DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA…
Franco Bechis per www.open.online.it
Era il lontano 29 marzo 1993 quando una coppia bussò alla porta del notaio Alex Gamberale di Marino, paese sui castelli romani. Lui, Pasquale, nato ad Ercolano (Napoli), si dichiara “impiegato”. Stesso lavoro per lei, Daniela, cagliaritana di qualche anno più matura: “impiegata”. Sono “coniugati in regime di separazione dei beni”. Davanti a loro Giorgio, classe 1930, che si dichiara “vedovo e pensionato”. Sul tavolo la bozza da firmare per il trasferimento di proprietà da Giorgio ai due coniugi (50% a testa), della loro prima casa, due camere, accessori e giardinetto al piano terra di una villetta a Ciampino, alle porte di Roma.
Abbiamo “spiato” l’uomo finito nel ciclone per avere “spiato” politici e vip
Il Pasquale che quel giorno comprò la sua prima casa sarebbe diventato famoso 30 anni dopo, finito su tutti i giornali con il suo nome, il cognome “Striano” e l’incarico da luogotenente della Guardia di Finanza. Finito sotto indagine della procura di Perugia per avere compiuto più di 300 accessi non autorizzati alle banche dati della Procura nazionale antimafia dove era in servizio raccogliendo dati sensibili su uomini e donne della politica (quasi tutti i componenti dell’attuale governo guidato da Giorgia Meloni), su industriali, calciatori, cantanti e vip.
È il finanziere dei dossier che stanno agitando in queste ore il mondo della politica mettendo a subbuglio anche la magistratura. Tutti si lamentano di essere stati indebitamente “spiati” da lui. E allora Open ha deciso di compiere sulla sua vita la stessa operazione che il luogotenente Striano avrebbe indebitamente compiuto su quella degli altri. Con una differenza sostanziale: noi abbiamo utilizzato banche dati aperte, che sono disponibili per tutti a pagamento. Ma non abbiamo accesso a dati sensibili come quelli giudiziari o quelli bancari e finanziari su cui si sono basate gran parte delle ricerche di Striano.
Il primo mutuo acceso dall’uomo delle Fiamme Gialle
In quel 1993 la prima casa di Striano e della moglie Daniela fu acquistata per 100 milioni di lire. Soldi che la coppia non aveva probabilmente, tanto è che il 15 luglio 1994 ha acceso un mutuo da 110 milioni di euro con la sezione credito fondiario della Banca Nazionale del lavoro. Il mutuo era da restituire in 15 anni, con iscrizione ipotecaria sulla casa per un valore di 330 milioni di lire. Quattro anni dopo però- il 17 settembre 1998, Striano e moglie hanno deciso di vendere quella casetta a Ciampino alla signora Libera, e grazie alla somma incassata il mutuo ipotecario è stato definitivamente estinto il 13 novembre 1999.
Striano cambia vita, ha una nuova compagna e una casetta sul mare di Anzio
Da quale momento per molti anni probabilmente Striano è vissuto in affitto, perché al registro del catasto non risultano altre proprietà immobiliari. Fino alla primavera 2021. Il 29 aprile di quell’anno infatti è registrato al catasto come “atto giudiziario” un “decreto di trasferimento immobili” emesso dal Tribunale di Velletri. Con quell’atto veniva trasferito a Striano e alla sua nuova compagna Francesca, coetanea di Pozzuoli una casetta di 5,5 vani più cantina sul lungomare di Anzio, località di villeggiatura a sud di Roma. L’immobile apparteneva a un’altra coppia, essendo la proprietà divisa fra Giulio Santarelli e la moglie Adriana.
Quella villetta apparteneva a Giulio Santarelli, ex socialista della Prima Repubblica
Santarelli è un nome abbastanza noto per chi ha seguito le vicende politiche della Prima Repubblica. Era un esponente socialista del Lazio, sindaco di Marino (comune dei Castelli romani) negli anni Sessanta e all’inizio degli anni Novanta. Era stato anche presidente della Regione Lazio a cavallo fra gli anni Settanta e Ottanta e poi nel 1983 e nel 1987 aveva fatto il salto nella politica nazionale, eletto deputato in entrambe le occasioni. In quel periodo aveva avuto anche incarichi di governo: sottosegretario all’agricoltura nel primo e nel secondo governo di Bettino Craxi e poi sottosegretario alle partecipazioni statali nei governi guidati da Giovanni Goria e da Ciriaco De Mita. Quando poi arrivò Tangentopoli, Santarelli che ne era restato fra i pochissimi indenne, lasciò la politica trasformandosi in imprenditore agricolo. Grazie a un terreno di proprietà della famiglia mise su una azienda vitivinicola, la Castel de’ Paolis, che ha avuto anche una certa notorietà negli anni grazie a vini apprezzati e premiati.
