia finita, qualcuno fa irruzione in camera tua carico di bottiglie e di altro, e ci si sballa di nuovo. Vai fuori di testa…”.
E com’è vivere on the road? “Se hai nostalgia di casa, tornatene dove sei venuto. O disilluditi. Questo mondo non fa per te. Ma se sei un musicista non è possibile stare a lungo a casa, a guardare la tv. E io voglio suonare. E celebrare il fatto che sono vivo”. Ha ragione Maurizio Solieri: “Brian May è la sinfonia fatta chitarra”. Mi ci inchino, e però, la storia dei nani che ai selvaggi party dei Queen servivano cocaina sui vassoi, se non da una loro specifica parte del corpo, è vera, sì o no?
Brian May conferma le donne nude a lottare nel fango. Stop. Fonti non certe giurano che a Zucchero Fornaciari sia stato proposto un tour mondiale coi Queen post Mercury. E che lui abbia rifiutato. Per paura. Brian May ama Zucchero e ha i suoi dischi. Lo ha scoperto in radio, a Venezia, in luna di miele con Anita. E quando Zucchero ha cantato coi Queen, a Wembley, al concerto tributo a Freddie, gli è presa la dissenteria.
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