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la voce di marco vizzardelli
Estratto dell’articolo di Natalia Aspesi per “la Repubblica”
Nel silenzio rumoroso e scicchissimo di una Scala tutta piena di orgogliosi capelli bianchi, il giorno dell’inaugurazione del 7 dicembre una voce, una sola vocina quasi soffocata, si alza, meschina, dopo Fratelli d’’Italia: “Viva l’Italia antifascista!” e subito la Digos, dimenticandosi di colpo che questo sarebbe un Paese antifascista, almeno, ce lo dice ancora con una certa muffa, la Costituzione, corre a identificare l’ingenuo eroe.
Da oggi il suo nome sarà segnalato alla Digos, e forse potremo dire che Vizzardelli Marco, di 65 anni, giornalista di cavalli e musica, dal loggione del teatro la Scala, il 7 dicembre 2023 è stato segnalato per antifascismo. Un omino piccolo, per nulla elegante e per nulla eroe.
Pericoloso antifascismo? Bisognerà che almeno per il gesto scemo dell’altra sera, qualcuno chieda scusa al povero Vizzardelli che in un notte di pioggia, ha osato dire quel che pensava, quando a dirlo, oggi, almeno a molti, può essere preso per pericoloso.
Ma davvero? Certo eravamo un po’ angosciati da quel palco presidenziale, tutto coperto di fiori e mele e altro, ma a rendere il palco digeribile, l’anno scorso, c’era Mattarella che si prese una tale lunga ventata di applausi che gli offrivano l’idea che comunque malgrado le elezioni, la gente stava totalmente con lui.
[...]
Questa volta invece il palco presidenziale era strapieno e meno male che Mario Monti, abituato da sempre ad andare in platea, aveva detto no grazie, il mio posto ce l’ho, anche se lui è stato, come sempre velocissimamente, presidente del Consiglio ed è senatore a vita.
Stretti uno all’altro il sindaco Sala con bella signora, poi la signora Liliana Segre ancora provata dal trambusto dalla platea al palco, con figlia, poi Ignazio La Russa con bella signora, dietro ignoti ministri e altro, e soprattutto Matteo Salvini che nelle foto riusciva a sembrare in prima fila spingendo la testa in avanti, assieme alla bella fidanzata, Francesca Verdini, di cui, lo si vede benissimo, è davvero innamorato. […]
IGNAZIO LA RUSSA - PRIMA DELLA SCALA 2023
A proposito della senatrice Segre, un gran fermento c’era stato attorno a lei, per strapparla alla platea e per la prima volta invitarla nel palco. L’idea era venuta, mi pare, a La Russa, che col suo accento di puro Paternò molto marcato, furbo come il demonio, sapeva che c’era la probabilità per lui di eventuali dissensi ai fratelli d’Italia, pur essendo ovvio che per la seconda carica dello Stato quale è lui, l’eroica musica era dovuta.
Intanto anche il Sala aveva avuto la stessa idea, e si era gettato sulla povera signora, che accettando, poi si è presa gli unici applausi rivolti al palco. Ma era ormai da un mese che attorno al simpatico antro si muovevano importanti personalità per renderlo accettabile, senza la presenza benedicente di Mattarella.
C’era chi si odiava chi e non voleva l’altro, chi trovava che le destre estreme del noioso Salvini erano un eccesso e potevano dar fastidio a un altro, insomma la messa in sicurezza di quel luogo fiorito e civettuolo poteva essere teatro di violenti litigi a fior di spada. E tutta quella fatica erculea da parte di esperti diplomatici del ramo, dopo settimane di mal di testa e ansia e frustrazione, qual è il risultato?
Una vocina, una sola vocina che da sola ha fatto accorrere la Digos. Forse non è così, ma ieri il bel pubblico della grande Scala, anche assieme a un antico giovanotto vestito di foglie d’oro a ricordare i bei tempi antichi in cui anche le signore arrivavano in pantaloncini bianchi, parevano contenti, felici di essere lì. La paura di una Italia fascista ci sarà per un’altra volta.
FRANCESCA VERDINI - MATTEO SALVINI PRIMA DELLA SCALA 2023
Subito a cercare momenti grami per la Scala, con l’aiuto di chi sa tutto del teatro, Franco Pulcini, ma mannaggia, non ce ne sono stati di clamorosi. Per esempio: Mussolini non venne alla Scala alla prima mondiale di Turandot, l’ultima opera di Puccini appena morto perché Toscanini fece sapere che non avrebbe eseguito Giovinezza prima dell’inizio.
Si era nel 1926 e i fascisti se lo ricordarono nel 1931 per reagire al suo solito rifiuto di eseguire gli inni del regime. Il 64enne venne schiaffeggiato e preso a pugni sul volto e su collo. Toscanini protestò per iscritto con Mussolini ma non ebbe risposta e si trasferì negli Stati Uniti.
Celebre il caso dell’imperatore Francesco Giuseppe, che in una serata del 1857 con la ventenne consorte Sissi, videro arrivare al pranzo di gala i domestici al posto degli aristocratici. In teatro cantarono Va pensiero.. e Massimiliano Cesare Stampa di Soncino, marito della contessa Cristina Morosini, venne arrestato perché all’ingresso dell’imperatore anziché alzarsi per rendergli omaggio rimase seduto voltando le spalle a lui e alla moglie.
Poi nel 1968, proprio con un altro Don Carlo diretto allora da Claudio Abbado, ci fu la protesta con uova marce contro le povere signore al massimo dello sfarzo. Adesso c’è rimasto il buon Vizzardelli, eroe inutile del nuovo regime.
DOMINIQUE MEYER - LILIANA SEGRE - PRIMA DELLA SCALA 2023 LILIANA SEGRE ORNELLA VANONI - PRIMA DELLA SCALA 2023Marco VizzardelliMarco Vizzardellinatalia aspesililiana segre - ornella vanoni - PRIMA DELLA SCALA 2023ignazio la russa matteo salvini beppe sala gennaro sangiuliano palco reale della scala dominique meyer
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