I guai di Santarelli con le banche
Che era successo a quella casa di Anzio allora e perché è finita nelle mani dell’ufficiale della Guardia di Finanza oggi nell’occhio del ciclone? Semplice: per finanziare lo sviluppo delle attività vitivinicole la famiglia Santarelli aveva chiesto dei finanziamenti all’Istituto nazionale di credito agrario, che negli anni avrebbe cambiato più volte denominazione: prima MPS Banca verde spa, poi MPS Merchant, MPS Banca per l’impresa e infine MPS Capital services banca per l’impresa. A garanzia dei finanziamenti e dei mutui fondiari i Santarelli avevano dato le proprietà immobiliari: terreni e fabbricati fra cui la casetta sul mare di Anzio. Gli affari dei Santarelli però non sono andati così bene come sperato, e più volte la famiglia non era riuscita ad onorare le rate di mutui e prestiti.
Così Striano ha conquistato – unico concorrente- la casetta di Anzio all’asta giudiziaria
In quegli anni non se la passava tanto bene nemmeno il Monte dei Paschi di Siena, e così per non perdere tempo in proroghe e trattative la banca senese decise di inserire i debiti insoluti di Santarelli in un pacchetto di non performing loans ceduto il 20 dicembre 2017 pro soluto a una società specializzata, la Siena NPL 2018 srl. Questa il primo marzo del 2018 ha affidato a Italfondiario il compito di recuperare dove possibile quei crediti, compresi quelli garantiti dalla casetta sul lungomare di Anzio.
Non riuscendo a riscuotere le somme dovute, la casetta è finita alla procedura di vendita giudiziaria davanti al tribunale di Velletri, che l’ha messa all’asta giudiziaria partendo da una cifra assai bassa. All’asta si è presentato solo l’ufficiale delle Fiamme Gialle insieme alla compagna, che ne hanno la proprietà per poco più di 100 mila euro. Anche in questo caso la somma è stata finanziata da un mutuo di 95.900 euro che Striano ha ottenuto dal Credito Emiliano nella primavera del 2021 per una durata di 19 anni al tasso dell’1,770%. Il contratto prevedeva il pagamento di 228 mensilità da 468,50 euro a partire dal 20 ottobre 2021, mentre nei mesi precedenti fra il 30 aprile e il 30 settembre erano stati regolati gli interessi di pre-ammortamento del mutuo.
POLITICI - MANAGER E VIP SPIATI DA PASQUALE STRIANO
Ecco perché nei dossier del finanziere c’era anche quello su Santarelli
Adesso è comprensibile anche uno dei misteri degli ultimi giorni. Nell’invito a comparire per Striano e per alcuni giornalisti della testata Il Domani firmato dal procuratore di Perugia Raffaele Cantone e dalla pm Laura Reale, erano contestati anche tre accessi non autorizzati alle banche dati che ai più erano parsi assai strani. «In data 11.02.2021», spiega Cantone, «un accesso abusivo alla banca dati SERPICO per consultare le informazioni concernenti i dati anagrafici di SANTARELLI Giulio». Identico accesso il 27 maggio 2021 su Santarelli. E infine «in data 20.12.2021 un accesso abusivo alla banca dati SERPICO per consultare le informazioni concernenti ì dati anagrafici, dichiarazioni, atti giudiziari e redditi percepiti da SANTARELLI Giulio».
Che mai avrà avuto da indagare Striano su un politico della prima Repubblica che il prossimo anno raggiungerà la veneranda età di 90 anni e che da 30 anni ormai era fuori dai giochi della politica? Per conto di chi? La risposta questa volta è semplice: per interesse proprio, per verificare che Santarelli non fosse in grado di riconquistare quella agognata casetta di Anzio in cui Striano oggi abita. E che secondo la banca dati Cerved insieme alla cantina ha un valore commerciale di poco inferiore ai 300 mila euro…
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