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‘NA CARROZZELLA ANDAVA CON DU’ STRANIERI – A ROMA TRA UN MESE SPARISCONO LE BOTTICELLE - L’ASSESSORA MONTANARI RISPOLVERA IL PROGETTO DI ALEMANNO E ANNUNCIA L’USO DI QUELLE ELETTRICHE - DAL MACISTE DI "AMARCORD" A SORDI IN "NESTORE", L’IMMAGINE ROMANTICA DEI VETTURINI NEI FILM - VIDEO

 

Manuela Pelati per il Corriere della Sera - Roma

 

BOTTICELLEBOTTICELLE

Rispolverata e rimessa in mostra. La botticella elettrica esposta da giorni come un trofeo nell' Arancera di San Sisto, sarà a disposizione dei vetturini «entro un mese», assicurava ieri l' assessora Pinuccia Montanari durante il convegno sui cambiamenti climatici organizzato da Agende 21.

 

Il prototipo realizzato nel 2012 con 300mila euro stanziati dall' ex sindaco Gianni Alemanno (ma l' ultima tranche di 80mila non è mai stata pagata) è rimasto in un deposito per anni perché l' allora primo cittadino rinunciò all' abolizione dei cavalli per l' opposizione dei 41 vetturini romani. Marino al suo arrivo riprese il progetto ma non lo attuò per la caduta anticipata nel 2015.

 

Pinuccia MontanariPinuccia Montanari

Ma la promessa più ardita è arrivata a maggio 2016 dalla sindaca Virginia Raggi: «Nel programma per Roma c' è abolizione botticelle. Stop a maltrattamenti, cambieremo regolamento!». Undici mesi dopo l' impegno balza nelle parole della responsabile all' Ambiente: «Stiamo attuando il regolamento per togliere le botticelle con i cavalli dalla strada, insieme con il dipartimento Mobilità», ha assicurato Montanari. «Ecco di nuovo l' annuncio ma ci piacerebbe crederci», dice Claudio Locuratolo di Oip, Organizzazione per la tutela degli animali.

 

«Nel frattempo noi dopo vane promesse ci siamo rivolti al prefetto per l' inerzia del Comune». E spiega: «Nel 2015 abbiamo raccolto 10mila firme insieme a Lav (Lega anti vivisezione), Enpa (Ente nazionale per la protezione animali) e Avccp che impegnano il Campidoglio: la nostra proposta deve essere portata in Consiglio comunale per la discussione e il Movimento 5 Stelle ha la maggioranza in Campidoglio. Vediamo se mantiene le promesse».

Intanto Montanari ieri assicurava: «Nessuno perderà la licenza, sarà riconvertita e le auto elettriche saranno a disposizione dei vetturini».

Mentre l' ingegnere Silvano Simoni spiegava: «Le botticelle con i cavalli andranno esclusivamente nelle ville storiche».

 

BOTTICELLA ELETTRICABOTTICELLA ELETTRICA

Cose già sentite negli anni ma sempre di attualità perché «i sondaggi mostrano che l' 80% delle persone è contraria alla presenza dei cavalli sulle strade, sia per la sicurezza nel traffico, sia per la difesa degli animali». Tra poco è passato un anno dall' ultimo incidente avvenuto a piazza Venezia quando un cavallo è morto dopo l' urto con uno scooter.

«In un mese noi possiamo preparare gli altri due prototipi», sostiene il professor Fabio Massimo Mascioli de La Sapienza, che nel 2012 ha lavorato al progetto. Ma ci vorranno circa due anni e mezzo per realizzare tutto l' iter burocratico, tra regolamento e bando per costruire una flotta. «Il costo di una botticella elettrica è di circa 20mila euro. Sarebbe un miracolo attuare il progetto, sono 5 anni che aspettiamo».

 

 

L’IMMAGINE ROMANTICA E’ SBIADITA

 

Paolo Fallai per il Corriere della Sera - Roma

 

Non le rimpiangeremo.

