DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Alessandra Menzani per www.tremenza.com
alessandra menzani natale in arabia saudita
Il Natale quando arriva, arriva. Lo diceva anche Renato Pozzetto nel celebre spot del panettone. E soprattutto, dove arriva arriva, persino a due passi dalla Mecca, luogo decisamente meno cattolico e cristiano del mondo.
Va bene, l’Arabia Saudita sta cambiando e pure in fretta. Il Paese di oggi, a differenza di quella di dieci anni fa, si è aperto e oggi permette alle donne – udite udite – di guidare, di andare al bar senza mariti o fratelli, sole con le amiche, ha abolito le sezioni dei ristoranti, aperto al turismo, rivoluzionato il divorzio, alleggerito l’abbigliamento femminile, eccetera. Tutti cambiamenti (che fanno parte del progetto Vision 2030) che a noi sembrano minimi, invece qui sono percepiti come rivoluzionari e sono accaduti velocemente.
Ma addirittura accogliere uno dei simboli più lontani dalla sua tradizione… Ci è capitato ciondolare per i negozi o agli eventi per bambini e trovare alberelli illuminati, renne, gnomi, casette innevate, e pure canzoncine delle feste, insomma tutti o quasi gli elementi tipici del Natale cristiano: non c’è davvero più religione!
E tutto questo già dalla metà di ottobre, oltre due mesi prima del 25 dicembre, una data che financo da noi è un po’ prematura per luminarie e panettone. Ci troviamo a Jeddah, città portuale a poche ore dalla Mecca, dunque il posto più musulmano del pianeta. L’islam è la religione del Regno, le chiese e i cimiteri (salvo uno, semi clandestino) non esistono, così come i luoghi di culto di altre fedi: ci sono solo moschee, non turistiche.
Dunque fa un certo senso (piacevole, eh) passeggiare in uno dei negozi H&M che si trova nella “Montenapoleone locale”, Tahlia Street, o nel grande centro commerciale Red Sea Mall, e notare tra la merce tovaglioli rossi con disegnati alberelli o palle di vetro per addobbare le case. La parola “Natale” non si trova in modo esplicito, ma i riferimenti saltano all’occhi.
Più espliciti sono quelli che affollano un’esibizione pensata soprattutto per bimbi, Optical Illusion, a due passi da Al Shatee Souq, formata da varie stanze con – appunto – illusioni ottiche, giochi, piscine con spugne colorate, mucche di gomma, girasoli giganti e lecca lecca e, alla fine, un’area con luci soffuse dove sembra di essere ai mercatini di Natale di Bolzano (in effetti l’aria condizionata utilizzata da queste parti raggiunge temperature alpine): si cammina tra finti pini illuminati, alcuni verdi alcuni bianchi, gli orsi polari guidano le renne, altri suonano il violino, ci sono slittini colmi di pacchetti rossi traboccanti di fiocchi, un gigantesco pupazzo di neve, da una sorta di carillon partono musiche che evocano atmosfere di festa, c’è addirittura una casetta che sembra tanto una capanna.
L’atmosfera è incantata, sono stati bravi a riprodurla. I bambini sauditi si divertono molto, sono estasiati; le signore locali coperte dall’abaja (la tipica veste) e dal velo gradiscono molto lo spettacolo, tanto che scattano foto come se fossero davanti a George Clooney. Gli occidentali presenti, pochi, effettivamente avvertono un senso di piacevole stranezza, del tipo: dove siamo?
Lo show è realizzato da un’azienda di intrattenimento locale, Lamsat Event, ed diventato anche una attrazione per i social. Bisogna ammettere che il vento del cambiamento in questi giorni ha una brezza particolarmente nordica.
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