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NATURAL PORN KILLER – IL PORNOATTORE FRANCO TRENTALANCE VA IN GIALLO E SCRIVE UN THRILLER A LUCI ROSSE MOLTO SPLATTER – “LA SCRITTURA È COME IL PORNO, TUTTO SUBITO. IL PIACERE DELL’ISTANTE, NON DELL’ATTESA”

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Bruno Ventavoli per La Stampa  - Tutto Libri

 

FRANCO TRENTALANCE 2FRANCO TRENTALANCE 2

Rosalba, pornostar dal fisico mediterraneo si risveglia carponi, legata, imbavagliata, terrorizzata. Quando, d’un tratto, sente avvicinarsi un paio di anfibi spera che quello strano incubo si dissolva. Invece è la fine. Viene ammazzata in un modo atroce che non riveliamo, un po’ per rispetto della suspence e un po’ per pruderie. Inizia così ?”Tre giorni di buio”, primo romanzo di Franco Trentalance (uno dei più celebri attori hard) scritto insieme al giornalista Gianluca Versace.

 

FRANCO TRENTALANCE TRE GIORNI DI BUIOFRANCO TRENTALANCE TRE GIORNI DI BUIO

Un thriller molto porno e molto splatter con protagonista un assassino seriale che elimina star delle luci rosse proclamandosi anticristo punitore di lussuria. Mentre un commissario tutto flemma e fiuto indaga, la trama si complica con un potente politico centrista dall’oscuro passato, gli affari di una multinazionale del farmaco, i tormenti di due sorelle cresciute in un ambiente altoborghese, le malefatte di un prete pedofilo. Un pasticciaccio brutto, sembrerebbe.

 

FRANCO TRENTALANCEFRANCO TRENTALANCE

In realtà la storia scorre rapida, avvincente, audace. Ricomponendosi in un doppio colpo di scena finale (non una banale agnizione del colpevole) ?sull’isola di Patmos dove Giovanni scrisse l’Apocalisse, richiamata sia nella profezia «buia» del titolo sia nei messaggi lasciati dall’omicida. ?Insomma un thriller in piena regola che rivela il talento per la tensione narrativa dello stallone bolognese, che vanta un curriculum di 440 film, una coorte sterminata di femmine trasversalmente intrigate dalle sue possenti performance e dal suo cranio lucido, 200mila fan su Facebook, e una vulcanica personalità che spazia dagli amplessi al rap emiliano, dai monologhi teatrali alla Talpa, a radio e tv.

FRANCO TRENTALANCE 2FRANCO TRENTALANCE 2

 

Capace altresì di cullare con delicato affetto paterno il figlioletto dell’amico «Ciccio Fox», chef dell’omonimo ristorante ai bordi di Bologna, dove ci troviamo per chiacchierare del suo libro. Insomma, una sorpresa. ??Trentalance ha cominciato il cimento con la scrittura recensendo film hard. Poi l’autobiografia, Trattare con cura. Perché provare col romanzo? «Scrivere è bellissimo - dice -, m’ha costretto a entrare in un mondo parallelo di fantasia, meditazione, rigore. E persino di castità, perché per mesi ho dovuto concentrarmi solo sulle parole. Un’esperienza quasi zen, come il tiro con l’arco».

FRANCO TRENTALANCEFRANCO TRENTALANCE

 

Citazione non casuale, visto che Trentalance è un ottimo arciere, nonchè lettore di quello “Zen e il tiro con l’arco” che ci ha insegnato i nessi spirituali tra anima e frecce. «Quando mi sedevo al computer dovevo scrollami di dosso tutto, restare vuoto, per trovare la parola giusta, levigarla, ponderarla, rispettarla». E come scrive? «Di notte dilago, la mattina asciugo. Versace si concede le descrizioni, io punto all’azione. Non mi piacciono le sinusoidi, la tensione che sale e scende. La scrittura è come il porno. Tutto subito. Il piacere dell’istante, non dell’attesa».??

 

Trentalance ha studiato al liceo linguistico (vietati i doppi sensi), poi una vita effervescente di sperimentazioni che l’hanno portato lontano dal mondo borghese di famiglia (fratello manager, sorella farmacista, padre chirurgo), in una casa colta, ricca di libri e quadri («mi piace collezionare arte, da Schifano a Rotella»), prima a fare l’animatore, poi il barman, infine il pornoattore («stressai Max Bellocchio per un provino»).

 

Anche letture? «Moltissime. Da adolescente mi son formato sia con la filosofia libertaria del gabbiano Jonathan Livingston e il Siddharta di Hesse, sia con la meravigliosa autodistruttività di Bukowski». E tra i maestri del giallo? «Agatha Christie. 10 piccoli indiani è un capolavoro assoluto. Anche se ora preferisco i thriller d’azione pura». ?Poi tantissimi libri su Gesù. Altra sorpresa? Un Trentalance pio?

TRENTALANCE TRENTALANCE

 

«Senza fede l’uomo non è nulla - dice mostrando l’anello con su inciso il Padre Nostro -. Andavo a pregare in una chiesa di Bologna, San Vitale, eravamo quattro gatti, un paio di vecchine, e il solito l’universitario che raccomandava l’anima per un esame. Amo le chiese per l’atmosfera che evocano. Luoghi di culto, di arte, di energia. È come tuffarsi nel silenzio e nella potenza del medioevo. Mi piace un versetto dei Vangeli, “il regno dei cieli è come un granello di senape, il più piccolo dei semi, ma quando cade su terreno preparato, genera una pianta grande e diventa riparo per gli uccelli del cielo”».?Com’è nato il profilo del suo serial killer?

 

«Da conversazioni con uno psicologo della polizia e con un criminologo che mi hanno spiegato quanto un assassino seriale si diverta a giocare con le sue vittime. Mi attraggono i lati oscuri dell’essere umano. Quanti di noi nascondono una zona buia? E quante persone sarebbero pronte ad agire per vendetta e con crudeltà se una situazione li portasse al limite? Nel romanzo abbiamo esplorato il male nei suoi aspetti peggiori». I terrificanti omicidi sessuali trasudano sadismo. Influenza del divin Marchese? «No, noiosissimo. Mille volte meglio Bataille».?

 

La TalpaLa Talpa

In Tre giorni di buio c’è anche un pornostar protagonista, stanco, solo, alle prese con un frigo desolatamente vuoto come la sua vita di sentimenti e relazioni. Con una propensione all’amore romantico, quasi casto. Sbagliato cercare indizi d’autobiografismo? «In realtà le parti del pornoattore le ha scritte Versace. Io fornivo dettagli tecnici sui set. Ma quel Luca Graf deciso a ritirarsi non sono io. A me questo mestiere continua a piacere, il problema è la crisi dell’industria del porno europeo. L’hard va fortissimo, ma sul web. E lì i padroni sono gli americani. Probabilmente non riuscirò ad arrivare al traguardo dei 500 film...».?

 

La TalpaLa Talpa

Ansia da record, da «catalogo è questo...», come Don Giovanni o Casanova? «Mannò, chissenefrega. Quei due mi sono persino antipatici, così boriosi delle loro conquiste, autocompiaciuti, irrispettosi verso le loro “prede”. Di amplessi non ne ho avuti pochi. Ma quello è lavoro. Appena l’interruttore della cinepresa va su off ho bisogno di fantasia, complicità. Con una donna. Non con un corpo».