Troppo diversa la Roma di oggi da quella tra 1800 e 1900 che vide nascere le botticelle come servizio pubblico di trasporto.

Stipavano la merce in botti, il nome viene da lì. Turisti, film, cartoline ricordo e polemiche per le sofferenze dei cavalli e i prezzi esorbitanti sarebbero venute molto dopo.

 

CAVALLOCAVALLO

Come una immagine in bianco e nero, costretta in una realtà caotica dai colori sgargianti, le botticelle sono sbiadite in questi anni contaminate dalla volgarità che le circondava. Era diventato difficile perfino capire il costo di una corsa.

«Corsa» per modo di dire, di un trasferimento a passo d' uomo dietro i gas di scarico dei bus a due piani: 90 euro fino al Colosseo? 120 passando da piazza Venezia? 170 per un giro completo (?) con Fontana di Trevi. Trainati da cavalli costretti a spostare 800 chili, in ogni condizione climatica.

 

Con l' inevitabile strascico di inchieste, solo l' anno scorso 40 vetturini vennero indagati per maltrattamenti per le condizioni in cui tenevano i cavalli nelle stalle dell' ex Mattatoio dove peraltro da anni non avrebbero potuto più rimanere.

È scomparsa così una tradizione che non aveva più nulla di romantico, ma che ha potuto contare su un grande alleato, il cinema. È nei film, grazie ad attori popolarissimi, che il vetturino romano ha vissuto la sue epopea.

 

È Aldo Fabrizi il primo a conquistare il pubblico nel film «L' ultima Carrozzella», di Mario Mattioli girato nell' estate del 1943 in piena guerra. Nel cast troviamo alcuni esponenti celebri del dialetto e della canzone romanesca del Novecento, quali Romolo Balzani, Gustavo Cacini e Anita Durante. Ma pochi sanno che durante l' Anno Santo del 1925 Aldo Fabrizi, per un certo periodo, lavorò davvero come vetturino, e secondo un aneddoto mai smentito, si dice che lo spolverino ed il berretto indossati nella pellicola del 1943 fossero gli stessi usati da Fabrizi in quella esperienza.

RAGGI VIDEORAGGI VIDEO

 

Il protagonista di quel film odia i tassisti accusati di provocare l' estinzione delle botticelle. Nessuna rivalsa invece dal tassinaro per elezione Alberto Sordi, che si fa vetturino nel 1994 per interpretare e dirigere «Nestore, l' ultima corsa». Film drammatico sul destino di un vecchio cavallo destinato al mattatoio e dei tentativi dell' anziano vetturino di salvarlo.

 

Ma non c' è film ambientato nel centro di Roma che sia riuscito a sfuggire al fotogramma caratteristico. In «Vacanze romane», Audrey Hepburn e Gregory Peck girano in Vespa per la Roma del 1953 ma in piazza di Spagna dominano le botticelle. Perfino Federico Fellini non riesce a rinunciare a un vetturino, Maciste, ricordo della sua infanzia e non casualmente lo vuole in «Amarcord»: «Un vetturino che stava sempre alla stazione - scriverà Fellini - sulla sua carrozzella e che noi ragazzini chiamavamo il vetturino madonna, che sarebbe come dire un cristone.

 

L' ho messo in Amarcord quel vetturino. Gli avevamo cambiato nome, da vetturino "madonna" passò al soprannome di Maciste».

Sbiadisce anche questa immagine, restano solo le polemiche estenuanti tra una città estenuata, 41 vetturini e 82 cavalli. Neanche il loro ipotizzato spostamento in una prestigiosa e contestata sede agli stalli di Villa Borghese, voluto dalla giunta Alemanno con una bella spesa di un milione e mezzo, è riuscito senza strepiti.

«Ne hanno realizzati 67, sono pochi» strillavano i vetturini.

«Na carrozzella va, co' du' stranieri» cantava Antonello Venditti.

A risentirla adesso sembra preistoria. Non ci mancheranno le botticelle. Ci manca un turismo rispettoso della delicata meraviglia di Roma. Ma questa è tutta un' altra storia.

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